Bologna | Teatri di Vita 3>5 dicembre 2011
Un nuovo, intenso e folgorante spettacolo della Compagnia Abbondanza-Bertoni intitolato Un giorno felice. Ispirandosi idealmente a Giorni felici di Beckett, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni coreografano la storia di una coppia stanca e inappagata, che cerca di fuggire dalla routine e si trova perennemente bloccata in uno stato di inazione, ma lo spettacolo, che andrà in scena da sabato 3 a lunedi 5 dicembre alle ore 21 (domenica ore 17) a Teatri di Vita, potrebbe richiamare anche la famosa frase di Oscar Wilde “Ognuno uccide ciò che ama”, a restituire l’ambiguità dei rapporti di coppia, sempre tesi tra amore e sopraffazione. Ecco, allora, due figure sospese tra sogno e realtà, che giocano alla coppia - in un algido prato sintetico e sullo sfondo della musica rivisitata di Chopin - tra spinte d’amore e soffocante quotidianità, tra illusioni e delusioni. Con un effetto tra comico e tenero, malinconico e “cattivo”, ma sempre devoto a una leggerezza brillante e divertente, che sembra essere il filtro più capace di leggere la “follia” dei nostri rapporti di coppia.
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Il primo premio assegnato dai blog e dai siti di informazione e critica teatrale
La prima edizione del premio Rete Critica, assegnato dai siti e dai blog di teatro italiani, è andato al gruppo Menoventi, che nel ballottagio con la compagnia Ricci-Forte ha vinto totalizzando 13 voti contro i 10 voti degli avversari . La votazione aperta a tutti che si è svolta in contemporanea su Facebook ha, invece, visto il successo con ampio margine di Ricci-Forte.
Il successo dell’iniziativa è una ulteriore riprova della vivacità, della varietà e della ricchezza dell’informazione culturale in rete. Da anni si parla di crisi della critica, ma la quantità e la qualità del lavoro dei siti raccolti in questa Rete Critica fa pensare che nel nostro paese la critica teatrale non sia mai stata tanto vivace. Molti dei webmaster, dei blogger e dei loro collaboratori sono giovani studiosi appassionati e preparati, attenti ai nuovi linguaggi e alle nuove forme organizzative della scena: esperienze teatrali che proprio nella rete trovano uno sbocco naturale e un pubblico attento e curioso.
Un altro spunto di riflessione è la diversa valutazione del “popolo della rete” (ovvero i “normali spettatori”) rispetto ai “tecnici”, gli esperti che gestiscono le testate online: insomma, i “corpi intermedi” che colgono le tendenze, formano il pubblico e aggregano il consenso.
Il premio Rete Critica verrà consegnato alla compagnia Menoventi da una folta rappresentanza della giuria il 12 dicembre prossimo, al Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milano, nell’ambito della cerimonia di consegna dei Premi Ubu.
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Coreografia di Mourad Merzouki Ferrara| Teatro Comunale 27 novembre ore 21
Un sottile lavoro d’equilibrio tra boxe e danza, tra musica contemporanea e musica classica. E' la nuova sfida del coreografo francese Mourad Merzouki, che con la sua compagnia Käfig ritorna al Teatro Comunale di Ferrara per presentare in prima nazionale Boxe Boxe. Lo spettacolo andrà in scena, nell'ambito della stagione di Danza 2011/2012, domenica 27 novembre alle ore 21. Gli otto danzatori saranno affiancati in scena dal Quartetto Debussy, che eseguirà dal vivo la partitura musicale.
Al cuore del lavoro di Merzouki troviamo l’aspirazione a sospingere l’hip-hop al di là dei confini della danza di strada. Merzouki ama destabilizzare la nostra visione della danza, capovolgere le regole del gioco, fondere con humour spericolato e intelligente generi e linguaggi solitamente lontani. Boxe Boxe ne è un perfetto esempio: spettacolo fatto di danza e di boxe, esplora in primo luogo le corrispondenze fra queste due discipline, ricomponendo in un’unica visione dimensioni e tensioni solitamente percepite come opposte. Se alla leggerezza dell’una viene solitamente accostata la brutalità dell’altra e al piacere della prima viene comunemente contrapposta la violenza della seconda, Boxe Boxe offre al pubblico una visione riconciliante e scanzonata di entrambe, giocando con umorismo sui loro contrasti e affinità. Il tutto in una atmosfera calma e trasognata, più affine a una pellicola di Tim Burton che a una palestra di boxe. Con un uso stravolto degli oggetti su un minuscolo ring, va così in scena un combattimento fra rossi guantoni umanizzati, mentre un arbitro-pupazzetto viene sbeffeggiato per le sue ridicole manie.
