Oriente Occidente |
Oriente Occidente festeggia i trent’anni danzando tra i continenti Rovereto, Trento fino al 12 settembre 2010 Oriente Occidente giunge quest’anno alla trentesima edizione e fa il giro del mondo. I 30 anni offrono infatti l’ occasione di festeggiare un percorso di ricerca che ha investito fin da subito sulla trasversalità dei generi, sull’incontro tra culture, sul confronto tra modi di pensare la scena e il teatro, su percorsi di ricerca. Dall’America all’Europa, dal Giappone all’India, Oriente Occidente ha portato in Trentino grandi maestri e nuove compagnie, artisti già confermati e nomi su cui scommettere. Una storia iniziata nei primi anni Ottanta con programmi che già mettevano in gioco la visione incrociata tra danza, teatro, musica, performance: dal Kathakali indiano all’Odin Teatret e poi il teatro di Grotowski e l’esperienza veneziana del Teatro Danza La Fenice con Carolyn Carlson, e Maguy Marin e Ravi Shankar, Keith Jarrett, Lucinda Childs, Merce Cunningham, Alwin Nikolais. Non è mancata al festival la danza italiana: Lucia Latour, Virgilio Sieni, Enzo Cosimi, Fabrizio Monteverde, Michele Abbondanza e tanti altri. Indimenticabile il 1990, un anno dedicato a Pina Bausch e alla famiglia di artisti a lei legati, ma arrivarono a Rovereto anche il grande Kazuo Ohno, Cesc Gelabert, Trisha Brown, Rosas. Se le innovazioni fantasmagoriche di Nikolais nonché la sua famosa pedagogia si sviluppano a New York, è in Giappone che nella società post-seconda guerra mondiale prende forma il fenomeno del Butoh, la danza delle tenebre. Ad interpretarla sarà Ushio Amagatsu che con il suo gruppo maschile Sankai Juku è emblema della seconda generazione del Butoh. È in scena domenica 5 settembre al Teatro Sociale di Trento con Hibiki – Resonance from far away, un viaggio evocativo sul ciclo della vita. Due le coproduzioni che il Festival riserva quest’anno a artisti il cui percorso nasce da una relazione costante tra Europa e Africa. Abou Lagraa, classe 1970, è cresciuto a Lione, ma il lavoro che fa con la sua compagnia La Baraka si nutre profondamente delle sue origini algerine. Lo spettacolo che porta al Festival – mercoledì 8 settembre all'Auditorium Melotti - Un monde en soi, è interpretato da sette danzatori provenienti da Marocco, Perù, Senegal, Camerun, Francia, e racconta con la danza lo sforzo per crescere, per diventare uomini. Per l’Italia infine tre spettacoli. Il monologo Racconti di giugno di e con Pippo Delbono, regista tra i più rinomati sulla scena internazionale, che in questo straordinario lavoro del 2005 fonde arte e autobiografia e che, anche attraverso la presentazione del libro curato da Leonetta Bentivoglio, Pippo Delbono. Corpi senza menzogna, ci porta a riflettere sulla bellezza autentica del gesto e sull’incontro fecondo tra danza e teatro. Inoltre Oriente Occidente coproduce i due nuovi lavori delle vincitrici 2009 del concorso di coreografia Danz’è, che avrà quest’anno una nuova edizione. Sono Carla Rizzu e Paola Vezzosi, rispettivamente con Eat 26 e Alter (il 12 settembre all'Auditorium Melotti a partire dalle ore 21). Un investimento che si riallaccia all’attenzione costante del Festival verso la promozione e diffusione della danza contemporanea italiana. Ma un giro a Rovereto vale la pena di farlo anche per visitare al Mart la bella mostra che presenta una selezione di opere di grandi protagonisti della pittura americana, capolavori dalla Phillips Collection di Washington. “Arte americana 1850-1960”. Ci sono artisti come Edward Hopper e Georgia O’Keeffe, pionieri di un originale stile americano, che tagliò orgogliosamente i ponti con la cultura europea. Ma ci sono anche opere di autori meno noti ma altrettanto interessanti, che ci donano “paesaggi” americani inaspettati, ben diversi da quelli odierni. L’esposizione chiude con Oriente Occidente, il 12 settembre.
INFO Auditorium Fausto Melotti - Corso Bettini 43, Rovereto festival@orienteoccidente.it
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