IX Convegno Internazionale
Ravenna, 21-24 novembre 2013
Il programma del IX Convegno "La Voce Artistica" è sempre in progress e si sta arricchendo di nuove fantastiche presenze. Quest'anno dopo una presentazione delle problematiche deontologiche di chi segue gli artisti (a cura di Oskar Schindler e di Paolo Zedda) ci concentreremo, dal punto di vista della ricerca scientifica, sugli indicatori di affaticamento vocale e i protocolli di autovalutazione del cantante con due relazioni a cura del team del Policlinico di Milano e del dott. Fussi. Seguiranno due indagini scientifiche del prof. DeJonckere, attuale presidente della International Association of Logopedics and Phoniatrics, sulla messa di voce e la formante di canto in vari stili vocali e saranno presentati dal dott. Fussi nuovi software per l'analisi elettroacustica delle caratteristiche vocali del cantante. La prima parte del pomeriggio della prima giornata sarà interamente dedicata alle caratteristiche del vibrato nelle sue sfaccettature, nel canto classico e in quello moderno, e negli strumentisti a fiato. La seconda parte del giovedì sarà dedicata alle problematiche del cantante moderno e alle esperienze delle accademie e dei format, i prerequisiti necessari secondo diversi artisti, esperti di didattica e di direzione d'orchestra tra cui Arisa, Annalisa Scarrone, Danila Satragno, Maurizio Fabrizio, L'Aura, Peppe Vessicchio, Bruno Santori.
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Adattamenti e transcodificazioni del racconto orale al linguaggio del teatro GRADUATE CONFERENCE
Sala Conferenze del Rettorato dell’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Napoli, Palazzo Du Mesnil, 3-4 Ottobre 2013
Prospettive
A partire dalle prime ricerche degli oralisti degli Anni Venti (Milman Perry, Albert Lord e Marcel Jousse), l’indagine sull’aspetto performativo del racconto orale ha acquisito uno spazio progressivamente maggiore nell’analisi dei fenomeni sociali e culturali delle società. Questi contributi hanno avuto il merito di porre al centro dell’attenzione la valenza comunicativa dell’espressione orale, intesa nel suo aspetto più materiale e performativo (stile ‘verbomotorio’).
Il potenziale comunicativo di un racconto orale risulta particolarmente incisivo rispetto ad altre forme di trasmissione, complici il ricorso ad espedienti mnemonici (formule fisse, accorgimenti metrici e ritmici, ripetizioni, economia verbale) e gli effetti psicologici e visivi della narrazione, ben descritti da Havelock in relazione alla poesia omerica (Preface to Plato, 1963). Il pubblico è affascinato dalla ritmicità del parlato e dall’abilità eidetica del racconto, predisponendosi all’apprendimento e alla memorizzazione dei contenuti. L’esperienza didattica in una comunicazione orale è, quindi, strettamente legata al piacere dell’uditorio.
Questa ‘psicodinamica dell’oralità’, come l’aveva definita W. Ong (Oralità e scrittura 1986), viene in parte condivisa dal codice narrativo del teatro, che ripropone lo stesso rapporto sincrono tra narratore e suo pubblico, anche se, in linea con la distinzione tra oralità primaria e secondaria proposta dallo studioso, la performance teatrale appartiene alla seconda. La scrittura compare, quindi, nella fase compositiva, ma la forma di comunicazione primaria rimane quella orale, di cui conserva alcune caratteristiche fondanti: l’irripetibilità dell’esecuzione, legata al contesto di rappresentazione, e il rapporto empatico con il pubblico, che fruisce di un forte coinvolgimento visivo e sonoro. La dinamica relazionale tra emittente e destinatario si arricchisce di ulteriori elementi, come la prossemica (Hall, The Silent Language 1959) e la cinesica (Wundt, Völkerpsychologie 1901).
