Ravenna // 4 febbraio 2010 h 18 Teatro Rasi presentazione del libro IL CORPO DEL CAPO (Guanda) di Marco Belpoliti
Il caustico intellettuale indaga il “sapiente” lavoro attraverso il quale Berlusconi ha costruito la propria immagine pubblica. E riflette su come il “corpo del capo” sia diventato la metafora vivente della nostra stessa idea di corpo, della sua durata nel tempo, del suo valore e del suo sfruttamento economico. Oltre all’autore, intervengono Chiara Lagani (Fanny & Alexander) e Serena Simoni (storica dell'arte). ingresso libero
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Compagnia Krypton UNO, NESSUNO E CENTOMILA di Luigi Pirandello Scandicci (FI) // 2 > 7 febbraio h 21.15 Va in scena al Teatro Studio di Scandicci da martedì 2 fino a domenica 7 febbraio, Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello, adattamento di Giuseppe Manfridi, con incursioni di Giancarlo Cauteruccio, interpretato da Fulvio Cauteruccio, Monica Bauco e Laura Bandelloni. Lo spettacolo si avvale della scena e delle luci di Loris Giancola, di immagini video di Stefano Fomasi, costumi di Massimo Bevilacqua e regia di Giancarlo Cauteruccio. Dopo la prima tappa di avvicinamento all’autore siciliano attraverso il primo studio che ha debuttato con successo a Scandicci nel marzo 2009, il regista insieme agli attori ha continuato il lavoro sull’impianto drammaturgico e sui personaggi creando un’edizione più densa, in cui scompaiono i due atti in favore di un atto unico della durata di un’ora e un quarto. In questo nuovo allestimento il ruolo di Anna Rosa è ricoperto dall’attrice fiorentina Monica Bauco. |
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Milano 09 > 10 febbraio 10 h 21 TEATRO i Daniele Timpano / amnesiA vivacE DUX IN SCATOLA autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito finalista del Premio Scenario 2005 Un attore – solo in scena con l’unica compagnia di un baule che viene spacciato come contenente le spoglie mortali di “Mussolini Benito”– racconta in prima persona le rocambolesche vicende del corpo del duce, da Piazzale Loreto nel ’45 alla sepoltura nel cimitero di San Cassiano di Predappio nel ’57. Alle avventure post-mortem del cadavere eccellente si intrecciano brani di testi letterari del Ventennio (Marinetti, Gadda, Malaparte…), luoghi comuni sul fascismo, materiali tra i più disparati provenienti da siti web neofascisti, nel tentativo di tracciare il percorso di Mussolini nell’immaginario degli italiani, dagli anni del consenso agli anni della nostalgia. L’attore, costretto ad avvicinare la materia da una lontananza cronologica e ideologica immensa, gioca una identificazione posticcia con l’oggetto del suo racconto, parlando sempre in prima persona, come se il suo corpo contenesse la forza criminale del fascismo tra le sue quattro ossa. Una identificazione che è appunto posticcia, visto che in scena non c’è nessun tentativo di rappresentare un personaggio-Mussolini: il duce degli italiani è nel baule, o al limite nella tomba di Predappio. L’assimilazione forzata tra il soggetto (Daniele Timpano: “sinistramente” vivo) e l’oggetto (Mussolini Benito: “destramente” morto) del racconto riconferma la lontananza irriducibile tra due visioni del mondo inconciliabili. Dux in scatola, finalista al Premio Scenario nel 2006 (dove vince il primo premio della Giuria Ombra), è pubblicato in volume da Coniglio Editore nel 2006.
