La ricerca teatrale incontra il sacro Brescia, Bergamo 3>30 aprile 2011
[Monica Cristini] Nella comune ricerca di un rinnovato sodalizio tra teatro e sacro, le diverse espressioni del teatro di prosa e di ricerca, di narrazione e di poesia, si incontrano in un dialogo aperto ricco di visioni, musica e memoria, in un confronto che ancora una volta ci porta a riflettere sui legami che anticamente sigillavano l’unione tra rito e teatro. Crucifixus - Festival di primavera 2011, che vede quest’anno tra i suoi protagonisti Gabriele Lavia, Saverio La Ruina e numerosi altri artisti noti ed emergenti, ha dato inizio alla sua quattordicesima edizione domenica 3 aprile. Il Festival, che dà voce alla ricerca teatrale che si muove fra i territori del sacro, si articola quest’anno in due macro-sezioni: la prima (3 - 10 aprile) - Scene sacre in città - sarà ospitata nella città di Brescia; la seconda – Terra di Passione – coinvolgerà i territori “storici” del Festival ossia la Valle Camonica e il Sebino (9 - 30 aprile). Con la proposta di un recupero del patrimonio teatrale medievale e rinascimentale, il Festival dà voce a memorie, testi, musiche e immagini del passato attraverso un percorso di re-invenzione della tradizione che coniuga luoghi d’arte cristiana e pratiche devozionali.
Punto focale sarà l’universo femminile, incarnato sul palcoscenico da attrici come Lucilla Morlacchi, Pamela Villoresi e Maria Paiato, dai versi della poetessa Alda Merini, e nell’umanità della Vergine, prima protagonista femminile, la quale se in MISTICA D’AMORE rivela la sua fragilità ed il suo smarrimento di fronte alla divinità del figlio, in MAGNIFICAT svela la forza del suo amore. Il suo pianto si ascolterà nell’antico testo medievale di PLANZETE ZEILI; il suo dolore raccontato da S. Bernardo di Chiaravalle in MADRE; la sua umanità contemporanea svelata ne IN NOME DELLA MADRE.
La sezione Scene sacre in città è stata inaugurata domenica 3 aprile da Gabriele Lavia che ha presentato, accompagnato dal clarinetto di Giampiero Sobrino, La Passione dal Vangelo Secondo Giovanni, seguito il 4 aprile dal racconto-confessione di Maria in Madre ed il 5 aprile da Un tesoro comune, spettacolo tratto dai sermoni sulla fondazione dei Monti di Pietà di Bernardino da Feltre e Bernardino da Siena. I numerosi artisti - in 24 giornate di festival, dislocato in 23 comuni delle Province di Brescia e Bergamo - ci accompagneranno nei luoghi più significativi del sacro, alla scoperta di una passione che si rivela essenzialmente umana, con spettacoli come Campo Santo che racconta il tema della violenza e della capacità di reazione dell’uomo al dolore, in cui un detenuto ripercorre con gli spettatori la tragedia dei Gulag sovietici raccontati da Gustaw Herling in Un mondo a parte. Passione raccontata, e passione vissuta, anche quella di Caffè Teatro…Niente è come sembra, sessione aperta del laboratorio di teatro sociale tenuto dall’Università Cattolica di Brescia, che elegge a protagonisti d’eccezione uomini e donne in stato di detenzione che si confrontano con i temi del vivere; passione che infine ritorna al sacro in Mistica d'Amore, commovente percorso poetico in cui Maria è corpo, sangue e dolore.
Conclude la sezione ed apre la successiva, Terra di Passione, Lacrime di Sangue con Pamela Villoresi e il Coro Voci dalla Rocca, in scena domenica 10 aprile alla Chiesa del Carmine, con le visioni di Anna Katharina Emmerick, mistica del XIX secolo. Stessa data per Beatrice Faedi che interpreta, accompagnata dalla voce del soprano Alice Rota, Planzete Zeili, prezioso e antico Planctus scritto in volgare veneto da Enselmino da Montebelluna a metà del Trecento. Saverio la Ruina presenta invece il suo ultimo lavoro, La borto, storia di una donna in una società dominata dall’atteggiamento e dallo sguardo maschili, che racconta il suo calvario in un sud arretrato e opprimente. Maria Paiato invece, accompagnata dal soprano Veronica Gasparini, interpreta una donna semplice, fragile, umanissima: la Vergine Maria che si rivela dalle pagine di Magnificat di Alda Merini. Se le ansie e le attese nella maternità di Maria sono il primo piano de In nome della madre di Erri De Luca e interpretato da Patrizia Punzo, è invece la vita di un papa ‘dimenticato’ ad essere protagonista in Pregare non è solo muovere le labbra – Il Novecento di Paolo VI. Produzione di Crucifixus creata a partire dalle ‘scene’ di legno della nota Via Crucis di Beniamino Simoni è lo spettacolo Spine (a cura dell’Associazione E.L.E.A. Espressione Libera e Artistica), che segna un percorso lungo la scala del Santuario della Via Crucis, dove incisioni e scanalature rendono lo spettatore-scultore partecipe della Passione di Cristo. Per la stessa produzione sarà riproposto anche La risurrezione del Larice, in cui Alessandro Mor è la voce dello scrittore russo Varlam Šalamov, autore de I racconti della Kolyma: un viaggio straziante nel ricordo delle terribili condizioni di vita in un lager sovietico. Chiude la rassegna, sabato 30 aprile, Canto DiVino mosso come schiuma che sopra il mare spuma spettacolo della compagnia Araucaima Teater in cui racconti, poesie e memorie legate al vino si fondono al sapore dei canti latini accompagnati da tromba, chitarre e percussioni.