Tuttavia la comunicazione orale e quella teatrale non sono accomunate solo dall’elemento mimetico, più o meno accentuato: esse condividono di frequente le trame. Se nelle manifestazioni più antiche di teatro gli oggetti della trasposizione scenica sono i racconti della tradizione orale, che tendono ad assumere un carattere emblematico e paradigmatico, modello archetipico di atteggiamenti individuali e collettivi, in alcune esperienze del teatro contemporaneo si ricompongono anche eventi storici o singole sequenze di un passato a noi prossimo. Il materiale rielaborato dai drammaturghi è spesso ripreso da storie orali, acquisite in modo diretto (attraverso interviste, come nel caso di Pecora Nera di Ascanio Celestini, o testimonianze personali, come quella di Marco Baliani che in Corpo di Stato ripercorre sul filo della memoria la cronaca del delitto Moro) o indiretto (grazie a testi di “storia orale” come Radio Clandestina, ancora di Celestini, che in forma drammatizzata narra dell’eccidio delle Fosse Ardeatine partendo dal libro di Alessandro Portelli L’ordine è già stato eseguito).
Si assiste dunque ad un passaggio di codice: da oralità primaria a secondaria, dalla comunicazione narrata a quella agita in uno spazio e in un tempo, dall’immedesimazione parziale di un uditorio a quella totale di un pubblico.
Ma cosa spinge una società a ri-raccontare le sue storie utilizzando due codici comunicativi affini eppure diversi nel loro specifico statuto? Quanto gli elementi convenzionali del linguaggio teatrale condizionano l’adattamento narrativo di un racconto che per sua natura nasce orale? E in che modo le componenti semiotiche ed espressive del racconto orale mutano nella traduzione sulla scena?
L’oggetto di questo convegno è l’analisi delle dinamiche di adattamento che intervengono nella trasposizione scenica di un racconto orale.
Ci si propone di esaminare le modalità con cui culture diverse, nel tempo e nello spazio, hanno adattato le loro storie alle regole compositive di due generi performativi così simili al fine di approfondire l’intento comunicativo ed educativo del consesso sociale che le produce e i meccanismi della sua realizzazione estetica.
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SELVES AS OTHERS: IDENTITY IN PIRANDELLO
Bloomsbury Theatre - London
Saturday 10 November 2012
The Society for Pirandello Studies in collaboration with UCL Italian Department (SELCS), AGM and Annual Conference
The annual one-day conference of the Society for Pirandello Studies aims to embrace a wide variety of methods and approaches to Pirandello’s oeuvre, and to bring together theatre professionals, critics and scholars representing a range of disciplines.
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International Summer School Siena // Scuola Superiore S.Chiara - Università di Siena 9-20 luglio 2012
Si svolgerà a Siena dal 9 al 20 luglio l’International Summer School Playing Identities: Acting, The Self and Society promossa dalla Scuola Superiore Santa Chiara e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Siena, dall’Accademia di Film e Teatro di Budapest e dall’Accademia di Teatro e Televisione dell'Università di Cluj-Napoca con il contributo del Programma LLP-Erasmus Intensive Programme. Il corso intensivo di formazione specializzata e multidisciplinare sul lavoro e sul ruolo dell’attore nella società europea contemporanea, si rivolge ad un gruppo di studenti di eccellenza provenienti dalle tre Università europee e coinvolge docenti dalle discipline dello spettacolo, delle scienze umane, sociali e cognitive.
A partire dall’incontro tra le culture, argomento del progetto europeo “Playing Identities” alla base dell’ultima edizione del Festival Voci di Fonte, la Summer School farà da preambolo al nuovo Festival delle arti performative di Siena, Sienafestival - il cui programma completo sarà prossimamente comunicato - che si svolgerà dal 22 settembre al 14 ottobre 2012 mettendo in comune le esperienze dei Festival senesi Contemporaneamente Barocco, Voci di Fonte e TeatrInScatola, residenze artistiche del Comune di Siena, che da diversi anni operano nel panorama culturale cittadino e nazionale portando le eccellenze italiane ed europee nell'ambito della musica barocca e del teatro contemporaneo.
