MOTUS LET THE SUNSHINE IN (antigone) Contest # 1 Urbisaglia (MC)| Anfiteatro Romano 30 giugno ore 20.15
All'interno di TAU/Teatri Antichi Uniti, la rassegna di teatro classico antico promossa da AMAT e, tra gli altri, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il 30 giugno alle ore 20.15 presso l'Anfiteatro Romano di Urbisaglia, in provincia di Macerata, MOTUS presenta Let the sunshine in (antigone) contest # 1. Lo spettacolo è la prima tappa di una trilogia ispirata al mito di Antigone che tra scontri e confronti porta in scena una riflessione sulla gioventù attuale e il linguaggio della violenza. Dopo l’esplorazione, quasi documentaria, sulle incognite dell’adolescenza, declinata nel progetto X(ics) Racconti della giovinezza, Motus prosegue il suo viaggio dentro le possibili forme di “azione e reazione artistica al deserto creato dagli adulti”; incuneandosi ancor più nel tema di scontro/incontro tra generazioni. Lo sguardo si sposta verso la costruzione di una cartografia delle rivolte del contemporaneo, dove la figura di Antigone, eroina sofoclea in rivolta contro il potere costituito, è metafora-guida di un progetto articolato in tre eventi. La costruzione è quella aperta del contest: azioni- performance intese come scontri/confronti/dialoghi per affrontare, con una serie di eventi unici, domande, urgenze e sollecitazioni, di riflesso alla possibile rilettura di una splendente Antigone d’oggi.
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XVIII festival internazionale nel nome di Enrico Cecchetti Civitanova Marche 1 luglio>11 agosto
Dal 1 luglio all'11 agosto Civitanova Marche ospita la diciottesima edizione di CIVITANOVA DANZA festival internazionale di danza curato dal direttore di AMAT, Gilberto Santini. Il programma, articolato in otto appuntamenti, conferma le proprie caratteristiche d'intervento testimoniando da un lato l'aspirazione a riunire in sé rappresentanti internazionali di diverse culture, dall'altro la tensione ad una onnicomprensività dello sguardo che vuole agguantare diverse tipologie di danza, di stili e di linguaggi con cui la danza stessa dialoga. Tra gli appuntamenti imperdibili la presentazione in prima nazionale di Storm end come della coreografa israeliana Yasmeen Godder, la presenza del gruppo inglese Balletboyz con Talent, la proiezione in prima italiana del film di Saburo Teshigawara A boy inside the boy, girato tra il Giappone e l’Italia e la mostra STOCKHOLM - TOKYO, and in between che raccoglie gli scatti del grande maestro della fotografia internazionale Bengt Wanselius nati dalla collaborazione con alcuni tra i maggiori coreografi di fama mondiale.
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Il Sindacato francese dei critici di teatro, musica e danza (Syndicat de la critique Théâtre, Musique et Danse, http://www.syndicat-critique-tmd.fr/1.html) ha decretato la consegna del Prix Europe Francophone al Parsifal prodotto da De Munt/La monnaie per la direzione di Hartmut Haenchen e la regia di Romeo Castellucci. Il premio è stato conferito lunedì 20 giugno nel corso della quarantottesima edizione dei Premi della critica. Nelle note di motivazione del premio redatte dal critico Sébastien Foucart si legge: "Le dernier acte fait l’économie d’un décor puisque la scène, baignant dans le noir, est occupée par une foule d’une centaine de personnes, toutes des figurants bénévoles parmi lesquels se mêlent les membres des Chœurs de la Monnaie qui effectuent d’ailleurs une prestation de premier ordre. Ces hommes et femmes de tous âges marchant (sur un tapis roulant hélas bruyant) en direction des spectateurs constituent une des nombreuses images fortes de ce Parsifal hors norme qui pourrait avec le temps compter parmi les productions légendaires de ce chef-d’œuvre. Prenons-en les paris." |
Festival Internazionale del Teatro in Piazza direzione: Ermanna Montanari Santarcangelo di Romagna (RN) 8>17 Luglio 2011