“La boxe è già di per sé danza”, racconta il coreografo. E infatti ad ogni elemento del combattimento corrisponde una dimensione propria dell’arte coreografica: dal ring alla scena, dal suono del gong al levarsi del sipario, dallo sguardo dell’arbitro allo sguardo dei critici, le similitudini sono numerosissime. La danza, proprio come la pratica di un’arte marziale o di uno sport di lotta, richiede fatica, sudore, sacrifici disinteressati; “l’interprete”, boxeur o danzatore, deve mettersi a nudo di fronte al suo avversario, vedi al suo pubblico, cercare di celare i propri difetti, di schivare i colpi e soddisfare le aspettative di tutti. A pugni stretti, con i guantoni ben calzati, Merzouki e la sua compagnia giocano con gli aspetti mitici della boxe e danno vita a una pièce di grande generosità, dove non ci sono che ruoli principali e i musicisti – sul palco assieme ai danzatori – partecipano al divenire dello spettacolo. Abituati a gettare ponti fra le arti – contano al loro attivo collaborazioni con Maguy Marin, Anne Teresa de Keersmaeker, Philippe Delaigue, Olivier Mellano – i musicisti del Quartetto Debussy amano sperimentare e condividere. Qui portano sul ring Ravel, Verdi, Mendelssohn, Schubert, Glass e Gorecki. Tra lirismo, nostalgia e comicità stanno al gioco e, con tutta la compagnia, allargando le braccia accolgono un altro modo di fare musica, un’altra possibilità di stare sulla scena.
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È uscito il nuovo numero (vol. 55, No.4) di TDR/The Drama Review, la rivista diretta da Richard Schechner e pubblicata da MIT Press. TDR si focalizza da sempre sul mondo della performance in relazione ai propri contesti sociale, economico e politico. Ponendo un'attenzione particolare alla performance in ambito sperimentale, di avanguardia, di interculturalismo e interdisciplinarietà, TDR riesce comunque a mantenersi aperta alle molteplici forme che la perfomance in sè riesce ad abitare arivando, così, a copirire ambiti disciplinari diversi e a volte anche molto distanti tra loro come la danza, il teatro, la performance art, la visual art, spettacoli popolari, media, sport, ritualità e performance del mondo politico e della everyday life. Il numero invernale della rivista, appena uscito, accoglie tra i vari contributi, tutti di pregio, l'articolo-saggio di Marco De Marinis intitolato New Theatrology and Performance Studies: Starting Points Towards a Dialogue in cui l'autore, segnalando come la nuova teatrologia sia un ambito di studi non bidimensionale, ovvero basato sull'esclusiva considerazione delle categorie di teoria e pratica, ma tridimensionale in quanto rimette al centro la considerazione della storia per una traide formata da teoria-storia-pratica e, indicando in questo il punto di differenza fondamentale tra la nuova teatrologia e gli attuali performance studies, traccia con il suo articolo le basi e le prospettive per una nuova discussione/dialogo tra le discipline.
http://www.mitpressjournals.org/toc/dram/55/4
Abstract De Marinis, New Theatrology and Performance Studies: Starting Points Towards a Dialogue
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a cura di Socìetas Raffaello Sanzio Cesena | Teatro Comandini 26 novembre>3 dicembre 2011
Apre questo fine settimana e proseguirà fino al 4 dicembre a Cesena, al Teatro Comandini e in altri spazi della città, la quarta edizione di Màntica, rassegna di spettacoli, concerti, proiezioni, laboratori, ascolti e installazioni curata da Chiara Guidi/Socìetas Raffaello Sanzio. Pur mantenendo attiva quella particolare attenzione al suono e alla voce che aveva caratterizzato le edizioni passate, nel comporre la programmazione 2011 la mano curatoriale di Chiara Guidi si è appuntata più specificamente sul significato meta-politico dell'arte e guarda all'istante creativo, perché l'arte è politica ogni volta che concepisce e ridisegna lo spazio materiale e simbolico, riconfigurando così i ruoli di spettatore e attore. Rivolto in particolare al panorama italiano, Màntica contiene la ricerca e il lavoro attuali della Socìetas Raffaello Sanzio in tutti i suoi elementi e la volontà di apertura pubblica dello spazio, di condivisioni di pratiche di arte e conoscenza con gli spettatori e di invito di altri artisti confermando la sua dimensione transgenerazionale e transartistica, che vive della relazione tra maestri e giovani artisti e intreccia le arti problematizzando le sfere di influenza e ampliando i confini.