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Alma Mater Studiorum - Università di Bologna DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO
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Bologna // mercoledì 15 febbraio, h 14.30 Laboratori DMS/ TEATRO
FRANCO QUADRI. UOMO DI TEATRO PATAFISICO a cura di Massimo Marino
CONVEGNO partecipano: Lorenzo Quadri, Renata Molinari, Oliviero Ponte di Pino, Cristina Ventrucci, Leonardo Mello, Gianni Manzella, Giuseppe Liotta, Adele Cacciagrano, Lorenzo Donati/Altre Velocità, Sandro Lombardi/Compagnia Sandro Lombardi, Romeo Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Armando Punzo/Compagnia della Fortezza, Luigi de Angelis/Fanny & Alexander | con un messaggio di Marco Martinelli e Ermanna Montanari/Teatro delle Albe e il video Hommage a Franco Quadri di Jacopo Quadri coordina Massimo Marino INGRESSO LIBERO
Se la Patafisica è la scienza delle soluzioni dettate dall’immaginazione, nessuno come Franco Quadri è stato gran maestro patafisico. Ha applicato la sua inventiva trasversale alla scena, entrandovi da giornalista per rivelarsi uomo di teatro completo. In questo incontro proviamo a raccontare una delle figure intellettuali più stimolanti che abbiano attraversato il teatro italiano e internazionale negli ultimi sessant’anni. Ricorderemo - grazie alla testimonianza di amici, collaboratori, osservatori, artisti - il critico che ha narrato in modo smagliante un’epoca della nostra scena, imprimendole un’impronta indelebile, dall’esperienza di redattore di “Sipario” negli anni Sessanta all’invenzione del “Patalogo” e della casa editrice Ubulibri, dalle cronache sul settimanale “Panorama” a quelle sul quotidiano “La Repubblica”. Ricorderemo l’animatore di iniziative editoriali, l’autore di importanti studi sull’avanguardia teatrale e sul grande teatro di regia, l’esploratore della scena mondiale, il raccoglitore enciclopedico di materiali, il traduttore di testi teatrali, il patron dei premi Ubu, il direttore artistico di rassegne di ricerca, di premi, l’esploratore di drammaturgie, il «fomentatore di teatro» (come ha scritto Ferdinando Taviani), la sponda insostituibile di varie generazioni di artisti e di organizzatori, il maestro di diverse generazioni di critici e studiosi. Proviamo a ricostruire la poliedrica figura di uno degli ultimi grandi critici, che ha attraversato le epoche, dai teatri stabili al Nuovo Teatro, dalla riscoperta della drammaturgia ai Teatri ’90, fino a un presente in divenire, in cui forse bisognerà registrare l’inarrestabile mutazione del critico e dello stesso pensiero critico. Interverranno alcuni degli artisti che instaurarono con lui un privilegiato, venendone stimolati nella loro attività di creatori. Con testimonianze video e audio, fino a una delle ultime interviste con Altre Velocità (vale a dire la più recente generazione di critici) sull’attore, uno dei campi nei quali si era sempre speso, inventando scuole antiaccademiche, basate sulla trasmissione diretta d’esperienza, come l’École des Maîtres.