La storica manifestazione del teatro contemporaneo giunge il prossimo luglio alla quarantunesima edizione e conclude un triennio dal segno plurale, che sotto la guida di Socìetas Raffaello Sanzio, Motus e Teatro delle Albe e al coordinamento critico-organizzativo composto da Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini, Cristina Ventrucci, ne ha reinventato la vocazione di Festival Internazionale del Teatro in Piazza all'insegna di un rapporto forte con lo spettatore e dell'anima internazionale che da sempre lo contraddistingue. In programma dall’8 al 17 luglio, la quarantunesima edizione diretta da Ermanna Montanari svilupperà la propria ricerca sul paradosso della figura dell’attore tra monade e coro, sulla sua irriducibilità: “L’attore, figura concreta del ‘fare-disfare-rifare’, ora scheletro e misura della scena, ora punto di crisi, stonatura, margine dell’esistenza, si fa carico di una continua trasformazione: per questo è un eretico, per questo il suo sapere è un sapere ‘politico’ ” afferma Ermanna Montanari, che continua: “L'attore non è niente di nuovo, non appaga la smania di novità, bensì ci trascina nella profondità della psiche. Attore è parola-baratro, che ci interroga prepotente, come il rigore anarchico della sua voce. Un ‘venir fuori’, un manifestarsi dell'essere nel suo pudore, nella sua indecifrabile sessualità”. Molti dei lavori che compongono il programma sono stati creati in relazione a questo punto di ricerca sull’attore e la sua trasmutazione. La natura di Santarcangelo 41 è una natura “corale”, e non solo per i cori occasionali, appositamente creati per Santarcangelo 41, che si manifesteranno nello spazio urbano, orizzonte “politico” di quella comunità cui il teatro allude dalle origini: corale lo è nel modo stesso in cui ha preso forma l’intero disegno in dialogo con gli artisti che vi partecipano. E pur tuttavia, sono proprio i cori che producono il bagliore di questo festival, tra di essi ve ne sono due con la potenza dell’onda: Eresia della felicità e Chiamata pubblica. Il primo è un “plotone” di duecento adolescenti provenienti da diverse città d’Italia e del mondo (Belgio, Senegal, Brasile, Stati Uniti), che si riuniranno allo Sferisterio per un laboratorio esplosivo, una creazione a cielo aperto per Vladimir Majakovskij a cura del Teatro delle Albe. L’altro è un popolo di sedie donate al festival dai teatri italiani: “In un momento così difficile per le sorti della cultura del paese, abbiamo sentito la necessità di far vibrare la nostra voce oltre i confini chiusi dei teatri e di farlo con una chiamata pubblica; nel groviglio dei pensieri e nel tentativo di trovare un’idea capace di incarnare questa tensione, ci siamo imbattuti in una visione di forte bellezza: abbiamo immaginato la piazza centrale di Santarcangelo come una platea a cielo aperto composta da sedie provenienti dai teatri italiani”. Nello stesso tempo questo festival presenta anche una chiara natura “verticale”: ai cori si alterneranno le monadi, figure-mondo di attori e attrici. Natura verticale resa evidente anche nel suo snodarsi ogni sera dai teatri alle piazze, ai balconi, alle grotte, ai giardini e agli anfratti inattesi, fino alla Sala Consiliare del Comune con la sua carica simbolica e la sua aura pubblica. Il festival si irradierà dagli interventi all’aperto di attrici-cantanti e musicisti, fino all'accensione poetica di ogni serata con la vocalità di Mariangela Gualtieri del Teatro Valdoca: appositamente creato per Santarcangelo 41, Bello Mondo (8-10, e 15-17, creazione per Santarcangelo 41) vede la poetesssa e drammaturga cesenate farsi “muezzin” della poesia. Pochi versi lanciati al crepuscolo dall’alto della torre civica a opera dell’artista che, nel suo percorso col Teatro Valdoca, ha fatto propria la consegna orale del verso poetico, dedicandosi all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio tra poesia e teatro.