Grazie alla collaborazione tra Màntica e Area Sismica di Forlì, le cui differenze e affinità intendono aprire e indicare al pubblico prospettive comuni, si inaugura il 26 novembre con un doppio appuntamento. A Cesena, nella Sala Consiliare del Comune, concerto di Giuseppe Ielasi, uno dei più noti musicisti italiani nel campo delle composizioni elettroniche e della sperimentazione elettroacustica, mentre a Forlì, ad Area Sismica, doppio concerto con Z’ev, storico musicista americano precursore dell’industrial, che in questo progetto esplora l’iterazione tra suono e materia, e il giovane ensemble di archi Cracow Philharmonic String Quartet. Gli appuntamenti con l'ascolto proseguono con Fabrizio Ottaviucci, compositore e interprete di maestri della musica contemporanea come John Cage e Giacinto Scelsi di cui proporrà un programma nel suo concerto per pianoforte e, su versanti completamente diversi, con i suoni e i testi dei giovani POPX e con El General, al secolo Hamada Ben Amor, il giovane rapper le cui canzoni hanno dato voce e rappresentato la colonna sonora della recentissima rivoluzione tunisina. Parallelamente, gli ascolti guidati di Fabrizio Ottaviucci e Luigi Bertaccini approfondiscono la sottile linea di confine tra composizione e improvvisazione che ha caratterizzato la musica del ‘900 nell’ambito contemporaneo e jazzistico, mentre Stefano Catucci, docente universitario e conduttore di Radio3, ne rintraccia le presenze in epoche remote, eppure insospettabilmente vicine della musica classica. Gli appuntamenti con la visione, sempre in connubio tra musica teatro e arte, si aprono con L'uccello di fuoco, fiaba russa con drammaturgia e voce di Chiara Guidi, violino di Silvia Tarozzi e theremin preparato di Massimo Simonini, in cui si nega parte della visione per dare corpo all'ascolto e si moltiplica il racconto con l'imprevisto sonoro e verbale di un piccolo gruppo di bambini. La giornata del 3 dicembre è interamente dedicata agli interventi performativi di artisti la cui creatività si sviluppa attraverso continue migrazioni di registro e di linguaggio: Gold di Francesca Grilli, performance che concepisce il suono come compiuto senso e perfetta lingua divina; la performance/concerto dell’artista Nico Vascellari che sovrappone fasce sonore con l'irruzione di Ghédalia Tazartès, musicista spontaneo che mescola strumenti e tradizioni diverse facendo confluire le sue radici medio-orientali ed ebraiche nella cultura musicale d’oltralpe; Attore, il tuo nome non è esatto, la performance che Romeo Castellucci costruirà insieme ai partecipanti del suo laboratorio, un affondo intorno alle forze che muovono l’azione dell’attore e ne fondano l’idea stessa; l'azione ciclica condotta da Claudia Castellucci, rivolta alla Celebrazione dei gesti quotidiani, in cui gli spettatori agiscono, se lo vogliono o guardano. Infine, il tableau vivant La gloria del mondo allestito per uno spettatore alla volta da Luigi Presicce, performer che guarda alla religione e ai rituali magici per creare azioni di carattere esoterico dal significato simbolico e l’installazione Infero nella quale i video artisti Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti prendono spunto dalla Divina Commedia, proponendo un'attualizzazione della capacità visionaria di Dante Alighieri.
Ancora visione, ma filmica, per la monografia dedicata al regista inglese Terence Davies. Alla monografia, curata dall’Associazione Angolo Giro, si affianca la visione guidata in cui Cesare Iacono presenta una selezione di “corti” degli albori del cinema in cui è la base musicale la voce dell'opera.
L'asse portante di Màntica sono, come di consueto, i laboratori che si svolgono nelle giornate empiriche dell'arte, tempi densi di lavoro pratico e di relazione rivolte alle persone interessate a calarsi intensamente in una pratica d’arte. I Laboratori si concludono con manifestazioni che sono insieme l’oggettivazione di una forma cercata, scoperta e raffinata e rapporto con uno sguardo esterno.
Tra musica e teatro il laboratorio di Chiara Guidi, che partendo da Il guaritore galattico di Philip K. Dick lavora sulla scala cromatica del parlato utilizzando frasi del testo come note musicali. Teatrale quello di Romeo Castellucci, Attore, il tuo nome non è esatto, indagine focalizzata sulle forze che governano l’azione dell’attore. Improvvisazione musicale nel laboratorio condotto dal compositore-esecutore Fabrizio Ottaviucci che segue il metodo di creazione elaborato da Markus Stockhausen attraverso la Musica Intuitiva: ascolto interiore ed esteriore ed armonia universale. Improvvisazione elettroacustica in quello condotto da Giuseppe Ielasi, per un'organizzazione del suono nello spazio e nel tempo che prescinde dall'improvvisazione strumentale. Seminario di lettura, commenti e riflessioni per Claudia Castellucci, che partendo da Il nomos della terra, ovvero genealogia della globalizzazione di Karl Schmitt e da La teologia politica di San Paolo di Jakob Taubes, parla del proprio spazio sulla terra, di leggi e dell'essere popolo.