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Milano // 4 > 7 febbraio 10 h 21 Daniele Timpano / amnesiaA vivacE RISORGIMENTO POP memorie e amnesie conferite ad una gamba Due figure sul fondo, il volto coperto da un fazzoletto che subito abbandonano per indossare, compiaciuti, scuri occhiali da sole. Daniele Timpano e Gaetano Ventriglia si presentano così, tanto per sembrare un po’ pop anche loro. Del resto tutto questo è pop. Non semplicemente popolare. Popolare è Pippo Salva Baudo, popolari sono Albano e Miss Italia. Britney Spears è pop. Anzi, la sua giovinezza è quasi neogaribaldina, così come le sue resurrezioni, i suoi rutti post-glamour, la sua retorica virginale. Così, si possono anche scegliere due preti blasfemi per raccontare il Risorgimento, ricordandone le tappe fondamentali come in un quiz televisivo. Parroci con gli occhiali scuri da mafiosi, con fazzoletti bianchi sulla faccia come a dire: “Arrendetevi!”, oppure “Siete circondati”, quasi a significare che le dimensioni di un piccolo stato autonomo, quando i confini sono spirituali, non siano affatto rilevanti. Quasi a dire che la storia stessa, in fondo, non esiste, come l’Italia che parrebbe resuscitata ma che invece è morta, morta stecchita. Scheletrita, rinsecchita come il cadavere e la gamba mutilata di “Pippo” Mazzini e “Peppino” Garibaldi, portati a sorpresa sul palco. E se l’Italia non esiste più, il Risorgimento è tutta una bufala, una bufala pop, e il grido di “viva l’Italia” può essere sostituito dalla hit ossessionante di Britney Spears, nello stile dissacratore e visionario di Daniele Timpano che, dopo Dux in scatola e Ecce Robot!, affronta con questo spettacolo la farsa tragicomica della fine dell’Ottocento italiano.
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Uovo si sposta a Marzo Milano // 18 > 21 marzo 2010 VIII edizione Anche quest'anno UOVO presenta le espressioni più curiose della performing arts, privilegiando artisti che promuovono un approccio indisciplinare . Dalla sua prima edizione nel 2003 Uovo performing arts festival ha presentato oltre 250 artisti, per un totale di 75 spettacoli, 46 prime italiane e 16 compagnie per la prima volta in Italia, provenienti da più di 15 paesi (Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Svizzera, Belgio, Gran Bretagna, Austria, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, Islanda, Giappone, Stati Uniti, Canada, Iran, Thailandia). 12 artisti provenienti da Gran Bretagna, Germania, Francia, Croazia, Belgio, Svezia, Italia; 8 prime italiane; 3 coproduzioni: sono i numeri dell’ottava edizione di Uovo. Uno degli elementi di novità di questa edizione è la durata ‘concentrata’ del festival, puntando su produzioni anomale dal punto di vista della fruizione, lavori “fuori formato” che ripensano la relazione tra artista e spettatore e ricercano un coinvolgimento diretto del pubblico.
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COMPAGNIA VIRGILIO SIENI L'Ultimo giorno per noi di Virgilio Sieni prima nazionale
CANGO - Cantieri Goldonetta Firenze // 29 gennaio > 7 febbraio 2010 ore 21.00 domenica ore 17.00 – lunedì riposo Si apre con questa nuova creazione in prima nazionale l'ultimo atto della trilogia lucreziana ideata da Virgilio Sieni: “La Natura delle cose”, “Oro” e “L'ultimo giorno per noi”. La scelta del De rerum natura, il poema filosofico-enciclopedico di Tito Lucrezio Caro, coincide con l’urgenza di rivolgersi alla natura delle cose, alla loro anima e origine, ponendo la danza come strumento di indagine e come manifesto per una riflessione sull’oggi. Per l'intero progetto dedicato a Lucrezio, Virgilio Sieni si è avvalso della prestigiosa collaborazione di Giorgio Agamben, tra i più importanti e originali filosofi del nostro tempo, noto e tradotto a livello mondiale. Ne “La natura delle cose” un compatto quartetto di uomini e una figura femminile metamorfica e sempre presente, come la Venere-dea dell’atto generativo evocata da Lucrezio all'inizio del suo poema, danno vita a tre scene distinte. La musica è una creazione originale di Francesco Giomi. Il testo dello spettacolo è letto e registrato dalla celebre cantante Nada Malanima, che per la prima volta offre il suo contributo vocale in uno spettacolo coreografico.
