È USCITO CT #16 |
Culture Teatrali Studi, interventi e scritture sullo spettacolo N.16 Teatro e neuroscienza
Culture Teatrali chiude il 2008 con l’uscita del numero monografico sul tema Teatro e neuroscienze. L’apporto delle neuroscienze cognitive a una nuova teatrologia sperimentale, curato da Francesca Bortoletti, con una introduzione di Marco De Marinis. Il numero pubblica gli interventi proposti nel corso di un seminario interdottorale, promosso dalla Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna (presieduta da Umberto Eco) e dal Dottorato in Studi teatrali e cinematografici, coordinato da Marco De Marinis, e raccoglie nuovi contributi di studiosi di teatro e di scienziati. Il seminario si è svolto dal 20 aprile al 1 giugno 2007, alla presenza di relatori internazionali, che hanno indicato nuove linee di riflessione e indagine sul rapporto tra teatro, scienze umane, arti performative e neuroscienze, con particolare riferimento alla scoperta dei ‘neuroni specchio’, rilevata da Giacomo Rizzolatti, Vittorio Gallese e il team dell’Università di Parma. Certamente la scoperta dei neuroni specchio ha destato un grande interesse anche fuori i confini della neurofisiologia e degli studi cognitivi, attirando l’attenzione di artisti, psicologi, pedagogisti, sociologi, antropologi, linguisti, semiologi, storici dell’arte e di estetica e intensificando il dialogo tra teatro e scienza da tempo attivato dagli studi dell’antropologia teatrale di Eugenio Barba, dalla “teoria della performance” di Richard Schechner o ancora dall’approccio neurofenomenologico di Victor Turner, solo per citare tre esempi fra i più significativi e noti che aprirono e corroborarono l’ipotesi di una dimensione biologica nelle pratiche spettacolari umane. Gli interventi raccolti in questo numero monografico hanno messo in evidenza la fruttuosità e le potenzialità di tale dibattito pluridisciplinare e transculturale. Aprono il volume i contributi rispettivamente del fondatore dei Performance Studies, Richard Schechner, e del neuroscienziato Vittorio Gallese, che passando in rassegna le caratteristiche funzionali dei neuroni specchio descrive il modello da lui coniato di ‘simulazione incarnata’ che genera uno specifico stato fenominico di ‘sintonizzazione intenzionale’ alla base non solo di ogni nostra esperienza soggettiva o di cognizione sociale, ma delle pratiche teatrali, dell’espressività mimetica della presenza attoriale e del ruolo attivo dello spettatore. Ripercorre alcune delle principali linee di ricerca volte alla definizione di una ‘neurobiologia della scena’, il dettagliato studio di Maria Giulia Guiducci, cui segue il prezioso contributo di Jean-Marie Pradier, docente di Teatro dell’Università di Paris VIII-Saint Denis e fondatore nel 1995 dell’etnoscenologia, campo di indagine interdisciplinare e interculturale che si propone di studiare le pratiche spettacolari organizzate; l’appassionato dialogo tra il regista e studioso maltese John J. Schranz e lo scienziato cognitivo Richard Muscat sempre dell’Università di Malta, fondatori nel 1995 del progetto XHCA (Question Human Creativity as Acting) da cui ha preso di recente avvio un master europeo E-MAPS (European Masters in Performer Studies); e ancora lo studio del musicologo Antonello Colimberti sull’antropologo Marcel Jousse; e l’articolata analisi su una neurobiologia dell’Opera di William O. Beeman, docente all’Università del Minnesota i cui studi si sono incentrati sugli aspetti evolutivi della performance. Completano il numero i contributi rispettivamente di Nicole Daunic, danzatrice e studiosa di PS; del coreografo olandese di fama internazionale Ivar Hagendoorn; e della regista Madeleina Barchevska, fondatrice del BioArt Theatre Laboratoires di New York. Chiude il volume una breve postfazione della curatrice. |