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Festival di arti performative Venezia | Forte Marghera 23>25 giugno 30 giugno>2 luglio
La Polveriera Francese e la Polveriera Austriaca di Forte Marghera a Venezia si preparano ad accogliere la seconda edizione di Schiume. festival di arti performative organizzato da LaPeriferia, un gruppo nato nel 2007 dall'iniziativa di cinque studenti del corso di Scienze e Tecniche del Teatro della Facoltà di Design e Arti dello IUAV di Venezia. Schiume nasce come reazione ad un momento storico in cui apparentemente non ci sono spazi e possibilità di azione per recuperare, insieme al sentimento di radicamento e provenienza legato ad un frammento territoriale come quello di Forte Marghera, così tristemente connotato dalla presenza, pochi metri più in là, degli stabilimenti del petrolchimico, il senso ben più imponente del reale che chiede di tornare ad essere vissuto e ancor più interrogato. Schiume riparte, quindi, dai luoghi fisici, sociali, civili, politici, relazionali di questo lembo di nordest e lo intride di performatività di qualità con un progetto festivaliero che è, innanzitutto, una messa in prova della propria capacità/abilità di azione e di incisione sul territorio oltre che delle proprie riserve/qualità di fiducia e ostinata perorazione. Ad aprire la nuova edizione di Schiume sarà il 23 giugno il duo veneziano Marianna Marchioro/Nadia D'Agnone con l'happening Arum Italicum, seguito, alle 21 da Valentina Crociati che presenterà il suo assolo L'assedio, mentre alle 21.30 Giovanni Lami e Enrico Coniglio presenteranno la performance sonora Lémurès e alle 22 la compagnia I.Russolillo/C. Caldarano darà vita allo spettacolo di teatro-danza Anti_pasto. La giornata di venerdì 24 giugno inaugura con la proiezione del documentario Porto Marghera: gli ultimi fuochi di Manuela Pellarin per proseguire alle 21 con la performance teatrale DEOXYS della compagnia Trrrt e alle 22 con L.E.E.D.D. di Oniricam/Not-Alive-Yet. Il primo fine settimana del festival si conclude con l'installazione Luogo comune di Chiara Trivelli/Elena Mazzi, la performance teatrale L'asino d'oro del Gruppo Skia e di Where we at? una performance di danza interattiva del gruppo Elektromove/Maivideo. Nuova serie di appuntamenti a partire dal 30 giugno con l'installazione Senza titolo di Chiara Gaspardo, la performance teatrale Lettere della giovane L di Tolja Djokovic e la videoperformance |A| di Alessandro Martinello-Tam Teatromusica. Venerdì 1 luglio il festival si accende con il dibattito Per un festival sostenibile a cura di Legambiente a cui seguiranno la presentazione di Genius Loci, spettacolo di danza contemporanea di Corradina Grande/Laudati, di PEEP, una videoinstallazione interattiva di Martin Romeo e Enrika Veznaver e della performance Come se non ci fosse domani di Francesca Cola. Sabato 2 luglio, la seconda edizione di Schiume si chiude con la presentazione di Quattrocentomila metri quadrati di nascosto (è un segreto), performance per una sola persona di Chiara Zenzani, dello spettacolo Bersabèa della compagnia veneziana Empusa e di Il mite.il matto, una sperimentazione audio di Zampanò/Forti che connette rumori ambientali e musica per la creazione di contaminazioni non ripetibili.
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25 edizione Zagabria | Croazia 27 giugno>5 luglio 2011
Eurokaz festeggia il suo 25° anniversario, ma lo fa con l'amarezza di chi deve fare i conti con una politica culturale, quella croata non diversa da quella di casa nostra, che non sa preservare una delle sue eccellenze, ma che tende a inibirne sviluppi e potenzialità riducendone di ben il 30% il budget e dando l'annuncio alla direzione artistica a soli tre mesi dall'apertura del festival, con il programma già definito e le contrattazioni chiuse. Nel suo editoriale, Gordana Vnuk, la direttrice artistica del festival, lamenta la condizione di costrizione che l'ha condotta a dover disdire l'impegno con alcuni degli artisti già convocati, in particolare con quelli provenienti da paesi più lontani come il Vietnam o il Canada, con una grave perdita e per il festival e per il pubblico di Zagabria che aspetta Eurokaz per vedere quanto di meglio la scena mondiale sta producendo nel campo delle arti teatrali, performative e di danza. Pur tuttavia, anche se il colpo di grazia inferto dal Ministero della Cultura croato e dall'assessorato alla Cultura, Educazione e Sport della città di Zagabria mettono a serio rischio la futura esistenza del Festival, per il suo 25° anniversario Eurokaz ha deciso di non abbassare i criteri qualitativi che da sempre lo contraddistinguino, presentando magari -cosa senza dubbio meno dispendiosa- un maggior numero di assoli con allestimenti scenografici minimi se non nulli, o puntanto su una serie di eventi site-specific, per mantenersi fedele alla sua tradizione e investire sul rischio delle sue scoperte. Gordana Vnuk convoca, così, sul palco di Zagabria due astri nascenti e controversi del teatro e della danza internazionali quali il coreografo congolese Faustin Linyekula e il regista francese Philippe Quesne che, pur partendo da visioni pressoché antitetiche -Vivarium Studio-Big Bang di Philippe Quesne nasce da un silenzio magnificente e assoluto, mentre in Studios Kabako - more more more....future del congolese Linyekula anche lo spazio ha una sua voce particolare, non strettamente riconducibile al ritmo, all'intuizione o alla libertà- hanno il merito, entrambi, di portare un vento realmente nuovo nel panorama del teatro contemporaneo mondiale.