Sull'effetto dell'arte tra politica e religione Màntica si ritaglia un tempo di confronto e riflette in chiusura nell'incontro pubblico Ed ecco l'arte tremare condotto da Claudia Castellucci, Romeo Castellucci, Chiara Guidi.
Per tutta la durata di Màntica il Comandini è anche Tipografia Testamento, ideata da Claudia Castellucci, Edizioni urgenti di testi da leggere subito a cura di Filippo Tappi e Sara Angelini.
Màntica ha fissato un prezzo dei biglietti molto accessibile per permettere una frequentazione a tutto campo del pubblico. Rivolge un'attenzione particolare al pubblico giovanile con una riduzione del 50% per tutti gli studenti fino a 26 anni e per gli stranieri che acquistano il biglietto di El Général presso il Centro Stranieri.
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Asta a beneficio della promozione all’estero del Teatro Italiano un progetto a cura di Valentina Valentini ROMA | FONDAZIONE ROMAEUROPA ARTE E CULTURA VENERDI’ 18 NOVEMBRE ORE 18.30
Il proposito che il progetto Italian Theater Speaks English, a cura di Valentina Valentini, intende perseguire attraverso un’asta di opere d’arte contemporanea, è quello di sostenere un progetto editoriale di alto profilo scientifico e culturale finalizzato alla conoscenza, nei paesi di lingua inglese, dell’identità del Teatro Italiano dagli anni Settanta del secolo scorso a oggi, dal Nuovo Teatro alle generazioni più giovani. La proposta alla quale si intende dare corso è quella di realizzare tre pubblicazioni in lingua inglese: due si occuperanno di raccontare il Teatro Italiano con particolare attenzione a quello di ricerca (Carmelo Bene, Giovanni Testori, Leo e Perla, Rem&Cap, Socìetas Raffaello Sanzio, Ascanio Celestini, Franco Scaldati, Enzo Moscato, Teatro Valdoca, Motus, Santasangre…per citarne solo alcuni ), il terzo è un libro di Valentina Valentini edito da Bruno Mondadori, Mondi, corpi, materie. I teatri del secondo Novecento, che funziona da contesto storico-teorico alle due antologie, estendendo in campo internazionale il “caso italiano”. L’asta, che sarà preceduta da un giorno di esposizione (17 novembre), metterà all’incanto opere di molteplici tipologie (disegni, libri d’artista, olî, collage, fotografia) e provenienti dalle donazioni di artisti prevalentemente italiani di diverse generazioni. Battitore sarà Luciano Carnaroli che metterà a disposizione la sua competenza e professionalità per garantire il corretto funzionamento e procedimento dell’operazione. L’editore inglese che ha rivolto la sua attenzione al Teatro Italiano è Richard Gough, Direttore artistico del Centre for Performance Research, e di Performance Research (una delle più vivaci riviste dedicate al teatro, alla performance, alle arti visive, del cui comitato scientifico Valentina Valentini è onorata di far parte) e series editor della casa editrice Black Mountain Press. Il 18 novembre prima dell’inizio dell’asta Valentina Valentini e Richard Gough illustreranno il progetto editoriale: Italian Theater Speakes English. Questa iniziativa è resa possibile grazie al contributo degli artisti che hanno donato le opere, della Fondazione Romaeuropa arte e cultura e di Enrica Petrarulo, Marina De Vincenzis, Ambra Patarini e Elisa Santinelli. Si ringraziano: Gabriella Bontempo, Giorgio Benni, Café Europe, Annarosa e Giovanni Cotroneo, Galleria Oredaria, Daniela Lancioni, La Nuova Pesa, Ludovico Pratesi, Master IED diretto da Viviana Gravano, Ludovico Pratesi, Dora Stiefelmeier e Mario Pieroni, Stamperia Rosalba e Romolo Bulla, Paola Ugolini.