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Convegno di studi e Laboratorio Verona-Padova 12-14 dicembre 2011
Momento di confronto e apprendimento sull'espressione corporea e i movimenti dell'anima di François Delsarte a Verona e Padova che ospitano, nella giornate del 12-13-14 dicembre un laboratorio di espressione corporea secondo il metodo Delsarte e un Convegno Internazionale di Studi a cura di Elena Randi e Simona Brunetti. Maestro di attori e cantanti, cantante lui stesso per un breve periodo, musicista ed estetologo francese, François Delsarte (1811-1871) sino a qualche decennio addietro è stato assai poco oggetto di analisi da parte degli studiosi. Le sue teorie sono tuttavia state tramandate oralmente da lui stesso e dagli allievi, venendo accolte, pur con modifiche e varianti, da artisti che operano nel campo del teatro e della danza, per alcuni dei quali, per lo più gravitanti nell’ambito dell’avanguardia storica, è diventato una sorta di nume tutelare. In occasione del bicentenario della nascita, il convegno si propone di indagarne il magistero e la fortuna, focalizzando l’attenzione sul suo pensiero relativo al gesto e alla relazione d’esso con il paesaggio interiore, sulle consonanze delle sue teorie con alcune fonti esoteriche, sull’influenza rivestita dal metodo delsartiano sulla modern dance e su certo teatro novecentesco e su altri aspetti di rilievo. Apre il focus delsartiano il laboratorio aperto a danzatori, attori, cantanti e a persone interessate, tenuto da Frank Waille nel Foyer del Teatro Nuovo di Verona lunedì 12 dicembre a partire dalle ore 9.00 fino alle 18.30. Frank Waille ha ricostruito la pratica delsartiana riproponendola in un laboratorio scandito in 4 sessioni di atelier frequantabili insieme o separatamente. Seguiranno, nelle giornate di martedì 13 e mercoledì 14 dicembre, le relazioni del Convegno internazionale di Studi intitolato I Movimenti dell'anima. François Delsarte fra teatro e danza organizzato dal Dottorato in Letteratura e Filologia dell'Università degli Studi di Verona-Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica e dalla Scuola di Dottorato in Storia e Critica dei Beni Artistici, Musicali e dello Spettacolo dell'Università degli Studi di Padova-Dipartimento di Discipline Linguistiche, Comunicative e dello Spettacolo. Martedì 13 il convegno si svolgerà a Verona nel Foyer del Teatro Nuovo e avrà tra i suoi relatori Nicola Pasqualicchio (Università di Verona) con un contributo intitolato Delsarte e l’eloquenza del silenzio, Mathias Spohr (Universität Bayreuth) con Delsarte l’antimoderniste. Sa résistance contre le progrès téchnique des arts aux années 1830; Elena Randi (Università di Padova) con Il gesto come espressione dell’anima: uno snodo centrale del pensiero delsartiano; Laurent Guido (Université de Lousanne) con Posterités différées de Delsarte sur l’art mimique au cinéma: des théories françaises à l’expression hollywoodienne de l’horreur primitive; Romina De Novellis (Université Sorbonne) con Delsarte o l’Arte della Performance: quando il gesto è l’opera. Al pomeriggio si alterneranno al tavolo delle discussioni Roberto Tessari (Università di Torino) che presenterà un intervento dal titolo Phonè, scrittura e teatro dalla prospettiva ermeneutica di Delsarte; Leonella Caprioli (Università di Padova) con Delsarte e la voce artistica; Franck Waille (Université de Lyon 3) con Les deux sources des enseignements de Delsarte: observations et métaphysique; Gerardo Guccini (Università di Bologna) con Un trattato di Gilardoni: un plagio del sistema delsartiano e Simona Brunetti (Università di Verona) con I metodi d’arte attorica di Delsarte e Morelli.
Mercoledì 14 il Convegno si sposterà, invece, a Padova dove sarà ospitato nella Sala Nievo di Palazzo del Bo. Relatori della seconda giornata: Markus Ophälders (Università di Verona) con Saperi mimetici; Martial Guédron (Université de Strasbourg) con François Delsarte e la tradizione fisiognomica; Franco Bernabei (Università di Padova) con Critica delle arti all'epoca di Delsarte. Parallelismi e interferenze; Paola Degli Esposti (Università di Padova) con Verso Delsarte. Presagi del pensiero romantico inglese; Tiziana Leucci (CEIAS-EHESS/CNRS, Paris) con Il delsartismo in India; Fausto Malcovati (Università di Milano) con Delsarte in Russia all'inizio del Novecento. I saggi di Volkonskij; Cristina Grazioli (Università di Padova) con Una declinazione primonovecentesca del Trimundio: Oskar Schlemmer e Ricarda Huch; Gessica Scapin (Università di Padova) con Delsarte e Copeau. Una via pedagogica all'arte e Beatrice Libonati (Tanztheater Wuppertal) con La mia danza e la filosofia di François Delsarte. Chiude il convegno una proiezione di Ofelia e i draghi, coreografia di Beatrice Libonati.
