E' USCITO IL NUOVO NUMERO DI CULTURE TEATRALI
con un'ampia sezione monografica dedicata alla scena degli anni Zero
Questo numero si apre con un’ampia sezione monografica, a cura di Silvia Mei, dedicata ai nuovi linguaggi della scena attuale: il teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli “anni Zero”. Un teatro difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante presente artistico. In questo senso gli interventi e gli studi di caso qui raccolti non si limitano a indagare le tendenze in atto, tanto meno enunciano dei meri orientamenti estetici, bensì articolano un percorso storico-critico in grado di restituire una rappresentazione plastica dei teatri presenti. Esito di un monitoraggio costante e di un affiancamento di gruppi e artisti, questa raccolta ambisce a fornire coordinate che intreccino differenti piani e discorsi, tra cui quello strettamente organizzativo, con particolare interesse per quei luoghi di produzione e invenzione del nuovo che fanno di certi festival vere e proprie factories. Gran parte dell’interesse per quest’ultimo decennio di teatro riguarda infatti la storiografia della contemporaneità e i suoi rapporti con quello che è stato chiamato il Novecento teatrale. Da qui il titolo proposto, non senza un pizzico di deliberata provocazione: la terza avanguardia. Dopo le prime avanguardie storiche e la ripresa postbellica del filo interrotto con le seconde, la terza avanguardia apre a un nuovo, imprevedibile tempo del teatro. Dilatando fino alle estreme conseguenze le radici della ricerca e della sperimentazione storicizzate, arriva addirittura a non essere più teatro, almeno in senso stretto, pur restituendogli il suo antico ruolo di connettore vivente delle arti. Alla parte monografica si aggiunge poi una rosa di studi autonomi, che spaziano dalla inconfondibile scrittura scenica della storica formazione rodigina Teatro del Lemming (Chiara Rossini) all’opera monstre dell’ultimo Jan Fabre (Carlotta Pircher), fra i più geniali creatori contemporanei; dalle pratiche antropologiche fra Oriente e Occidente del georgiano Alexandre de Salzmann, figura di spicco della scena primonovecentesca fra teatro, danza e ricerca spirituale (Carla Di Donato), alle forme della scena americana post-modern col pioniere della danza astratta Merce Cunningham (Vito Di Bernardi).
SOMMARIO
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4
Questo numero si apre con un’ampia sezione monografica dedicata ai nuovi linguaggi della scena attuale: il teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli “anni Zero”. Un teatro difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante presente artistico. In questo senso gli interventi e gli studi di caso qui raccolti non si limitano a indagare le tendenze in atto, tanto meno enunciano dei meri orientamenti estetici, bensì articolano un percorso storico-critico in grado di restituire una rappresentazione plastica dei teatri presenti. Esito di un monitoraggio costante e di un affiancamento di gruppi e artisti, questa raccolta ambisce a fornire coordinate che intreccino differenti piani e discorsi, tra cui quello strettamente organizzativo, con particolare interesse per quei luoghi di produzione e invenzione del nuovo che fanno di certi festival vere e proprie factories. Gran parte dell’interesse per quest’ultimo decennio di teatro riguarda infatti la storiografia della contemporaneità e i suoi rapporti con quello che è stato chiamato il Novecento teatrale. Da qui il titolo proposto, non senza un pizzico di deliberata provocazione: La terza avanguardia. Dopo le prime avanguardie storiche e la ripresa postbellica del filo interrotto con le seconde, la terza avanguardia apre a un nuovo, imprevedibile tempo del teatro. Dilatando fino alle estreme conseguenze le radici della ricerca e della sperimentazione storicizzate, arriva addirittura a non essere più teatro, almeno in senso stretto, pur restituendogli il suo antico ruolo di connettore vivente delle arti.
Alla parte monografica si aggiunge poi una rosa di studi autonomi, che spaziano dalla inconfondibile scrittura scenica della storica formazione rodigina Teatro del Lemming all’opera monstre dell’ultimo Jan Fabre, fra i più geniali creatori contemporanei; dalle pratiche antropologiche fra Oriente e Occidente del georgiano Alexandre de Salzmann, figura di spicco della scena primonovecentesca fra teatro, danza e ricerca spirituale, alle forme della scena americana post-modern col pioniere della danza astratta Merce Cunningham.