Due ulteriori iniziative all’interno del festival.
La selezione I Teatri del Sacro da giovedì 7 a domenica 10 aprile ospiterà, presso il Teatro Santa Giulia, un progetto nazionale di promozione teatrale realizzato da Federgat e Fondazione Comunicazione e Cultura in collaborazione con Crucifixus Festival di Primavera. La selezione permetterà a 20 compagnie professionistiche e amatoriali di debuttare con il loro spettacolo, in prima assoluta, al festival I Teatri del Sacro di Lucca (19-25 settembre 2011).
Per la rassegna Teatro di Comunità, il 15 aprile le comunità di Fonteno, Solto Collina e Riva di Solto presentano Golgota la collina della vita: itinerario di sei chilometri in cui gli oltre 200 attori-abitanti e ospiti rivivranno in una sola notte il dramma dell’umanità nella speranza di un riscatto, di un’alba nuova. L’Accademia Arte e Vita presenta invece a Breno il giorno successivo Sopra le spalle, la croce, spettacolo che vede interprete e spettatore uniti nel dolore della morte e nella gioia della resurrezione. Infine la Comunità di Zone (16 e 25 aprile) inscena l’interrogarsi sul destino oltremondano dell'uomo in IlMistero della Salvezza.
Sabato 2 aprile, presso la Chiesa di San Carlo ha preceduto l’apertura del Festival, nel contesto de La Notte del Sacro, l’anteprima di Madre, per la regia di Maria Rita Simone. Lo spettacolo - sapientemente costruito da un gruppo di giovani artiste riunitesi per questo progetto – ci mostra Maria, "vergine custode del mistero divino, grembo di amore semplice, maestra di dolore ai piedi della croce. Materno è lo sguardo umile inchiodato alla carne offesa del Figlio. Materno è il travaglio fisico risparmiato al momento del parto, reclamato dalla natura nell'ora della Passione. Materna è la compassione. Una sofferenza umana che chiede di essere condivisa, raccontata, celebrata, violata nella sua intimità". Rielaborato a partire dagli scritti di S. Bernardo di Chiaravalle - Liber de Passione Christi et Doloribus et Planctibus Matris eius e dal Dialogus Beatae Mariae - Madre è il racconto della Passione di Cristo dal punto di vista di colei che è testimone del martirio e martire al tempo stesso.
Portavoce del racconto-confessione della madre è Enrica Chiurazzi, sola attrice in scena, guida e corpo della storia, che nell’alternanza di parola, canto, suoni ed eloquenti silenzi accompagna lo spettatore fin dentro il grembo stesso del dolore. L’attrice, che dalla scuola internazionale di Kuniaki Ida è approdata all’Atelier Teatro diretto da Mamadou Dioume, ci regala la sua intensa e commossa interpretazione di una madre sì straordinaria, ma soprattutto profondamente umana nel dolore e nella dignità con cui accompagna la condanna e la morte del figlio. Nel suo percorso tra i diversi registri del lamento, della narrazione e del canto, accompagnati da un attento uso del corpo, Enrica Chiurazzi è diretta dalla puntuale e sapiente regia di Maria Rita Simone, la quale vanta un notevole percorso teatrale - di attrice, autrice e regista - con nomi come quelli di Bruce Myers, Renata Molinari, Emma Dante, Francesca Dalla Monica, Beatrice Faedi. Sulla scena essenziale ed evocatrice della scenografa Serena Zuffo, scandita dal cadere regolare di una goccia-metronomo a sottolineare ogni momento di dolore, la Madre, nell’abito nero del lutto, interagisce con le metamorfosi del lungo velo che da copricapo diviene prima culla nel racconto e poi sudario per il corpo del figlio morto. Le tre giovani e promettenti artiste ci presentano dunque uno spettacolo che pur rendendoci partecipi del dolore non cade mai in eccessi di passione, invitandoci invece nel poetico confronto con una madre e la sua sofferenza.
INFORMAZIONI: www.crucifixus.com Festival Brescia tel. 030.3758038 Festival Valle Camonica tel. 0364.538995
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