Il Festival apre il 27 Giugno con la Salomé di Miroslav Krleža diretta da Branko Brezovec, una produzione assolutamente atipica per lui che sorprende per semplicità ed eleganza unite a quell'immancabile malinconia fatale che caratterizza tutti i suoi lavori, e chiude il 5 Luglio con una retrospettiva di film e video-documenti dedicata alla figura del regista tedesco Christoph Schlingensief: una possibilità pressoché unica per i cittadini di Zagabria di venire a contatto, almeno simbolicamente, con la geniale distruttività creativa dell'artista recentemente scomparso. All'interno, vanno segnalate la presentazione di Vertical Road del coreografo Akram Khan e la costituzione di una vetrina per le quattro compagnie che Eurokaz sostiene nell'ambito del progetto europeo Focus on Art and Science in the Performing Arts. Si tratta della giovane regista Anja Maksić Japundžić che presenterà Njarabum, di Vincenzo Carta con Gnosis#1, gli italiani Santasangre con Bestiale Improvviso e Dewey Dell con Cinquanta Urlanti Quaranta Ruggenti Sessanta Stridenti , tutti presentati al Museum of Contemporary Art di Zagabria.
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Nessuno può coprire l'ombra di Marco Martinelli e Saidou Moussa Ba 13 giugno|Teatro Rasi - Ravenna 14>19 giugno| CISIM Lido Adriano - Ravenna
Takku Ligey, in lingua wolof significa “Darsi da fare assieme”, è un’associazione fondata da Mandiaye N´Diaye, storico attore del Teatro delle Albe. Nel 2003 Mandiaye N’Diaye, nato a Diol Kadd ed emigrato in Italia, decide di tornare a vivere in Senegal, dopo aver passato quasi vent’anni a Ravenna. La ricerca teatrale svolta insieme alle Albe ha spinto Mandiaye N’Diaye a investigare sempre di più la cultura del proprio paese d’origine, fino a far maturare in lui la necessità di costruire un luogo di incontro per le culture, di ricerca e di valorizzazione del territorio nel suo villaggio natale, Diol Kadd, un progetto di sviluppo per frenare l’esodo rurale, primo passo dei processi migratori. Takku Ligey Théâtre è la compagnia nata in seno all’Associazione Takku Ligey e si può dire svolga il ruolo di ambasciatrice delle idee e della filosofia di una piccola realtà nata nel profondo della savana senegalese. Con gli attori Abdou Lakhat Fall, Moussa Gning, Mor N’Diaye, tutti rigorosamente provenienti dal villaggio senegalese di Diol Kadd, Mandiaye N’Diaye ha deciso di riallestire il fortunato spettacolo del Teatro delle Albe Nessuno può coprire l’ombra, a vent’anni dal primo debutto sulle platee internazionali. Oggi N’Diaye decide di passare il testimone di attore ai suoi allievi e di prendere in mano la regia, che nella prima edizione era firmata da Martinelli, e di mostrare sul palco non più immigrati-senegalesi-diventati-attori, ma giovani attori che oggi vivono in Senegal e che lì hanno deciso di costruire il proprio futuro, facendo del villaggio di Diol Kadd un centro di teatro vivo. Lo spettacolo andrà in scena lunedì 13 alle ore 21 al Teatro Rasi di Ravenna per spostarsi, poi, da martedì 14 a domenica 19 giugno al CISIM di Lido Adriano, sempre a Ravenna. In particolare, la replica di venerdì 17 giugno sarà seguita dalla presentazione in anteprima del testo Takku Ligey: un cortile nella savana. Il teatro di Mandiaye N’Diaye pubblicato dalla casa editrice Titivillus. Saranno presenti insieme all’autrice Linda Pasina, Enrico Falaschi, Marco Martinelli, Mandiaye N’Diaye, Franco Masotti, Cristina Valenti.