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di Marina Fabbri Rai Radio Tre | 29-30 ottobre 2011
All'interno di Passioni, il programma in cicli mnografici di Rai Radio Tre, il 29 e 30 ottobre scorsi sono andate in onda le due puntate di Apocalissi con figure. In esse, il teatro di ricerca, il cui motore negli anni ’60 e’ stato Jerzy Grotowski, e’ stato al centro del racconto molto personale di Marina Fabbri - studiosa di teatro e di cinema - che ripercorre la propria iniziazione al teatro attraverso lo spettacolo “Apocalipsys cum figuris”, visto a Milano nel 1979. Il racconto prosegue con l’esperienza della Polonia condotta sul campo nel fatidico 1981, nei mesi appena precedenti lo stato di Guerra, con la guida del gruppo teatrale di “Gardzienice” e del suo leader Wlodzimierz Staniewski, gruppo che l’autrice aveva incontrato due anni prima al Festival di Santarcangelo. Con questo gruppo, che riprende l’insegnamento di Grotowski e lo mette in pratica restando nel territorio dello spettacolo, mentre il maestro lo stava ormai abbandonando, l’autrice esplora la cultura polacca con I testi del grande Romanticismo e la ricostruzione del patrimonio culturale dei canti della tradizione Contadina messa in atto dal Gardzienice. Accompagna il racconto, in entrambe le puntate, la testimonianza di una protagonista italiana di quelle vicende, Carla Pollastrelli, responsabile della Fondazione Teatro di Pontedera. Apocalisse come rivelazione dunque di un mondo ricco e tragico come quello del teatro di ricerca polacco della seconda meta’ del Novecento.
Per scaricare il podcast delle puntate visitate il link
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-fa13fa37-1286-427b-a49d-015c7c38ee06-podcast.html?refresh_ce |
/mk Festival Romaeuropa DNA Danza Nazionale Autoriale Roma | Opificio Telecom Italia 30 ottobre 2011 ore 20.30
Fondazione Romaeuropa presenta DNA Danza Nazionale Autoriale, un progetto dedicato all'autorialità e alla creatività itaiana in ambito coreografico performativo quest'anno giunto alla sua seconda edizione. All'interno di questa finestra che è uno spazio condiviso di networking, di confronto, moderato da Stefano Tomassini, in cui i processi creativi in showcase dialogano con il pubblico, il 30 ottobre verrà presentato il lavoro del coreografo Michele Di Stefano e del gruppo mk con Instruction Series III: Orang,Orang in prima nazionale. Nello spazio dell’Opificio Telecom Italia s’incontrano per il terzo episodio delle Instructions Cristina Rizzo, coreografa performer e studiosa, da diverso tempo in dialogo aperto con Michele Di Stefano/mk, Sonia Brunelli, autrice di una ricerca corporea rigorosa e penetrante, Luca Trevisani uno degli artisti visivi più stimolanti del panorama internazionale e Sigourney Weaver (Biagio Caravano/Daniela Cattivelli) gruppo musicale che lavora al confine tra indagine sonora e atto scenico. Ulteriori presenze non identificate minano ai fianchi la compattezza di questo episodio che adotta la strategia dello scavo nel gesto tecnico come luogo di rinegoziazione dell’identità. Le Instruction Series sono un nuovo modulo produttivo che mk sta sviluppando in cooperazione con Xing. La sfida è di produrre per formati compatti ma elastici, con tempi brevi e fulminei, secondo una certa serialità, e con intenti di natura collaborativa. Le ‘istruzioni per una performance da compiere’ sono il nodo di questo progetto coreografico a distanza impartito per delega, via e-mail, a diverse personalità straordinarie e comuni, di volta in volta differenti. Le istruzioni inoltrate dal coreografo, pure informazioni d’innesco del processo, sono scritte anche per essere fraintese, per colmare una lacuna e soddisfare una impossibilità, quella dell’autore, di aderire a materiali che non comprende e dei quali non prefigura lo sviluppo, restando comunque chiara una organicità in questa collezione di immagini e atti da realizzare. Mentre giocano con i parametri del “chiunque” e dell’“ovunque”, le istruzioni chiedono una risposta tecnica, un approfondimento che non prescinde dalla ricollocazione topografica di qualunque attività generata dal corpo. Lette come un esperimento chimico, le istruzioni permettono di osservare le reazioni di diversi elementi (reazioni omogenee/eterogenee), il loro ordine e le loro velocità (reazioni istantanee/esplosioni, reazioni veloci/combustioni, reazioni lente/corrosioni). Nel progetto non esistono gerarchie e aspettative e tutto si corrompe così come deve.
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Culture Teatrali promuove la libertà di espressione artistica e sostiene Romeo Castellucci e il Théâtre de la Ville di Parigi
Il teatro contro il fanatismo Comitato di sostegno per la libertà di rappresentazione dello spettacolo di Romeo Castellucci al Théâtre de la Ville.
