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News » Culture Teatrali
Contrappunti 09/10

Teatro di ricerca al Maddalene

Variazioni sul tema

Padova // 18 dic 09 > 28 maggio 10

Quattordicesima stagione per Contrappunti, rassegna d'arti sceniche di sperimentazione e ricerca ideata da Tam Teatromusica con il sostegno di Assessorato alla Cultura e in collaborazione con Arteven e Regione del Veneto. Variazioni sul tema significa riuscire ad indagare le possibilità mantenendo intatta la linea melodica, la propria integrità stilistica; significa invitare il pubblico a cambiare spesso il proprio punto di vista accompagnandolo attraverso le aree d'interesse che maggiormente hanno incontrato e contaminato lo spazio del Teatro Maddalene. 6 appuntamenti di ricerca teatrale rapportano ospite e ospitante su tre distinti sguardi verso il contemporaneo, l'infanzia e l'impegno civile.

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CANGO

Cantieri Goldonetta
Firenze / / 22 gennaio > 7 febbraio 2010

Compagnia Virgilio Sieni

L'ULTIMO GIORNO PER NOI

dal De Rerum Natura di Tito Lucrezio Caro

Sui bambini esanimi si vedevano talvolta i corpi inanimati dei genitori, e all’opposto talora sulle madri e sui padri i figli esalare la vita

        De Rerum Natura, VI, 1256-1258

Il lavoro trae ispirazione da La natura delle cose e in particolar modo dal VI libro dove Lucrezio ci parla degli agenti terreni che gli uomini non possono controllare, i terremoti, le eruzioni descrivendo infine, terminando l'opera, la peste di Atene. Quei corpi di bambini morenti che a loro volta sostengono i genitori, corpi riversati e dolorosi nella richiesta di conforto e vicinanza, vengono prima di un vuoto che è materia e sostanza di sguardo, del tragitto dell'uomo verso l'altro. Allo stesso tempo altri due avvenimenti hanno determinato lo sviluppo del lavoro, le cadenze del gesto e la qualità dei corpi tangenti dei danzatori: la recente tragedia  del cosiddetto  gommone di Malta dove cinque emigrati vengono trovati e ricacciati in mare senza soccorso, alla deriva disumana, e allo stesso tempo la fotografia di Merillon, chiamata la Madonna di Benthala, la madre che perse i suoi sette figli nell'esplosione di una bomba.

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TEATRO FABBRICHINO

Kinkaleri
Nessun Dorma

Fiaba teatrale liberamente tratta dalla Turandot di G. Puccini

p r i m a  n a z i o n a l e

Prato // 15 > 19 dicembre 2009

Per il 2009-2010 Kinkaleri propone un nuovo progetto per l’infanzia che assembla la produzione dello spettacolo dal titolo Nessun Dorma, liberamente tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini, dedicato ai bambini dai sei ai dieci anni e una serie di proposte di laboratori, incontri e progetti specifici che coinvolgono attivamente diverse fasce di pubblico. Turandot, l’ultimo capolavoro del melodramma italiano, è una storia crudele come solo le fiabe sanno essere: una storia di morte e amore che Kinkaleri narra tra splendori di luce, colpi di scena e immaginazione, rapidissimi travestimenti tra sagome, trucchi e un gong a scandire successi e insuccessi. La struttura della fiaba si offre anche al gioco attivo, alla identificazione di chi assiste allo spettacolo: il percorso dell’eroe e la sua storia forniscono un’occasione di costruzione e condivisione di un immaginario. Il lavoro di creazione e di messa in scena prepara un territorio fertile di dialogo e confronto costruendo un filtro comunicativo con il pubblico dei più piccoli, degli insegnanti e operatori.
Il progetto prevede diversi momenti di lavoro che seguono parallelamente la costruzione e il debutto dello spettacolo: il percorso produttivo diventa momento centrale di condivisione e passaggio di esperienze con il pubblico chiamato a partecipare con ruoli diversi. Le proposte offrono differenti modalità di intervento e mettono in pratica processi e strumenti che definiscono immediatamente le qualità del lavoro che vanno a realizzare: il laboratorio video che si inserisce direttamente nella creazione dello spettacolo e nella ricomposizione dello spazio esotico della Turandot, il progetto brainstorming, a cura di Elisa Fontana, che diventa un interstizio sociale e relazionale teso tra la costruzione di un linguaggio sulla fruizione e la cronaca dell’avvenimento, l’incontro/conversazione con gli insegnanti, operatori e pubblico come momento strutturato e dialogante.   