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Performance Studies International conference #17 Camillo 2.0: Technology, Memory, Experience Utrecht| Netherlands 25>29 Maggio 2011
Camillo 2.0: Technology, Memory, Experience è il ricco programma di conferenze, presentazioni di ricerche performative in corso, spettacoli, dibattiti e workshop organizzato dal Dipartimento di Theatre Studies dell'Università di Utrecht e dal Festival di Teatro Festival a/d Werf. Il convegno dedicato ai temi della Tecnologia, della Memoria e dell'Esperienza si svolgerà dal 25 al 29 Maggio a Utrecht, nei Paesi Bassi. Presentazioni di oltre 400 studiosi e artisti internazionali, conferenze di Mieke Bal e Jane Taylor, lezioni di Peter Matussek, Janez Jansa e William Uricchio, più di 50 turni di presentazioni di ricerche in corso con dimostrazioni, installazioni, lezioni-spettacolo, laboratori e conferenze, dimostrazioni di nuovi progetti per l'archiviazione digitale della danza e della performance, numerose performance e installazioni tra cui Wailing Wall di Janez Jansa, Actor#1 di Kris Verdonck, Will You Ever Be Happy Again? di Sanja Mitrovic, This is How You Will Disappear di Gisèle Vienne, I am 1984 di Giuseppe Chico & Barbara Matijevic e il progetto Tele_Trust di Karen Lancel & Hermen Maat, Camillo 2.0 si presenta come un momento importante di incontro e dialogo delle punte più avanzate della ricerca sugli Studi Teatrali e i Performance Studies. Per chi fosse interessato, il programma dettagliato delle conferenze e degli eventi scaricabile in file pdf.
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Cristini Moni ca Rudolf Steiner e il teatro Euritmia: una via antroposofica alla scena contemporanea
“L’euritmia è parola visibile”. Con queste parole Rudolf Steiner presenta nel 1918 la prima rappresentazione pubblica di una nuova forma artistica che a ragione si colloca accanto alle sperimentazioni e alle forme di arte del movimento sorte tra fine Ottocento e inizio Novecento; ma non solo all’euritmia si è dedicato l’antroposofo, il quale a partire dalla critica teatrale e letteraria ha rivolto il suo interesse anche alla regia, alla drammaturgia e alla pedagogia dell’attore. Dall’indagine sul lavoro teatrale di Steiner nasce questa prima monografia dedicata al suo impegno nell’ambito delle arti sceniche; l’analisi storiografica e semiologica della ricerca steineriana ripercorre qui in parallelo la biografia del filosofo, mettendo in luce un nuovo aspetto della figura di questo maestro finora perlopiù trascurato nell’ambito degli studi teatrali. Vissuto a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo, Rudolf Steiner ha perseguito una ricerca artistica, che pur avendo origine nella sua personale poetica ha di frequente riscontrato punti di contatto con le prassi filosofiche e teatrali del Novecento. In questo volume si evidenzia il percorso del filosofo in ambito teatrale e il suo singolare approccio – antroposofico – alla scena contemporanea, ripercorrendo consonanze e divergenze con le ricerche dei maestri del teatro del Novecento.
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Dipartimento di Musica e Spettacolo di Bologna
METODOLOGIA DI RICERCA I-II L’ATTORE, LA SCRITTURA, LA SCENA
a cura di Marco De Marinis
Bologna // 22 ottobre - ore 16
Presentazione del libro L'artificio e l'emozione. L'attore nel teatro del Novecento di Luigi Allegri [Laterza 2009]
introduce Marco De Marinis
ingresso libero
Luigi Allegri è Professore ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo presso il Dipartimento dei Beni Culturali e dello Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Parma, collabora con la casa editrice Laterza, dirigendo la serie “Nel laboratorio del teatro” e condirigendo la serie “Istituzioni dello spettacolo”. Fa parte del comitato di redazione della rivista "Il castello di Elsinore". Tra le sue pubblicazioni più recenti, Breve storia del teatro per immagini (Roma, Carocci, 2008) e L’arte e il mestiere. L’attore teatrale dall’antichità ad oggi (Roma, Carocci, 2005).