Dal 20 ottobre, data della prima parigina di "Sul concetto di volto nel figlio di Dio", le repliche dello spettacolo di Romeo Castellucci al Théâtre de la Ville danno luogo a una serie di gravi eventi. Un gruppo organizzato di cristiani fondamentalisti, dichiarandosi dalla parte dell'Action française, ha tentato di impedire l'accesso al Théâtre de la Ville, bloccandone le porte, aggredendo il pubblico, minacciandolo, sporcandolo con olio di scarico, gas lacrimogeni, lanci di uova e bombolette puzzolenti, mentre i loro complici entrati nella sala hanno interrotto la rappresentazione sin dall'inizio, occupando il palco e sventagliando la loro parola d’ordine: "BASTA con la cristianofobia!". Essi avevano richiesto per vie giudiziarie il divieto di rappresentazione dello spettacolo, ma la loro richiesta è stata respinta da parte dall’Alta Corte dei Tribunali il 18 ottobre 2011. La polizia deve pertanto intervenire ogni giorno all'ingresso del teatro, e ci siamo visti costretti a chiederne l’intervento all'interno della sala per ben due volte per far evacuare coloro che occupavano la scena, cosa che si è svolta senza danni solo perché noi abbiamo fatto in modo di evitare qualsiasi scontro tra gli occupanti e il pubblico indignato per una simile condotta. Il personale del teatro si è dimostrato risoluto ed efficiente in queste circostanze penose, e nonostante i numerosi incidenti e interruzioni che hanno generato notevoli ritardi, le rappresentazioni hanno potuto, finora, avere luogo. Che questi gruppi di individui violenti e organizzati si proclamino fedeli della religione cristiana è affar loro; che facciano parte di gruppi religiosi o politici richiede un'indagine; per noi, in ogni caso, questi comportamenti sono chiaramente manifestazioni di fanatismo , questo nemico della ragione e della libertà contro il quale, in un’epoca gloriosa, la Francia ha saputo così coraggiosamente lottare. D’altro canto il teatro ha saputo svolgere, spesso, per queste lotte, un ruolo decisivo. Non possiamo fermarci qui. Atti simili sono gravi, essi prendono una nuova piega, chiaramente fascista. Questi gruppi di persone si affrettano per di più , a dichiarare blasfemi, per via automatica, spettacoli che in realtà non sono diretti né contro i credenti né contro il cristianesimo. Basta leggere le intenzioni di Romeo Castellucci, pubblicate nel programma che viene distribuito ogni sera al pubblico per comprendere il suo proposito d'artista. Noi non intendiamo, dunque, cedere a queste odiose minacce, e lo spettacolo continuerà le repliche fino alla fine della sua programmazione. Invitiamo pertanto il pubblico ad assistervi, in piena libertà come noi ci auguriamo. Vale, poi, la pena di notare che questo spettacolo è stato presentato senza problemi in Germania, Belgio, Norvegia, Paesi Bassi, Grecia, Svizzera, Polonia e Italia, e che è solo in Francia che accadono questi moti di intolleranza. Abbiamo creato, quindi, un gruppo di sostegno che si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà – e questa espressione è, dato il caso, particolarmente benvenuta - per sostenere al di là stesso del caso specifico dello spettacolo di Romeo Castellucci al Théâtre de la Ville, la libertà di espressione, la libertà degli artisti e la libertà di pensiero, contro questa rinascita del fanatismo.
Emmanuel Demarcy-Mota et l’équipe du Théâtre de la Ville.
Per esprimere il proprio appoggio al comitato di sostegno per la libertà di espressione artistica e contro la censura dello spettacolo di Romeo Castellucci organizzato dal Théâtre de la Ville scrivere a: comitedesoutienspectaclederomeo@yahoo.fr
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Stagione Teatro contatto 2011_12 UDINE | Teatro Palamostre 29 ottobre ore 21
[a.c.] Il CSS, Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia si appresta a festeggiare i 30 anni di Teatro Contatto, la rassegna che ha fatto gravitare a Udine artisti, compagnie, teatri emergenti e affermati, dall’Italia e dal mondo invitando il pubblico friulano a un confronto serrato con le forme e i linguaggi più contemporanei dello spettacolo dal vivo. E festeggia questa ricorrenza speciale invitando una star del teatrodanza europeo, Constanza Macras. ad inaugurare la nuova stagione con il suo nuovo spettacolo Berlin Elsewhere in prima italiana sabato 29 ottobre alle ore 21 al Teatro Palamostre. Constanza Macras approda a Udine con Dorky Park . Nata nel 1970 a Buenos Aires e cresciuta a New York dove ha studiato con il maestro dell’astrattismo americano Merce Cunnigham per poi perfezionarsi ad Amsterdam e a Berlino, nel 2003 la Macras fonda Dorky Park, la sua strepitosa compagnia cosmopolita formata da artisti eclettici nel danzare, suonare, cantare e recitare -compagnia residente e prodotta dalla Schaubühne di Berlino, una delle massime istituzioni teatrali tedesche - e in pochi anni viene riconosciuta quale "una delle più carismatiche coreografe della scena internazionale”. Nel nuovo spettacolo Berlin Elsewhere, la Macras - la più innovativa erede del Tanztheater di Pina Bausch - dichiara che Berlino “più che una città è un “altrove” della mente, dove si incontrano persone che soffrono di ogni genere di malattie urbane, nevrosi, disturbi bipolari, feticismi, dipendenze consumistiche. Studenti, figli di immigrati, abitanti della ex DDR, turisti si sfiorano e si scontrano su una piazza di grattacieli in gommapiuma e divani gonfiabili che diventano caseggiati popolari”.