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Teatro San Martino

Bologna // 11 > 12 dicembre 2009 h 20
Se fossero le Alpi

di Fabrizio Favale/Le Supplici

Se fossero le Alpi parla delle connessioni e articolazioni fra i luoghi, di indicibili richiami che possono avvenire anche a considerevoli distanze. E per farlo parte da due luoghi che muovono sempre in simultanea: il corpo del danzatore e lo sfondo immaginativo nel quale i suoi movimenti si riflettono.

Il lavoro prevede la collaborazione specifica con diversi danzatori in diversi luoghi di prova e residenza. Con essi viene delineato un tracciato, una danza, un paesaggio differente dagli altri, e solo alla fine tutti i danzatori si incontrano e tutti brani costruiti vengono intrecciati come in una elaborata tessitura.

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Mòra
Homo Turbae
Casalecchio (BO) // 9 dicembre 2009 h 21.00 

Compagnia di ballo della Societas Raffaello Sanzio

Diretta da Claudia Castellucci

Mòra
è una compagnia di ballo che nasce dopo le esperienze e gli studi della Stoa, la scuola sul movimento ritmico fondata da Claudia Castellucci, all’interno della Socìetas Raffaello Sanzio, con intenti di ricerca pura.
Mòra vuole portare a compimento una espressione di danza legata prevalentemente alla dimensione del tempo. La conseguenza più evidente di questa opzione è il legame metronomico con la musica, che stabilisce la misura per ogni movimento sulla scena. Artefici principali di questo legame sono gli arti inferiori, i quali, come pistoni di uno strumento musicale, hanno un contatto terreno costante, marcato dai battiti dei piedi. Il movimento più ricorrente del ballo è il salto, perché, pur muovendosi nello spazio, non si sposta, insistendo spesso sullo stesso punto.
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Alle soglie del bosco...

Volare a tutti i costi, forse + Emporio 996

Domenica 13 dicembre 2009, dalle 16
Teatro Dimora, L’arboreto di Mondaino (RN)

 

Una piccola festa per chiudere un lungo anno di incontri e relazioni, laboratori e residenze creative, spettacoli e progetti. Una domenica pomeriggio per ragazzi e adulti, insieme, ad ascoltare favole e scoprire oggetti e suoni alle soglie del bosco. ingresso libero

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CollettivO CineticO

[frammento del progetto eterotopico decennale "c/o"]

Festival Fuoristrada
Ferrara // 9 dicembre 2009 h. 21
prima assoluta

Teatro Comunale di Ferrara

: : D  2| 2

monoscritture retiniche sull'oscenità dei denti 

A partire dalla bocca, spazio architettonico originario per eccellenza, saletta corporea celata e lampeggiante, si apre una riflessione sull'osceno attraverso un sorriso che si mostra come identificazione, oscenazione senza volontà muscolare né emotiva, rovesciamento dello scheletro dentale all'esterno. Sorriso della cinica messa in posa per una foto ricordo, di un accattivante brand pubblicitario o di uno slogan elettorale. Sorriso che rende il corpo un'immagine su supporto organico.

L'osceno, ciò che per definizione deve rimanere fuori scena, viene portato alla luce dalle tenebre del cavo orale incistandosi nella dimensione della normalità e rendendo lo spazioscenico merce per la retina. Ob-scene, Ob-seen. Un invito all'accecamento volontario.In questo rovesciamento lo sguardo del pubblico si sostituisce a quello dell'autore fino a determinare la durata dei frammenti statici e dinamici che compongono l'assoluto presente dell'azione scenica. E alla fine non rimane che una segnaletica da polizia scientifica, tracce di un timing ormai senza oggetto, mentre gli spettatori si allontanano dalla scena del crimine custodendo - per quanto tempo? - i fotogrammi dei corpi impressionati sulla retina.

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Nobodaddy

Ravenna // 10 dicembre 2009 ore 21

presentazione del libro
LEBEN op
erina in valigia

(Editoria & Spettacolo)
di Marco Mar
tinelli
+
IL CORPO DELLE DONNE documentario
di Marco Malfi Chindemi e Lorella Zanardo

 

Presentazione del volume LEBEN e del film Il corpo delle donne al Nobodaddy per un momento di riflessione tra arte e società con gli autori Marco Martinelli e Lorella Zanardo, coordinato dalla giornalista Federica Ferruzzi
 