“Oro” è il naturale sviluppo del precedente “La Natura delle cose” e si inoltra nel poema di Lucrezio attraverso un percorso nelle età dell'uomo, articolandosi in quattro momenti che rappresentano altrettante domande al tempo: sono processioni coreografiche che riflettono sull'età del corpo, l’origine delle cose, il tempo, il senso dell’attesa, la cecità e la vista, la morte. Anche in questa seconda tappa le musiche originali sono di Francesco Giomi e la voce
recitante è di Nada. “L'Ultimo giorno per noi” è co-prodotto dalla Fondazione Fabbrica Europa e viene presentato ora in prima nazionale come un'anteprima del prossimo festival Fabbrica Europa. Il lavoro trae ispirazione in particolar modo dal VI libro dove Lucrezio ci parla degli agenti terreni che gli uomini non possono controllare, i terremoti, le eruzioni, descrivendo, al termine dell'opera, la peste di Atene. In scena 5 fratelli gemelli vanno incontro alla fine. Sono figure che si nutrono di sospensioni fisiche in una coreografia sulla ciclicità del gesto che si rigenera nell’emozione e nel desiderio. La musica è di Robert Schumann. |
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A L D E S / Roberto Castello Bari // 30 gennaio 2010 h 21 NEL DISASTRO parte VIII de Il migliore dei mondi possibili ..................................... > 29 + 31 gennaio - h 21 SCENE DA UN MATRIMONIO
NEL DISASTRO. parte VIII de Il migliore dei mondi possibili “Nel Disastro” è l'ottavo capitolo de “Il migliore dei mondi possibili”, quello dedicato alle vite degli individui. Di qui il titolo. E' uno spettacolo corale che attraverso la danza, la voce e la parola, getta uno sguardo impudico, ma lieve e umanissimo, sulla drammaticità e l’insensatezza del quotidiano. Una surreale e grottesca rappresentazione delle tragedia individuale e del disastro collettivo di un tempo e di un paese sconcertanti. Con un’autoironia feroce, “Nel disastro” deride la fallocentricità dei rapporti. Attraverso un meccanismo di amplificazione di dati autobiografici e intimità impudicamente svelate, gli interpreti danno vita, non a personaggi, ma alle ansie, inquietudini, fragilità, debolezze, desideri, inadeguatezze, dolore e nevrosi di questo tempo. Una riflessione sul senso del vivere contemporaneo, o forse più esattamente, sulla sua assenza, strutturata in una sequenza di assoli intervallati da brevi scene collettive. |
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Bologna // 29 > 30 gennaio 2010 a cura di Davide Ferri e Antonio Grulli in collaborazione con Irene Guzman e Valentina Rossi
Tre bar e un circolo di Bologna. Quattro luoghi che, tra la sera di venerdì 29 e la giornata di sabato 30 gennaio, il fine settimana di Arte Fiera Art First, si animeranno di piccole installazioni, interventi, azioni, disegni, dipinti, incontri informali e tavole rotonde, che vedranno coinvolti artisti, critici e curatori. La sera di venerdì 29 al Circolo ARCI Guernelli, a pochi minuti a piedi dalla fiera, avranno luogo due discussioni aperte al pubblico, un intervento performativo e uno installativo. |
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Arte partecipativa Approcci creativi al concetto di comunità Bologna // sabato 30 gennaio 2010 h 14.00 - 15.30 Arte fiera, hall 18, sala art talks Tavola rotonda Con Monica Donini, Rudolf Frieling, Alfredo Jaar, Bert Theis modera Julia Draganovic
Da tempo, il classico rapporto fra spettatore e oggetto d'arte non è più l'unica relazione che si crea fra artista e pubblico. Infatti, già a partire della seconda metà del Novecento si manifesta la tendenza - documentata nel testo anticipatore di Umberto Eco "Opera Aperta" - a cancellare i confini fra artista, opera e spettatore. Dopo gli eventi di Fluxus, gli happening e l'estetica relazionale degli anni Novanta, arte e vita quotidiana sono talmente intrecciate che spesso si stenta a distinguere l'una dall'altra. Le ricerche e le pubblicazioni su questi tipi di cross over oramai sono innumerevoli. All'epoca, Joseph Beuys aveva esteso il concetto d'artista definendolo in modo quasi universale. Nonostante ciò, ancora oggi un coinvolgimento capace di generare nuove comunità creative non solo nel processo di fruizione, ma anche nella produzione artistica di quelli che non, o almeno non in primo luogo, si considerano artisti, rimane una sfida permanente per molti artisti. L'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna con sede a Bologna, Italia, ha deciso di sostenere questo tipo di ricerca artistica tramite un bando biennale per un Premio d'Arte Partecipativa. L'obiettivo è non solo promuovere una produzione artistica lontana dalle strategie di mercato, ma anche offrire una fonte d'ispirazione a cittadini e politici per quanto riguarda le "tecniche" a supporto della partecipazione.