“Lo spettacolo - racconta Constanza Macras - è nato da quattro mesi di prove e improvvisazioni con i danzatori che hanno consegnato molti spunti e suggestioni, fino alla costruzione di una vera e propria drammaturgia, di un copione”. Un megaschermo è parte integrante della scenografia, riempita con voluto disordine e oggetti di uso comune e coloratissimi, firmata da Christof Hetzer e dai raffinati video della stessa Macras e di Maria Onis. Con la forza detonante di una colonna sonora live, Berlin Elsewhere è uno spettacolo d’azione in set dinamici e variopinti, dove si contaminano i molti linguaggi contemporanei, interpretato dagli eclettici dieci artisti di Dorky Park sulle musiche originali e potenti di Almut Lustig e di Kristina Lösche-Löwensen.
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PRIMO PREMIO TEATRALE DELLA RETE
Al via la prima edizione di Rete Critica, il premio assegnato dai blog e dai siti teatrali italiani indipendenti. In questi anni la presenza in rete di blog e siti di informazione, critica e approfondimento sul teatro ha continuato ad ampliarsi. Solo per indicare alcune tipologie, sono attive riviste testate teatrali online dalla storia ormai più che decennale (a volte collegate a facoltà universitarie), blog ospitati da testate di rilevanza nazionale, siti “militanti” autogestiti dai critici delle nuove e nuovissime generazioni, testate che si concentrano su aspetti specifici della pratica teatrale (dalla drammaturgia al rapporto con le nuove tecnologie e i nuovi media), sezioni teatrali di portali culturali... Questa presenza, sempre più ricca, variegata e vivace, conferma la vitalità del panorama teatrale italiano, anche sul versante dell’informazione e dell’approfondimento. E sembra dimostrare anche che la riflessione critica costituisce un aspetto essenziale della pratica artistica, fondamentale sia per chi il teatro lo fa sia per gli spettatori. L'inziativa, lanciata sul web da Oliviero Ponte Di Pino, Massimo Marino, Anna Maria Monteverdi e Andrea Porcheddu, vuole essere uno strumento utile per offrire a tutte queste realtà una maggiore visibilità e un terreno comune di scambio e confronto permettendo ai vari siti e blog teatrali coinvolti di esprimere il loro punto di vista sul panorama teatrale italiano. Per dare il massimo impatto all’iniziativa, piuttosto che sminuzzare il premio in tanti mini-riconoscimenti, il premio della Rete Critica sarà unico e verrà assegnato ogni anno a una realtà innovativa della scena italiana. Può trattarsi di una compagnia, di un teatro, di un festival, di un attore, un’attrice, un regista, un organizzatore, un critico, o di un libro (ma senza porre limiti alla fantasia). Per questa prima edizione sono attualmente previste quattro fasi (tuttavia, trattandosi di una prima edizione, è ancora possibile qualche aggiustamento in corso d’opera).
1. Censimento dei blog e dei siti teatrali indipendenti. Sono state cioè selezionate realtà che non sono legate a teatri e compagnie; che non rappresentano semplicemente la copia o la vetrina pubblicitaria online di una rivista cartacea; che hanno una redazione stabile (sono state cioè esclusi siti o blog realizzati da studenti di università, master e corsi, presumendo che la redazione cambi continuamente).