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SOSPESO
Tra le tante segnalazioni di eventi festivalieri in corso e incipienti, sentiamo di dover segnalare la notizia, molto meno incoraggiante, riguardante la sospensione, per quest'anno, della prevista programmazione del Festival Inteatrodi Polverigi (AN) diretto da Velia Papa. Il CDA di Inteatro, infatti, nella seduta di mercoledì 25 maggio, ha deciso di sospendere il Festival Internazionale Inteatro edizione 2011, già previsto a Polverigi dal 29 giugno al 2 luglio. Le motivazioni risiedono, soprattutto, come si legge nella breve nota apparsa sul sito di Inteatro, nella difficoltà di sostenere economicamente la 34°edizione, nonostante l’esiguità del budget preventivato. Un programma che comunque avrebbe assicurato, come di consueto, una pluralità di spettacoli in diversi spazi tra cui debutti nazionali, compagnie in residenza e nuove produzioni. Gli artisti già coinvolti, che non potranno mostrare il proprio lavoro al pubblico, hanno espresso piena solidarietà e sostegno al Festival. Anche noi di Culture Teatrali sentiamo di dover esprimere piena solidarietà oltre che manifesto dispiacere per il mancato appuntamento con uno dei festival che, sin dalla sua fondazione nel 1977 come Festival Internazionale di Polverigi, ha dimostrato di saper essere e mantenersi un punto di riferimento importante per la scena nazionale ed estera in Italia.
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corso biennale per la sensibilizzazione e lo sviluppo delle arti corporeee direzione artistica Raffaella Giordano L'arboreto di Mondaino 13>18 giugno
Si svolgerà dal 13 al 18 giugno a Mondaino nella splendida struttura del Teatro Dimora la quarta settimana di lavoro del 2011 del corso biennale Scritture per la danza contemporanea diretto da Raffaella Giordano. Promosso e sostenuto da L'arboreto-Teatro Dimora e da Sosta Palmizi, il corso si propone di essere un terreno dove piantare un seme per l'evoluzione e l'approfondimento di un'espressione scenica troppo poco sostenuta e dove rigore, apertura di spirito e senso critico, concorrano "a sviluppare un punto di vista costruttivo e autonomo e all’interno della quale mantenere un rapporto artigianale con il lavoro; mai nella corsa per costruire impalcature estetiche disgiunte da valori forti, ma in una relazione dialettica con le risorse primarie del corpo.” (Raffaella Giordano). La quarta sessione di lavoro del corso per la sensibilizzazione e lo sviluppo delle arti corporee che si svolgerà a Mondaino vedrà come docente ospite la presenza dell'artista Michele Di Stefano (MK) dal 13 al 15 giugno.
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Festival dello spettacolo contemporaneo Gradisca d'Isonzo 30 giugno>2 luglio 011
Presenti. E' questo il titolo dell'edizione 2011 di Omissis, festival dello spettacolo contemporaneo ideato e curato da mattatoio scenico, che porterà una ventata di performatività nazionale e, soprattutto, internazionale nella cittadina friulana di Gradisca di Isonzo dal 30 giugno al 2 luglio con compagnie ed artisti provenienti da Italia, Polonia, Slovenia, Romania, Inghilterra e Germania.