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Roma // 30 > 31 gennaio h 20.30 Teatro Palladium Università Roma Tre Piazza Bartolomeo Romano, 8 – Roma TEATRO FORSENNATO DANIELE TIMPANO/AMNESIA VIVACE e CIRCO BORDEAUX OLIVIERIRAVELLI_TEATRO KATAKLISMA
Cercare strade autonome di azione e di pensiero per suggerire un cambiamento e un confronto fertile in un contesto difficile come quello del sistema teatrale italiano: è questo l’obiettivo del Consorzio Ubusettete composto attualmente da quattro compagnie che condividono una analoga visione etica del mondo e della pratica teatrale. Facendo tesoro dell’esperienza decennale di Ubusettete – che è stata rassegna, casa editrice, rivista di critica indipendente – il Consorzio fonda una originale strategia di progettazione, creazione e promozione che attinge alla pratica della nuova scena indipendente romana. Le nuove produzioni dei quattro gruppi offrono un panorama di linguaggi artistici diversi che, ciascuno a suo modo, riflettono in maniera stringente sulle contraddizioni della nostra società e del nostro tempo. |
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Korekané ed Elisabetta Gambi STALLO - studio per un'anticamera - Milano // 30 gennaio - 1 febbraio 2010 h 21.00
Premio Monica Mioli a Chiara Cicognani come miglior interprete. Festival Loro del Reno, Teatri di Vita (BO). "Incontro dopo la morte: stallo, in attesa di una destinazione finale. Quattro individui nello spazio sospeso tra essere e non essere. Lenzuoli a evocare la definitività della condizione. Uno spettacolo su un tema estremo e terminale, che interroga la morte come condizione di sospensione, e quindi domanda, attesa. Stallo - studio per un'anticamera è il nuovo lavoro di Korekanè, che il gruppo ha composto prendendo spunto dalla fine del precedente in-quiete (che tra l'altro è stato presentato proprio all'edizione di Loro del Reno del 2006). Dalle suggestioni di Bergman (e del suo film Persona) e di Sartre (A porte chiuse) si dipana una vicenda di relazioni vitali. I quattro protagonisti di questa avventura oltre la vita, infatti, agiscono come nell'opera di Sartre con tutta la carica psicologica ed emotiva di quando erano vivi, con dinamiche e aspettative di ciò che dovrà accadere - forse una pena - che è già pena di per sé, perché "l'inferno sono gli altri". |
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DIPARTIMENTO DI MUSICA E SPETTACOLO LA SOFFITTA - Centro di Promozione Teatrale Il giorno della memoria INCONTRO CON MONI OVADIA Coordina Marco De Marinis Moni Ovadia - attore, cantante, musicista e scrittore - nato nel 1946 in Bulgaria, di discendenza ebraico-sefardita, greco-turca da parte di padre e serba da parte di madre, dalla fine degli anni ‘40 vive in Italia. Tra gli spettacoli ricordiamo Oyle Goylem (1993), Dybbuk (1995), Ballata di fine millennio (1996), Il caso Kafka (1997), Mame, mamele, mama (1999), Il Banchiere errante (2001), L’Armata a cavallo (2003), Le storie del Sig.Keuner (2006), fino al recente Shylock, Il Mercante di Venezia in prova (2009). Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, quali il “Sigillo per la pace” dalla città di Firenze, il “Premio Speciale UBU 1996” per la sperimentazione teatrale; nel 2005 la laurea honoris causa in Lettere-Filosofia dall’Università di Pavia e, nel 2007, in Scienze della Comunicazione dall’Università per Stranieri di Siena. Moni Ovadia oggi è considerato uno dei più prestigiosi e popolari artisti della scena italiana. Il suo teatro musicale, ispirato alla cultura yiddish che ha contribuito a fare conoscere e di cui ha dato una lettura contemporanea, è unico nel suo genere, in Italia ed in Europa. E’ anche noto per il suo costante impegno politico e civile a sostegno dei diritti e della pace. Ingresso libero |
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