|
ALTROFUTURO - DIECIANNI Teatro Studio Mila Pieralli (Via Donizetti, 58 - Scandicci) 4 >15 novembre 2015
Mara Oscar Cassiani feat Super Bubble, Justice
Compie dieci anni ZOOM, il progetto di Teatro Studio Krypton. Dal 4 al 15 novembre il palcoscenico del Teatro Studio Mila Pieralli sarà animato dai numerosissimi artisti che prenderanno parte a questa X edizione, intitolata da Giancarlo Cauteruccio Zoom 2015 ALTROFUTURO - DIECIANNI. Teatro, danza, performance, musica per un’incursione quest’anno nei territori della new performing art nazionale, alla ricerca di compagnie under 35 e artisti emergenti. Diciannove formazioni provenienti da varie regioni italiane, dalla Sicilia al Trentino, dal Veneto alla Puglia, senza dimenticare la Toscana; alcune presenti per la prima volta a Zoom, altre che segnano felici ritorni in un festival che è stato pioniere nel ricercare in giro per la penisola i fermenti e i talenti della nuova scena.
|
Leggi tutto...
|
La voce magica Ravenna, 20-25 ottobre 2015
un progetto di Tanti Cosi Progetti con Francesca Proia, Antonella Piroli, Danilo Conti
Il programma si concentra su alcune potenzialità della voce come strumento in grado di condurre non soltanto all’esperienza teatrale, ma più in generale alla possibilità di cambiare sé stessi attingendo alla fonte dell’atto vocale. Emettere suoni, ascoltare qualcuno che racconta o raccontare, lasciarsi guidare dalla voce o, semplicemente, contemplare una bocca in quanto teatro dei fonemi possono condurre ad una rigenerazione personale che svelano la qualità magica insita nell'atto del parlare.
Programma
Dal 20 ottobre 2015 al 23 ottobre (ore 17:30-19:30) DAL RILASSAMENTO ALL'IMMAGINAZIONE Laboratorio per bambini dai 7 ai 12 anni. Gruppo max di 12 bambini.
Sabato 24 Ottobre 2015, ore 21 UN LAMPO Lettura pubblica di Francesca Proia. Collaborazione artistica: Danilo Conti. A seguire TRABOCCA di ANTONELLA PIROLI Micro-Spettacolo di 4 minuti per 4 spettatori per volta. Buffet, musica e lettura di tarocchi a offerta libera. Domenica 25 ottobre 2015, ore 16.30 IL FUSO NERO di e con Danilo Conti e Antonella Piroli. Musica di Euski (Roma Amor di Ravenna). A seguire apertura al pubblico del laboratorio DAL RILASSAMENTO ALL'IMMAGINAZIONE con presentazione dell'esito sonoro-visivo realizzato dai giovani partecipanti. Al termine buffet offerto dall’organizzazione e ascolti musicali.
Info e prenotazioni Antonella Piroli cell. 338-8017819 Danilo Conti cell. 335-5622377 www.homunculusravenna.tumblr.com |
oltre 70 appuntamenti in 9 giorni, 29 repliche di 16 spettacoli, 25 film e documentari, 4 party, 1 progetto speciale per l'infanzia, incontri con gli autori, laboratori per adolescenti
www.genderbender.it |
Vai al programma
INFO
tel. +39 0574 608560 - 565
|
La V edizione di ALTO FEST - International Contemporary Live Arts for a Human/Urban Regeneration, si apre all’insegna del riconoscimento di Festival d’Europa, giunto da EFFE - Europe for Festivals Festivals for Europe, un’iniziativa dell’Unione Europea.
Alto Fest è un progetto culturale internazionale, orizzontale e generativo, che si innesta nel tessuto socio-urbano che lo ospita. Lo scopo del festival, sintetizzato dal motto “dare luogo”, consiste nell’attivare processi culturali partecipativi e promuovere così un’esperienza di rigenerazione umana ed urbana.
Un processo svolto attraverso la sperimentazione di poetiche innovative, che ambiscono a coinvolgere, assieme ai luoghi, il sistema di relazioni che questi luoghi ospitano. Il Festival si svolge negli spazi privati donati spontaneamente dai cittadini (appartamenti, terrazzi, sotterranei, cortili, interi condomini, laboratori artigianali...).