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Le Residenze Teatrali nel Veneto: come abitare il Territorio PPTV - Associazione Produttori Professionali Teatrali Veneti sabato 26 giugno 2010 alle ore 9.00 Sala Ridotto del Teatro Verdi
Il convegno intende approfondire con quali modalità una Residenza Teatrale possa esprimere, attraverso le arti, inediti modelli di sviluppo culturale, economico e sociale per il territorio d’appartenenza. Durante il convegno verranno riportate alcune testimonianze di esperienze di Residenza Teatrale sviluppate in altre regioni italiane. Intenderemo promuovere un dibattito circa l’individuazione delle funzioni che le Residenze possono svolgere all’interno del sistema regionale e nazionale complessivo, anche in relazione al loro aspetto normativo. Labros Mangheras Presidente PPTV Produttori Professionali Teatrali Veneti |
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Alma Mater Studiorum Università di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo
ARTE CINEMA TEATRO Seminario interdottorale in collaborazione con il Dottorato in Storia dell’Arte
18 giugno ore 10 Enrico Pitozzi CORPOGRAFIE Presenza, materia, dispositivi tecnologici
Enrico Pitozzi: Dottore di ricerca, è professore a contratto di “Drammaturgia dei nuovi media” / “Forme della scena multimediale” presso il Dipartimento di Musica e Spettacolo dell'Università di Bologna. È professore invitato presso l'Université du Québec à Montréal, UQAM (2010 e 2011). Nel 2008 ha diretto il Workshop di danza e teatro interno a “B.Motion”. Collabora attualmente con il progetto di ricerca “Performativité et effets de présence” dell'UQAM di Montréal sotto la direzione di Josette Féral e Louise Poissant (Québec – Canada). Ha partecipato a diversi convegni nazionali e internazionali sulla relazione tra le tecnologie e la sena performativa contemporanea. Da un punto di vista metodologico, la ricerca si orienta verso la definizione di un «lexicon» di concetti e temi a carattere transdisciplinare. Ha pubblicato diversi scritti sulla scena performativa europea, del Québec e del Giappone. È vice-caporedattore di “Art'O_riviste di cultura e politica delle arti sceniche” e membro della redazione di “Culture Teatrali”, rivista di studi e indagini sullo spettacolo diretta da Marco De Marinis. |
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Alma Mater Studiorum Dipartimento di Musica e Spettacolo
METODOLOGIA DI RICERCA I-II L’ATTORE, LA SCRITTURA, LA SCENA
Bologna // 11 giugno - ore 16
Francesca Gasparini
Presentazione del libro
Poesia come corpo-voce Ipotesi teoriche e esempi novecenteschi (Yeats, Lorca, Artaud, Bene) [Bulzoni 2009]
introduce Marco De Marinis
In questo volume si intende indagare la necessità dei rapporti tra teatro e poesia e cercare la teatralità laddove non si penserebbe di trovarla, nel cuore della creazione poetica: una teatralità intrinseca, radicale, imprescindibile. Insomma, si vorrebbe arrivare a pensare la poesia come creatura vivente che prende forma nello spazio ambiguo “tra corpo e linguaggio”, a pensare la poesia come corpo-voce non quale declinazione marginale della poesia, ma come la poesia tout-court. E solo a partire dalla constatazione del valore corporeo, vocale, attivo, esecutivo connaturato alla poesia, giungere a considerare le implicazioni che questo comporta relativamente all’incontro con il teatro. Il lavoro si compone di due sezioni: la prima, una vera e propria ricognizione teorica inter-disciplinare, rappresenta un tentativo di fissare uno stato dell’arte rispetto alla nuova categoria analitica denominata “poesia come corpo-voce”; la seconda si compone di una serie di quadri, quasi brevi monografie, il cui taglio, in qualche modo esemplare, da un lato si rivela attraverso le ipotesi emerse nella prima sezione e dall’altro tenta di verificarle (i capitoli sono dedicati all’esperienza di quattro grandi artisti del ’900: W.B. Yeats, F. García Lorca, A. Artaud e C. Bene).
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