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ES.TERNI

Festival internazionale della creazione contemporanea: teatro, danza, arti visive, performance, installazioni, video-arte
Terni // 18 > 26 settembre 2009

L’immagine-simbolo della nuova edizione di ES.TERNI, festival internazionale della creazione contemporanea è un putto pissatore. E sin qui, nessun dato di particolare rivelanza. I festival, quelli estivi in particolare, ci hanno abituato da tempo a strategie comunicazionali segnate da un marcato umorismo, o piuttosto da un gusto per la provocazione, talvolta glaumur, talvolta fashion victim, di rado espressione di scelte curatoriali marcate da chiare traiettorie concettuali, strategie, in ogni caso, lontane dalle più sobrie costruzioni geometriche e dai giochi grafici di locandine e flyer dei festival nord-europei. Ma per quanto riguarda il putto in questione – non a caso simbolo di Bruxelles, città che ospita uno dei festival più attenti alle espressioni artistiche internazionali – non si tratta forse di una risposta, divertita e caustica – per non dire di un intenzionale gesto critico – rivolta alle polemiche che nella scorsa edizione del festival hanno movimentato la cronaca ternana (e la sua vita politica)?

Vanno allora presi in considerazione alcuni fatti e un antefatto. I fatti sono che ES.TERNI è un festival “giovane” nato nel 2006 da un desiderio, quello di fare di un territorio “senza teatro”, un “crocevia della riflessione e delle esperienze creative sulla contemporaneità” attraverso uno sguardo ravvicinato alla scena internazionale, e di concepirlo come un luogo di aggregazione tra persone e percorsi artistici per “generare creatività, mobilità, immaginazione e intuizione”.

Ecco l’antefatto: durante l’edizione 2008, Via Negativa, formazione slovena nata a Ljubljana nel 2002 sotto la guida di Bojan Jablanovec, presenta Viva Verdi al Teatro Verdi di Terni. La formazione slovena, che sin dalle prime prove dimostra di investigare i paradigmi della teatralità impiegando strategie performative post-drammatiche, dopo Anger, preludio per sei mini-performance, More, spettacolo centrato sul tema della gola, Incasso, dedicato al tema del denaro, con Viva Verdi presenta una tappa del progetto dilazionato in sette anni - ciascuno dedicato a uno dei sette peccati capitali - che ha dato vita a seguire a Four Deaths e OUT, e alla costruzione di Via Nova, fase conclusiva e ricapitolativi del percorso di ricerca.

Viva Verdi è una performance sull'accidia e sull’ozio artistico; è una metaperformance che s’interroga sulla funzione dell’arte e sul ruolo dell’artista. Come gli altri lavori del gruppo, anche questo spettacolo si consuma su un piano di ricercata trivialità, a contatto con oggetti seriali e posticci, spinti verso un gusto per l’approssimazione che trova l’apice nell’esposizione di fisicità sgradevoli, costumi da soubrette e clown, mescolati con istanze sadomasochiste e istinti fobici, tutto tenuto dentro una cornice asettica e divertita. Quella di Via Negativa è volutamente una provocazione frontale che si innesta in un solco di indagini sulla scarnificazione dei codici dello spettacolo, per lasciarne esposta una struttura che è specchio di una comunità segnata dalla fluttuazione osmotica degli immaginari. Via Negativa tenta, cioè, di mettere in atto un’operazione performativa che letteralmente svela perversioni e anomalie comportamentali, fuori da giudizi d’ordine morale. Costruite su un livello di mera presentazione, le azioni non esibiscono identità sostituite, si espongo allo sguardo giudice dello spettatore (non per la provocazione fine a se stessa), ma per problematizzare lo statuto finzionale e la legittimità espressiva dell’esperienza teatrale. Inquadrata dentro questa cornice non dovrebbe stupire che durante lo spettacolo un attore faccia la pipì sul palcoscenico.

A Terni si è gridato allo “Scandalo”! “Attenzione il teatro trattato come un urinatoio!” (Cosa ne avrebbe pensato Duchamp?) Il Teatro Verdi oltraggiato (chissà cosa sarebbe successo se la cosa fosse capitata oggi in pieno clima di rievocazioni verdiane osannanti l’enfasi del Va’ pensiero?).

Non serve argomentare in merito all’infondatezza e alla grettagine culturale di certe posizioni. Va detto però che l’accaduto ha mosso lo sdegno (manipolato?) di tanti, così da diventare il balletto ridicolo dei giornali locali pronti a rimpolpare le miserie culturali di una provincia già miserabile nei suoi luoghi comuni. Dopo notifiche provenienti dalla Direzione regionale per lo spettacolo dal vivo che ha chiesto ai direttori del festival di rispondere ad una lettera di Nastasi/Bondi in merito all'episodio (informati da Forza Italia di Terni). Vien fatto di pensare se l’interesse sdegnato (e improvviso) per certe pratiche artistiche non sia stato, in qualche modo, legato alle Amministrative previste per il giugno successivo. Comunque sia, il festival c’è e prende avvio il 18 settembre negli spazio rinnovati del CAOS. Centro Arti Opificio Siri. Guardando il nutrito cartellone, viene da chiedersi allora: è forse un caso che sia di nuovo presente un progetto di Bojan Jablanovec, l’ideatore di Via Negativa, che insieme al serbo Kristian Al Droubi, sono presenti con una performance-intervista, seguita da un incontro pubblico di riflessione sul senso dell’arte contemporanea, delle sue modalità e provocazioni? Un putto pissatore, allora per spegnere il fuoco, e attizzare le polemiche. 

(p.d.m.)

Per approfondimenti: FOCUS ON:::Via Negativa

Per info, contatti e programma: ES.TERNI 4

 
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