Il testo di LEBEN, lo spettacolo del Teatro delle Albe visto al Rasi due anni fa – che intreccia gli incubi grotteschi creati da un diavoletto sceso sulla terra nell’Ottocento, con il male che dilaga nei giorni nostri – è il pretesto per aprire un focus su uno dei nodi che maggiormente involgariscono il comportamento umano di questa epoca che vorrebbe dirsi civilizzata: in LEBEN l’oggi è guardato attraverso l’immagine emblematica di una multinazionale che vende “ragazze in valigia”, paradosso drammaturgico riferito al traffico delle bianche e al turismo sessuale dilagante, e dunque alla mercificazione del corpo della donna. Questo testo viene riproposto ora, con una nuova introduzione di Andrea Bajani, da Editoria & Spettacolo, casa editrice romana che lo aveva dato alle stampe, in occasione del debutto, sotto il primo titolo Scherzo, satira, ironia e significato profondo, poi mutato. Ispirato all’opera Scherzo, Satire, Ironie und tiefere Bedeutung di Christian Dietrich Grabbe, autore tedesco di inizio Ottocento, nonché drammaturgo prediletto da Alfred Jarry, LEBEN procede alternando due bande temporali, due storie che inizialmente corrono parallele poi finiscono per inciampare l’una sull’altra, inchiodando alle proprie responsabilità, ai propri compromessi quotidiani, i lettori-spettatori, visti come azionisti della multinazionale. Ne risulta una farsa nera, uno sguardo “politttttttico” sul paesaggio dell’Occidente contemporaneo, dove la strampalata fantasia di Grabbe è accostata allo humour anarchico e ribelle della penna di Marco Martinelli. “Nel teatro in valigia di Martinelli – così lo scrittore Bajani nell’introduzione – non c’è nessun rifugio possibile, nessuna fuga, ma l’obbligo di guardare in faccia quell’universo profondo, carsico, in cui la regola salta in aria, non puntella più nulla, lascia smarriti, gli occhi spalancati dall’inquietudine”.
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SOUTH-NORTH

Fanny & Alexander al Teatro Comunale

Bologna // 5 dicembre 2009 h 20:30

Sul palco del Teatro Comunale grande attesa per "South-North", opera in due atti per voci, percussioni, harmonic whirlies, hang, pedonium, vento e rumori con le musiche di Mirto Baliani, John Dowland, Gérard Grisey, Alvin Lucier, Steve Reich, Iannis Xenakis, la drammaturgia Chiara Lagani e la regia di Luigi de Angelis. South-North della Compagnia Fanny e Alexander è un dittico che rivisita i linguaggi dell’opera musicale, partendo dall’indagine pluriennale che la Compagnia ha dedicato al Mago di Oz. South e North sono due opere musicali che fanno parte di Opera Futura, progetto promosso dalla Regione Emilia-Romagna il cui primo obiettivo è istituire una collaborazione effettiva tra teatri d’opera e compagnie di innovazione operanti nel territorio regionale.

La protagonista del Mago di Oz, Dorothy, un avatar dello spettatore, è catapultata dal suo ciclone a Sud e poi a Nord dell’universo fantastico attraverso cui il suo viaggio-avventura si svolge. Entrambi gli spettacoli prendono mossa dalla famosa domanda del Mago: “Sono Oz il grande e terribile e tu chi sei?” South e North sono le due possibili risposte musicali di due possibili Dorothy. South è collocato in una cupa notte: dopo un breve prologo lo spettacolo sprofonda, investito da un vento improvviso scatenato da una parete di ventilatori, in una protratta e totale oscurità da cui emergono suoni, rumori, voci e odori.  Grazie alla tridimensionalità dell’avvolgente presenza live di percussionisti, cantanti, rumoristi e attori lo spettatore vive l’esperienza immediata di fatti non direttamente vissuti.  La stratificata partitura musicale è creata a partire da opere di John Dowland, Gérard Grisey, Alvin Lucier, Mirto Baliani, Steve Reich, Iannis Xenakis. North è giocato attorno ad un nuovo e utopico strumento musicale: il pedonium, una grande “tastiera”, un sintetizzatore molto particolare. Si tratta di un pavimento disassato, come imbizzarrito, forse un palco in disuso, forse un’opera d’arte. Dalle assi di questo pavimento, sorta di tasti giganti, si sprigionano voci, melodie, suoni, fenomeni luminosi e fantasmi sonori. La protagonista, Dorothy, “suona” quel pavimento attraversandolo e praticandolo fino a produrre una vera e propria partitura musicale. A partire da un iniziale confronto con la grande tradizione operistica inizia un vero viaggio nel suono, una discesa attraverso la voce nella parte più intima di sé.
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PREMIO "Teresa Pomodoro"
Teatro delle Albe vince il premio internazionale "Teresa Pomodoro" con lo spettacolo Ubu buur 