OMISSIS inaugura ufficialmente giovedì 30 giugno con lo spettacolo Cattivi pensieri, site specific per Omissis ideato dall’attore Giulio Morgan per entrare, poi, nel vivo con Enimirc del duo italo-taiwanese Fagarazzi & Zuffellato, una performance teatrale in cui, attraverso uno spregiudicato uso dei video e con il coinvolgimento diretto degli spettatori, Andrea Fagarazzi e I-Chen Zuffellato ricostruiscono le dinamiche di un delitto. A seguire negli spazi alternativi della Galleria Spazzapan e del Palazzo Monte di Pietà si alterneranno, tra le 22 e le 22.30, su due repliche ciascuna, due giovani artiste, una friulana e l’altra romana: Francesca Martinelli con la performance Enjoy alla Galleria Spazzapan e Francesca Fini con Performing the mirrow al Palazzo Monte di Pietà.Il festival prosegue venerdì 1 Luglio con la presentazione della performance (con posti limitati) Western meat market di Francesca Fini, un set in cui la performer romana racconta, attraverso un semplice contatto, il rapporto della nostra cultura con la carne intesa come l’essenza stessa, materiale e fisica, dell’altro. Alle 21 presso il Lapidario civico il duo italo-tedesco VestAndPage presenta Balada corporal IV, in cui gli spettatori si raduneranno attorno ai performers per smuovere l’espressività dei loro corpi e delle loro parole. Alle 22 spazio alla danza, con la prima nazionale Dedublarea della giovane coreografa rumena, Madalina Dan: uno spettacolo che, con ironia e distacco, indaga gli stereotipi e l’utilità, l’accessibilità e le problematicità della danza contemporanea. Madalina Dan, nel solco della grande tradizione rumena della danza, trasforma semplici convenzioni e regole di movimento consuete in un nuovo materiale coreografico. La giornata si conclude alle 23 al Palazzo Monte di Pietà con un grande ritorno ad Omissis, quello del radicale gruppo polacco Suka off, che presentano la prima nazionale Transfera 1.2 (posti limitati, consigliato ad un pubblico adulto), un progetto performativo in cui il ruolo di maschio e femmina è destinato a sciogliersi in una cosa sola attraverso processi fisici e multimediali.
Sabato 2 luglio la giornata si aprirà con la presentazione di Green light, una curiosa performance della coreografa slovena Mateja Bucar, che si svolgerà lungo le vie del centro cittadino dalle 19 alle 22. L’artista romana Francesca Fini, alle 20 (con replica alle 21) presso la Galleria Spazzapan, presenta Shadow, la sua terza proposta per Omissis, una performance alla cui base sta il desiderio di creare un cortocircuito che contamina i due linguaggi apparentemente più lontani del mondo: Shakespeare e un video-game. Alle 20.30 al Lapidario civico il duo italo-tedesco VestAndPage presenta Balada corporal I , un’altra sezione del suo percorso di analisi sulla comunicazione, alla ricerca di un contatto poetico e dello scambio umano tra attori e spettatori. Alle 21 in Piazza Unità d’Italia la musicista inglese Gemma Williams coinvolgerà il pubblico del Festival con le note della sua arpa, un regalo sognante dedicato agli spettatori del Festival e alla città di Gradisca d’Isonzo. Omissis chiuderà in crescendo con l’attesissimo spettacolo dei più spregiudicati e innovativi autori della scena teatrale italiana: il duo ricci/forte con la loro ultima creazione, Grimmless, in scena al Nuovo Teatro Comunale alle 22: a partire dai saperi popolari raccolti dai fratelli Grimm in forma di fiaba e tramando i fili dell’oggi che contamina e rivitalizza la tradizione, ricci/forte ritessono il mondo archetipico e sognante dell’infanzia nella loro nuova irresistibile pièce in anteprima regionale ad Omissis. Chiude la parte scenica del Festival alle 23.15 alla Sala Bergamas il secondo spettacolo in programma ad Omissis dei polacchi Suka off: la prima nazionale di Puppenklink (consigliato ad un pubblico adulto), dove verrà ricreato un luogo astratto, abitato da figure bianche, che attraverso un processo di trasformazione e trasgressione da entità neutre diventeranno entità fisiche.