Selezionati tra oltre 250 proposte pervenute da 44 nazioni diverse, queste le presenze che animano il programma di Alto Fest:
Aldo Riboni (IT), Ana Paula Santana (MEX), AntoninoTalamo (IT), Azul Teatro (IT), Bergen Convention (RU / DE), Charles Koroneho (CA / NZ), Claudio Menna (IT), Collettivonucleo34 (IT), C.ie du ciel et des épices (FR), Connor Maley (USA), Derviches A (FR / IT), Fabris | Mansour (IT / LB), Federica Terracina (FR / IT), Fen Chen (USA / CHN), Francesco Paolo de Siena (IT), Giuseppe Valentino (IT), Glnu Kirs (LB), Hui Chun Chen (NL / TW), Ilaria Abbiento (IT), Ivana Petito (IT), Katie Duck (NL), Luca Errico e l'Oceano Viola (IT), Ludovica Rambelli (IT), Marion Phillini (UK / IT / AU / CO), Niyar Theatre (IL / DE), ODC Ensemble (GR), Ohi Pezoume (GR), Opera retablO (CH), Paola Stella Minni (IT), Phoebe Zeitgeist (IT), Pietribiasi | Tedeschi (IT), Progetto Brockenhaus (CH / IT), Quesada|Cisneros (AR / MEX), Rea Zekkou (GR), Réplika Teatro (ES / PL), Roberto Corradino (IT), Rua Portalba (IT), Sandra Bozic (RS), Sara De Jesus Bento (PT), SU | SA (JP / IT), T.I.R. (IT), Toccata Studio (MY), Waas | Barletti (DE / IT)
Il programma del festival accoglie tutte le espressioni dell’arte contemporanea, dal teatro alle arti visive, dalla danza alla musica, fino al cinema e alla scrittura, ospitando progettualità interdisciplinari, prodotte dal dialogo tra autori che sperimentano sinergie inedite, prassi ibride, la cui presenza oggi rende ALTO FEST crocevia di linguaggi diversificati e di estetiche sperimentali, portando a Napoli la voce della cultura contemporanea internazionale.
Vai al programma |
Locandina di Eric Ward @littlecoal
La tredicesima edizione di Kilowatt Festival presenta quest'anno (18 – 25 luglio) un ricco programma di teatro, danza, musica, fotografia, incontri, convegni che faranno di Sansepolcro, ente capofila del progetto europeo Be SpectACTive, un punto di riferimento nel panorama teatrale nazionale dal forte respiro internazionale.
Vai al programma |
[Cristina Valenti] Judith Malina è morta il 10 aprile scorso nella Lillian Booth Actors Home, la casa di riposo per attori anziani a Englewood, New Jersey, dove dimorava dal febbraio 2013. Avrebbe compiuto 89 anni nel giugno prossimo. Sessantotto anni fa, nel 1947, aveva fondato con Julian Beck il Living Theatre, il teatro che sarebbe diventato ben presto fucina di sperimentazione artistica e quartier generale dell’ambiente politico newyorkese, profondamente orientato in senso pacifista e libertario. L’avvicinamento all’anarchismo avvenne attraverso le prime letture di Godwin e Proudhon, ma soprattutto attraverso la cerchia delle frequentazioni newyorkesi: Paul Goodman, Jackson Mac Low, la rivista “Why?”, gli anziani del Resistance Group reduci dalla guerra spagnola, le iniziative pacifiste dei War Resisters e del Catholic Warker di Dorothy Day… Un’adesione immediatamente pragmatica alla “razionalità dell’idea”, alla “sua semplicità e praticabilità insieme”, secondo le parole di Judith Malina. E lei, la regista del gruppo, formatasi alla scuola di Erwin Piscator, ha portato nel Living Theatre il sapere teatrale che ha consentito di tradurre gli ideali politici in pratica artistica, di sperimentare concretamente la visione anarchica verificandone i fondamenti nella prassi creativa, fuori e dentro la scena. Quando si sono incontrati, Julian Beck era un brillante pittore della cerchia degli espressionisti astratti, aperto alle esperienze di sconfinamento e incontro fra le arti, convinto della necessità che il teatro dovesse portare a termine la rivoluzione che aveva sconvolto le altre arti, musica, pittura, scultura. Judith Malina, quaderni di regia alla mano, governava il “caos creativo” tanto caro a Julian Beck, mettendo la sua formazione teatrale al servizio di soluzioni tecniche, metodologiche e organizzative che rendessero praticabile l’utopia. Insieme e differentemente razionali e visionari, hanno dato vita alla più radicale esperienza di sovversione teatrale novecentesca, una compagnia che a metà degli anni Sessanta si è trasformata in collettivo teatrale, ovvero microcellula rivoluzionaria e avanguardia di sperimentazione concreta.
|
Leggi tutto...
|
Teatro a Corte 2015
15 luglio – 2 agosto
Gandini Juggling - ph. Alice Allart
Spettacoli da 8 diverse nazioni: Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna, Israele, Finlandia, Gran Bretagna
13 giornate di festival con 26 compagnie internazionali
6 dimore sabaude del Piemonte e nella città di Torino
INFO: tel. +39 0115634352 - www.teatroacorte.it |
|
|