Hanno già aderito
http://www.altrevelocita.it/ http://www.artribune.com/category/rubriche/teatro/ http://www.ateatro.it http://controscene.corrieredibologna.corriere.it/ http://www.cultureteatrali.org/ http://dietrolequinte.blogosfere.it/ http://www.dramma.it/ http://www.drammaturgia.it/recensioni/elenco.php?id=6 http://www.eolo-ragazzi.it/ http://fattiditeatro.splinder.com/ http://incertezzacreativa.wordpress.com/category/teatro-e-spettacolo/ http://www.klpteatro.it/ http://www.myword.it/teatro http://www.paneacqua.eu/ http://www.persinsala.it http://bandettini.blogautore.repubblica.it/ http://www.recensito.net http://www.rumorscena.it/ http://www.scanner.it http://www.stratagemmi.it/?page_id=24 http://www.succoacido.net/arguments.asp?idgruppo=6 http://www.teatro.org http://www.teatroteatro.it http://www.tuttoteatro.com
(L’elenco dei votanti (via via aggiornato in questa pagina) potrà ancora subire alcune integrazioni: se avete suggerimenti, candidature, autocandidature scrivete a circocritico@libero.it)
2. Entro il 9 novembre presentazione delle candidature da parte di ciascuno dei blog (fino a un massimo di tre), corredate da una motivazione (da inviare via mail a circocritico@libero.it), che verrà pubblicata e discussa sulla pagina fb Circo Critico http://www.facebook.com/pages/Circo-Critico/132922706795058.
3. Primo turno di votazione, in base al principio un blog/sito-un voto. Ciascun votante decide la modalità con cui assegnare il proprio voto (scelta redazionale, referendum online, quiz su facebook...).
4. Ballottaggio, al quale verranno ammessi i tre candidati che ricevono il maggior numero di voti.
Ovviamente la pagina fb Circo Critico http://www.facebook.com/pages/Circo-Critico/132922706795058 resta a disposizione di tutti per commenti, suggerimenti, voti...
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THE PLOT IS THE REVOLUTION con Judith Malina e Silvia Calderoni Milano | Fondazione Arnaldo Pomodoro 27>29 ottobre h 21
All'interno di Nostalgia del mostro, la stagione 2011/2012 del Teatro I di Milano, la compagnia Motus propone The Plot is the Revolution, lavoro con Judith Malina, storica fondatrice del Living Theatre, e Silvia Calderoni, attrice e icona del percorso più recente di Motus. Il lavoro, che sarà presentato negli spazi della Fondazione Arnaldo Pomodoro dal 27 al 29 novembre alle ore 21, è il primo accadimento che ha inaugurato "Making The Plot", nuovo progetto Motus 2011 > 2068. Dopo l'incontro a New York, dove l'ottantacinquenne Judith Malina del Living Theatre ha visto ed è rimasta colpita da Too Late!, il secondo contest sull'Antigone che Motus ha presentato al Public Theatre, Motus ha proposto alla Malina di tentare un'esperienza comune. E' nata, così, l'idea di un nuovo confronto/contest con "l'Antigone/Silvia Calderoni", un "incontro fra due Antigoni" per innescare l'esplosione di interrogativi che sempre emergono attorno alla parola "rivoluzione", per condividere con gli spettatori un esperimento - non uno spettacolo - ma un fatto, un dialogo fra generazioni, esperienze, voci e fisicità diverse ma possentemente vicine, unite dal suono della fiamma che induce a credere ancora nel teatro come possibilità d’azione, d'incisione sul tempo presente. A Judith Malina risale il titolo: agli spettatori di Paradise Now veniva data una mappa in forma di diagramma che rappresentava il viaggio ascensionale dello spettacoloverso la Rivoluzione Permanente. Ai piedi del diagramma si leggeva "THE PLOT IS THE REVOLUTION" ossia "la trama è la rivoluzione". Questo accadeva esattamente nel 1968, quando davvero tutto il Living Theatre credeva che usciti dal teatro la rivoluzione si mettesse in atto.
Il progetto Making The Plot nasce attorno all'idea di trama, d'intreccio/tessitura interculturale fra artisti dell'area del mediterraneo, in particolare quelli provenienti da zone in cui sono in atto processi di radicale trasformazione e/o di vera e propria rivoluzione. Una sequenza di Atti Pubblici/Happening e "Mucchio Misto" Workshops per giovani attori e migranti, che fra utopie e distopie, visioni libertarie e catastrofiche, vedono di volta in volta coinvolti, con Silvia Calderoni, diversi artisti e liberi pensatori, giovani attori ma anche anziani, bambini, animali, blogger ed economisti, scienziati, filosofi e rifugiati politici. Judith Malina, prima eccezionale ospite, apre con gioia questa catena di "incontri con uomini, e donne, straordinari" che hanno vissuto, o stanno vivendo, momenti epocali di trasformazione politica.
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