CORPI URBANI/URBAN BODIES |
Festival Internazionale di Danza in Paesaggi Urbani - VIII edizione Genova // 9 > 11 Settembre 2010 | Finale Ligure (Savona) // 12 Settembre 2010 Dal 9 all’11 settembre a Genova e il 12 settembre a Finale Ligure, Corpi Urbani/Urban Bodies - Festival Internazionale di Danza nei Paesaggi Urbani, propone creazioni e performance di compagnie italiane e straniere, in un panorama variegato di forme e linguaggi del corpo, per un totale di 19 spettacoli e 36 artisti. Ideato e organizzato dall’Associazione ARTU (Arti per la Rinascita e la Trasformazione Urbana) e giunto all’ottava edizione, il festival valorizza lo spazio urbano e invita alla scoperta del territorio attraverso l’arte della danza contemporanea, convogliando la memoria storica dei luoghi a una nuova visione. Voglia di crescita continua, messa in discussione, sguardo vigile sul territorio e attento a ciò che succede altrove sono sempre state le costanti di un festival che non si lascia sopraffare dalle difficoltà, ma si rafforza per la qualità e la professionalità.Per questo i focus, piccole lenti di ingrandimento che consentono di osservare le diverse proposte artistiche: la Spagna, il Mediterraneo, la giovane danza d’autore italiana e qualche piccola divagazione sul tema. La programmazione è in gran parte frutto delle molteplici collaborazioni nazionali e internazionali che l’Associazione ARTU e la sua direttrice artistica Eliana Amadio stanno intessendo da diversi anni entrando a far parte di Networks che hanno l’obiettivo di diffondere la danza contemporanea nello spazio pubblico. Tutti gli eventi sono gratuiti. Il progetto International Dance Raids, che giunge alla sua terza edizione all’interno del Festival Corpi Urbani, prevede la circuitazione di alcuni artisti internazionali che si sono distinti nella creazione artistica per lo spazio urbano e vantano un’alta professionalità nel settore. Quest’anno la compagnia ospite è Nabeirarrúa Danza e proviene dalla Spagna: con “A dos centímetros del suelo” Anuska Alonso e Mar López raccontano un incontro di due, una storia condivisa che diventa molteplice…tutto a due centimetri dal suolo. In un’ottica più allargata di rafforzare la relazione con alcuni paesi del Mediterraneo, Corpi Urbani 2010 ospita un’altra compagnia spagnola e artisti provenienti anche da Turchia e Francia. La Intrusa Danza, che nasce nel 1996 dalla collaborazione tra Virginia Garcia e Damian Muñoz, con “Staff” mette in scena un uomo e una donna e quello che si genera dal loro incontro. La compagnia turca Taldans esplora nuovamente l’universo della coppia con le produzioni “Dolap” - in cui i danzatori Mustafa Kaplan e Filiz Silanzi si misurano non solo con i loro corpi ma anche con il volume e il peso di un frigorifero e “Sek Sek” - in cui i due artisti utilizzano il corpo come unità di misura attraverso cui si genera l’azione di movimento. I francesi Styl’O’Styl, tra improvvisazioni di musica jazz e danza hip hop, indagano la possibilità che ha l’uomo di preservare l’armonia e riconciliarsi con il tutto. In collaborazione con il Network Anticorpi XL, circuito nazionale per la giovane danza d’autore italiana di cui l’associazione ARTU è partner dal 2009, il focus giovani danzautori italiani presenta alcune creazioni che in diverso modo prediligono l’interesse a confrontarsi con lo spazio urbano. Marta Bevilacqua in “Nec Nec” mette in scena una figura femminile doppia che indaga le sue diverse nature senza venirne a capo. Daniele Ninarello in “Man Size” racconta dell’esperienza emozionale che un corpo vive quanto si fa recipiente di storie esterne. I danzatori genovesi Serena Loprevite e Rocco Colonnetta della compagnia Koinègenova, con “Sempre e costante è il mio amore” rivelano un momento sospeso, in cui la danza si fa testimone di un amore che riaffiora e si rinforza. Michela Minguzzi in “Unbalance-2” esplora il brivido del bilico, nell’assoluta precarietà di un equilibrio vulnerabile al tutto. Giada Meggiolaro in “Verecondia degli occhi” ricerca il movimento bloccato in un’eterna e immaginaria preparazione alla lotta o alla fuga. Il progetto speciale CARUGGIO CULT, nel quartiere della Maddalena, prevede gli interventi site specific di quattro giovani coreografi e danzatori genovesi in relazione ai molteplici aspetti del quartiere del centro storico di Genova. Matteo Bologna in “Azione per un'opera orfana” constata che l'osservazione dei luoghi fa emergere messaggi. Nicola Marrapodi in “L’ennesima sovrapposizione” indaga il confine tra il me reale e l’infinità di me che si riflettono e si sovrappongono sulla cornice dello specchio. Andrea Valfré in “Serata” si prepara a una fuga. Rocco Colonnetta in “Mani asciutte” appunta spilli sul diaframma del petto. Corpi Urbani/Urban Bodies aderisce al Network Internazionale di Danza in Paesaggi Urbani “Ciudades Que Danzan”, rete internazionale di festival di danza che stimola le città a una programmazione di danza nei rispettivi scenari urbani. All’intero di questa rete quest’anno ARTU ha ideato un progetto di scambio con i festival Danse en Ville (Eupen, Belgio), Urban Moves (Manchester, Gran Bretagna) e Trayectos (Zaragoza, Spagna). Ogni partner ha individuato una compagnia di danza contemporanea sul proprio territorio che sarà ospitata all’interno degli altri festival. Quattro strutture condividono così quattro diverse creazioni, offrendo un’occasione di crescita e arricchimento sia per gli artisti sia per gli spettatori. La compagnia belga Irène K. in “Inside-Time / Outside-Space” utilizza un groviglio di fili a rappresentare una frontiera, fisica o immaginaria, ideale o reale, che diventa metafora della vita… ingarbugliata. La compagnia inglese Chameleon in “Search and find” esplora l’idea della compatibilità e dell’incomprensione. La compagnia spagnola LaMov in “Como o vento” mette in atto la semplice espressione del corpo, alternando momenti di estrema eleganza e liricità e altri più dinamici e inattesi. La compagnia individuata da ARTU è KoinèGenova con lo spettacolo “Sempre e costante è il mio amore” che è già stato rappresentato nei festival partners. Tra gli eventi speciali del festival il progetto Temporabilia, della compagnia genovese UBIdanza, prevede la partecipazione di cinque interpreti adulti e dodici bambini (della classe IB della Scuola G. Daneo), coinvolti in un’analisi generazionale sull’idea della ciclicità del tempo. In controtendenza rispetto a un mondo e a un teatro urlato, dichiarato, esibito, lo spettacolo è uno sguardo innamorato del mondo e fiducioso in “un’utopia pratica e riformista” (Marc Augé, “Che fine ha fatto il futuro. Dai non luoghi al non tempo”).
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