SOUTH-NORTH |
Fanny & Alexander al Teatro ComunaleBologna // 5 dicembre 2009 h 20:30
Sul palco del Teatro Comunale grande attesa per "South-North", opera in due atti per voci, percussioni, harmonic whirlies, hang, pedonium, vento e rumori con le musiche di Mirto Baliani, John Dowland, Gérard Grisey, Alvin Lucier, Steve Reich, Iannis Xenakis, la drammaturgia Chiara Lagani e la regia di Luigi de Angelis. South-North della Compagnia Fanny e Alexander è un dittico che rivisita i linguaggi dell’opera musicale, partendo dall’indagine pluriennale che la Compagnia ha dedicato al Mago di Oz. South e North sono due opere musicali che fanno parte di Opera Futura, progetto promosso dalla Regione Emilia-Romagna il cui primo obiettivo è istituire una collaborazione effettiva tra teatri d’opera e compagnie di innovazione operanti nel territorio regionale. La protagonista del Mago di Oz, Dorothy, un avatar dello spettatore, è catapultata dal suo ciclone a Sud e poi a Nord dell’universo fantastico attraverso cui il suo viaggio-avventura si svolge. Entrambi gli spettacoli prendono mossa dalla famosa domanda del Mago: “Sono Oz il grande e terribile e tu chi sei?” South e North sono le due possibili risposte musicali di due possibili Dorothy. South è collocato in una cupa notte: dopo un breve prologo lo spettacolo sprofonda, investito da un vento improvviso scatenato da una parete di ventilatori, in una protratta e totale oscurità da cui emergono suoni, rumori, voci e odori. Grazie alla tridimensionalità dell’avvolgente presenza live di percussionisti, cantanti, rumoristi e attori lo spettatore vive l’esperienza immediata di fatti non direttamente vissuti. La stratificata partitura musicale è creata a partire da opere di John Dowland, Gérard Grisey, Alvin Lucier, Mirto Baliani, Steve Reich, Iannis Xenakis. North è giocato attorno ad un nuovo e utopico strumento musicale: il pedonium, una grande “tastiera”, un sintetizzatore molto particolare. Si tratta di un pavimento disassato, come imbizzarrito, forse un palco in disuso, forse un’opera d’arte. Dalle assi di questo pavimento, sorta di tasti giganti, si sprigionano voci, melodie, suoni, fenomeni luminosi e fantasmi sonori. La protagonista, Dorothy, “suona” quel pavimento attraversandolo e praticandolo fino a produrre una vera e propria partitura musicale. A partire da un iniziale confronto con la grande tradizione operistica inizia un vero viaggio nel suono, una discesa attraverso la voce nella parte più intima di sé.
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