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Marco De Marinis Il teatro dell'altro Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea La casa USHER - edizione 2011
Presentazione del libro domenica 16 ottobre ore 12 Modena, Biblioteca Delfini Vie Scena Contemporanea Interverranno Marco De Marinis e Pippo Delbono
Dalla metà di Giugno è disponibile in libreria il nuovo libro di Marco De Marinis intitolato Il teatro dell'altro. Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea in uscita per la collana Oggi, del Teatro della casa editrice fiorentina La casa USHER. Nel libro vengono prese in esame le questioni dell'identità e dell'alterità, così come esse sono state portate all'attenzione generale dai maestri contemporanei, cioè dai protagonisti delle due fasi della riforma teatrale nel XX secolo, e così come si pongono oggi nei settori più avanzati della scena. Tre, in particolare, sono le esperienze teorico-pratiche che fungono da riferimenti guida. La prima, anche in ordine cronologico, è quella di Artaud e del suo viaggio in Messico, esempio precoce ed estremo di osservazione partecipante. Deluso dal teatro e dalla cultura occidentali, Artaud parte per il Messico in cerca di una cultura organica e del vero teatro, cioè di un teatro inteso come azione efficace, capace di trasformare in profondità l’essere umano. La partecipazione ai riti del peyotl presso i Tarahumara lascia sul visionario francese un segno indelebile, e il tentativo ininterrotto di renderne conto attraverso la scrittura costituisce uno degli sforzi grandiosi della sua ultima stagione creativa. La seconda esperienza teorico-pratica è quella dell’antropologia teatrale di Eugenio Barba e dell’ISTA, l’International School of Theatre Anthropology. Varata alla fine degli anni Settanta dal fondatore e regista dell’Odin Teatret, l’antropologia teatrale si è offerta da allora come indispensabile campo d’indagine e preziosa prospettiva scientifica, caratterizzati dalla messa a fuoco dell’alterità tecnica del comportamento scenico, alla cui base sono reperibili, per via comparativa, pochi, essenziali principi pre-espressivi interculturali o, più esattamente, transculturali. Questi ultimi, a loro volta, danno vita a una ben più ampia pluralità di tecniche extra-quotidiane, riguardanti i modi in cui l’attore mette in forma il corpo, costruendo così la propria presenza scenica. Il terzo esempio è quello di Jerzy Grotowski, che in qualche modo funge da filo rosso, legando i diversi capitoli del volume. In effetti, un libro come il presente, consacrato alle questioni dell’altro e dell’alterità nella scena contemporanea, non poteva non trovare nel regista e teorico polacco la figura eponima. Tutta la ricerca di Grotowski, dall’inizio alla fine, dall’arte come presentazione all’arte come veicolo, rappresenta uno straordinario tentativo di fare del teatro uno strumento particolarmente idoneo a esplorare e a esperire direttamente le varie forme e dimensioni dell’alterità.
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Torino Creazione Contemporanea sedicesima edizione Torino| Moncalieri|Pecetto Torinese 3>23 giugno 2011
Il Festival delle Colline Torinesi giunge al sedicesimo anno di vita confermando il suo impegno a tutela della creazione teatrale contemporanea, la sua rete di relazioni nazionali ed europee, le sue intese col pubblico. Il segno d’artista che contraddistingue questa edizione del Festival è di Marzia Migliora: una croce blu su sfondo bianco che, nel linguaggio nautico, significa “Sospendete quello che state facendo e prestate attenzione ai miei segnali”. Il riferimento alle difficoltà in cui versa il sistema-cultura italiano è evidente. Il programma 2011 propone 19 titoli, con numerose prime: 2 assolute, 10 nazionali, 5 regionali, e favorisce, al solito, l’incontro con attori di spicco, con autori e registi sia italiani che stranieri, con giovani compagnie emergenti. Cornice del Festival sono i teatri di Torino, Moncalieri e Pecetto Torinese. Per la seconda volta il Festival si intreccia con il progetto europeo Alcotra CARTA BIANCA condiviso con l'Espace Malraux di Chambéry, destinato a far conoscere artisti francesi in Italia e italiani in Francia. E' il caso, in quest'occasione, di Marcial Di Fonzo Bo e Elise Vigier, di Bruno Meyssat, di Guillaume Vincent. Un altro gruppo di spettacoli, i cui testi sono dialettali o comprendono una componente dialettale, nasce, per il Centocinquantenario dell'Unità, nell'ambito di Esperienza Italia 150, quasi a voler comporre una mappa del teatro nelle varie regioni della penisola, rendendo omaggio alla storia di un paese che dalle proprie differenze linguistiche e culturali trae forza.
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