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Teatro Valle occupato dai lavoratori

"Come l'acqua, l'aria, ora la cultura". All'insegna di questo slogan il Teatro Valle è stato occupato dal 14 giugno da un gruppo di lavoratori dello Spettacolo affiancato da attori e artisti nel tentativo di sbloccare una situazione di totale stallo, indifferenza, dimenticanza come quella che si è venuta a creare su una delle sale storiche italiane più belle.
Il problema si è innescato nel momento stesso in cui il ministero, sette mesi fa, decise la cancellazione dell’ETI senza preoccuparsi di che fine avrebbero fatto i teatri che l’Ente Teatrale Italiano gestiva. Il Valle è uno di questi. In questi sette mesi il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività culturali) avrebbe dovuto provvedere a trovare una soluzione, ma finora nessuna seria decisione o proposta è stata avanzata se si eccettuano le voci preoccupanti che riguarderebbero l'affidamento della sala a qualche artista “vicino” alla giunta capitolina.
L’attuale assessore alle Politiche culturali della giunta capitolina, Dino Gasperini, dopo l'occupazione del teatro, pare essersi svegliato decidendo di mettere in delibera in questi giorni il passaggio del Valle dal Mibac al Comune il quale lo affiderà per un anno al Teatro di Roma, mentre per il futuro l’assessore avanza l'idea di un bando “partecipato” che coinvolga nella programmazione della prossima stagione le altre eccellenze culturali della città, sviluppando una sinergia con il teatro dell’Opera, l’Accademia di Danza, il RomaEuropa Festival e gli altri protagonisti della scena culturale romana.
Gli occupanti del Valle, però, chiedono un ripensamento generale per un modo diverso della gestione e del fare teatro in Italia. Ripensare le istituzioni formative vuol dire, infatti, ripensare lo status di cittadini e lavoratori, vuol dire mettere a servizio di tutti le proprie capacità creative per immaginare dei modelli alternativi che garantiscano formazione gratuita da un lato e lavoro retribuito dall’altro. Vuol dire immaginare diversi modelli di finanziamento e di autogestione, di dialogo con pubblico e privato. Vuol dire prendere parola in prima persona rispetto ai luoghi in cui viviamo e che vivono grazie al nostro lavoro. Gli occupanti del Valle chiedono un teatro di innovazione, aperto ai giovani e ai linguaggi contemporanei. Chiedono un bando che sia fatto con trasparenza per nomine, titolo progettualità e con turn over delle cariche. Chiedono di poter entrare, giustamente, nella commissione del bando. Sperano in un teatro che preveda percorsi formativi per artisti e un progetto serio autentico di formazione del pubblico. E soprattutto chiedono l'adozione di un codice etico che impegni le controparti alla tutela, una volta per tutte, dei diritti dei lavoratori.


Per seguire l'occupazione del Teatro Valle:

http://www.youtube.com/watch?v=-tnLXg_n78w&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=QnrbDQkIRcM

 
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