Teatro delle Albe ha vinto la prima edizione del Premio Internazionale "Teresa Pomodoro" con lo spettacolo Ubu buur, parabola grottesca del potere e della violenza, che ha debuttato in Senegal nel gennaio 2007, prodotto dal Festival des Francophonies en Limousin e da Ravenna Teatro. Il Premio è un prestigioso riconoscimento destinato ad artisti del teatro europeo che si distinguono nella commistione tra il palcoscenico e la vita.Dedicato alla drammaturga e attrice milanese Teresa Pomodoro, scomparsa nel 2008, il Premio si è avvalso di una giuria composta da personalità eccellenti del panorama internazionale: i registi Luca Ronconi, Lev Dodin, Eugenio Barba, e il direttore del Festival di Edimburgo, Jonathan Mills, presidente della giuria Livia Pomodoro, sorella di Teresa e animatrice dello spazio teatro NO'HMA dove mercoledì 18 novembre si è svolta la consegna. Il Premio - consistente in un'opera d'arte dello scultore giapponese Kengiro Azuma - è stato assegnato al Teatro delle Albe per lo spettacolo scritto e diretto da Marco Martinelli, ideato insieme a Ermanna Montanari e Mandiaye N'Diaye, e che vede in scena, insieme agli attori delle Albe, un coro di adolescenti senegalesi, frutto di quella pratica visionaria di intreccio tra il teatro e la società contemporanea che contraddistingue da anni la compagnia ravennate.
www.teatrodellealbe.com

 
Le Jour de Vian

SESTO FESTIVAL DI LETTERATURA RESISTENTE DI PITIGLIANO
Pitigliano (GR)
// 7 dicembre 2009 dalle ore 18.00
Le Jour de Vian

dedicato a Boris Vian

Cinquant’anni fa BORIS VIAN ci ha lasciati una mattina di giugno, a Parigi.  Ma non è stato così per chi ha continuato ad amare la sua visionarietà, la sua arte, la sua musica, la sua poetica e le sue provocazioni. Per chi, ciascuno nel suo modo, ha seguitato a leggere il tempo presente con quella stessa vivacità e profondità di approccio, a tenere ben in considerazione la fresca genialità di quelle note, di quei versi, di quelle intuizioni d'autore. Il 7 dicembre 2009 a Pitigliano (GR) è il giorno di Vian per chi ha scelto di condividere quest'amore per Boris con incontri, musica dal vivo, e improvvisazioni a tarda notte. L'invito è appassionatamente rivolto a tutti i cultori, gli amanti, gli esperti e i curiosi di Boris Vian. Una festa nello stile di Vian: libera, fantasiosa, carica di spunti letterari, di buon jazz, di vita e di riflessioni non scontate sull'arte; che sicuramente rende l'evento attrattivo anche per un pubblico che si avvicina per la prima volta a questo autore immenso e vuole conoscerne la filosofia e la poetica.

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FESTA CHTONIA

Città di Ebla festeggia l’uscita del libro fotografico Pharmakos con una due giorni di spettacoli, esposizioni e incontri
Forlì // 12 >13 dicembre 2009
Magazzini Interstock

È fresco di stampa Pharmakos (2006-2009), Edizioni Bolis, un libro fotografico che racconta uno dei giovani gruppi più interessanti del panorama teatrale italiano, Città di Ebla, e per presentarlo e festeggiare, ai Magazzini Interstock di Forlì sabato 12 e domenica 13 dicembre 2009, è in programma FESTA CHTONIA, una due giorni di spettacoli, esposizioni e incontri organizzati da Città di Ebla.

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VISIONI

Madeleine. Dalle intenzioni agli effetti (speciali)
Uno sguardo su Madeleine, l’ultimo spettacolo della compagnia romana Muta Imago presentato al Teatro Palladium per Romaeuropa festival 2009
di Chiara Pirri
Torna il tema della memoria in Madeleine, l’ultimo spettacolo della giovane e affermata compagnia romana, Muta Imago, in scena al teatro Palladium per Romaeuropa festival, ultimo quadro della trilogia iniziata con (a+b)³, seguito da Lev. Madeleine, personaggio ispirato a Proust e alla Vertigo di Alfred Hitchcock, non è mai visibile per intero. Deformata dall’azione della luce sul suo corpo, che le taglia il viso o le modifica i lineamenti, combatte con le immagini di un passato che torna nel sogno e con paure che si concretizzano nell’incubo. Sembra vivere in un altrove. L’immagine del suo corpo illuminato, privato della testa immersa nel buio, è la metafora visiva della sua condizione.

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