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L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
ODIN TEATRET
discorsi accademici e pratica teatrale

Martedì 15 giugno 2010, ore 15.30 - Ingresso libero
Rimini, via L. Tonini, 1
Museo della città - Sala del Giudizio
 

Presentazione del libro
Prediche dal giardino
di Eugenio Barba (Odin Teatret)
edito da L
’arboreto Edizioni - Collana Il giardino salvatico
intervengono
Eugenio Barba, Julia Varley, Franco Quadri, Piergiorgio Giacchè, Marco Martinelli, Fabio Biondi

Fra i molti libri pubblicati da Eugenio Barba, queste Prediche dal giardino sono forse la raccolta più sorprendente, umile e rivelatrice. Da un lato, scritti occasionali e ufficiali, che rientrano nel genere delle lezioni magistrali in risposta al conferimento di lauree e dottorati honoris causa. Dall'altro, scritti denudati, in cui l'autore, quasi per sormontare la difficoltà d'onorare l'occasione senza aderirvi, affronta direttamente, da differenti angolature, la domanda sul perché fare teatro.
Le diverse sfaccettature che compongono la figura di Eugenio Barba - uomo d'azione, politico e maestro nell'aggregare e nel motivare le più diverse persone, ma anche artista solitario sprofondato nel proprio buio, fra i lampi delle sue visioni - si confrontano in questo libro quasi senza mediazioni, con l'estro, lo straniamento e l'aplomb d'un attore che si recita senza mentirsi.

 

Fra gli artisti che hanno profondamente segnato la storia del teatro del secondo Novecento, Eugenio Barba è il solo ad aver lavorato in maniera innovativa in tutti i campi della cultura teatrale: la creazione artistica; la trasmissione delle tecniche e del sapere professionale; il lavoro sulla memoria storica; la ricerca scientifica; l'uso del teatro nel contesto sociale, come strumento per l'attivazione di relazioni fra gruppi, etnie e culture diverse. In sintesi, il complesso delle sue attività può essere definito come l'esempio di una reinvenzione globale del teatro come "isola di libertà", un'espressione, quest'ultima, che a Barba è molto cara.
La reinvenzione globale del “mondo del teatro” sembrava impossibile e fuori tempo, dopo gli anni di Stanislavskij, di Craig, di Mejerchol’d, di Copeau e di Brecht, e cioè dopo la generazione di coloro che nella prima metà del Novecento dettero forma ai prototipi d’un teatro futuro a partire dalle sue fondamenta. Nel caso di Barba, la sfida per un rinnovamento complessivo del teatro è tornata possibile attraverso il salto dalle grandi alle piccole dimensioni, dal teatro-istituzione al teatro-laboratorio.
L’arte segreta dell’attore (assieme a Nicola Savarese);  Teatro - Solitudine mestiere rivolta; La canoa di carta - Trattato d’Antropologia Teatrale; La Terra di cenere e diamanti - Il mio apprendistato in Polonia; Bruciare la casa - Origini di un regista; La conquista della differenza: fra questi libri di Eugenio Barba, tradotti in molte lingue, diffusi fra i cultori di teatro e spesso apprezzati da coloro che sono attenti all’avventura umana di chi rifiuta lo spirito dei tempi, queste prediche, con il loro giardino, delimitano lo spazio-tempo d’una vicinissima lontananza.

Eugenio Barba, 1936, cresce a Gallipoli nel Salento. Dopo la licenza liceale, nel 1954, viaggia a lungo in autostop nei paesi del Nord. Si stabilisce a Oslo. Lavora come lattoniere nell'officina di Eigil Winnje. Nel 1956 e nel 1957 è mozzo addetto alle macchine su un cargo e una petroliera norvegesi con scali in Africa, Asia, America Latina e America del Nord. Rientrato a Oslo si iscrive all'università che termina diplomandosi in Letteratura Francese e Norvegese e Storia delle Religioni. Riprende il proprio lavoro d'operaio e si lega agli ambienti della sinistra studentesca. Nel 1960 vive sei mesi in un kibbutz in Israele. Ottiene una borsa di studio per la Scuola Teatrale di Varsavia, corso di regia. La abbandona nel 1961 per lavorare con un piccolo teatro sperimentale nella cittadina di Opole, diretto dal giovane e sconosciuto regista Jerzy Grotowski e dal noto critico Ludwik Flaszen. Vi resta fino all'aprile del 1964, alternando il lavoro d'aiuto regista con viaggi in Europa - per diffondere le notizie sull'attività di Grotowski - e un soggiorno nel sud dell'India per studiare il Kathakali.

Nell'ottobre del 1964 fonda a Oslo l'Odin Teatret. Due anni dopo, con il suo teatro emigra in Danimarca, nella piccola città di Holstebro. In quasi cinquant'anni di attività, l'Odin Teatret ed Eugenio Barba sono divenuti una leggenda del teatro contemporaneo. Un pugno di persone che si sono guadagnate l'influenza di un'indipendente tradizione teatrale. Creano un proprio modo di trasmettere le esperienze sia in pratica (con un'intensa attività di seminari e stage), che pubblicando libri e documenti filmati. Contribuiscono in maniera innovativa alla crescita della "scienza del teatro": nel 1979, Eugenio Barba fonda l'ISTA, International School of Theatre Anthropology, e nel 2002 il Centre for Theatre Laboratory Studies.
Al cuore di questa imponente attività d'autonoma politica culturale, a darle il senso e il valore d'una conquistata differenza, vi è l'incandescenza degli spettacoli che Eugenio Barba ha creato con il suo piccolo gruppo di attori, spettacoli (come Ferai, Las casa del padre, Ceneri di Brecht, Il Vangelo di Oxyrhincus, Itsi Bitsi, Dentro lo scheletro della balena, Il sogno di Andersen ) che affrontano l'orrore della Storia e si fissano potentemente nella memoria e nella coscienza di migliaia di spettatori sparsi qua e là per il mondo.


Martedì 15 giugno 2010, ore 21.15 - Posti limitati; prenotazione obbligatoria
Mondaino, via Arboreto 6
L’arboreto - Teatro Dimora


ODIN TEATRET
Il tappeto volante
spettacolo - dimostrazione
di Julia Varley
a seguire un incontro con Julia Varley e Eugenio Barba

Il testo è un tappeto che deve volare lontano: con questa frase inizia lo spettacolo - dimostrazione di lavoro, in cui trent’anni di testi appartenenti agli spettacoli dell’Odin Teatret, a cui Julia Varley ha partecipato come attrice, sono percorsi in un’ora.  Poche spiegazioni essenziali accompagnano il lavoro vocale che esemplifica il passaggio delle parole dallo scritto allo spazio, dalla freddezza della carta alla libertà dell’interpretazione.

Julia Varley nata nel 1954 a Londra è entrata a far parte dell’Odin Teatret nel 1976.
Oltre alla sua attività come attrice è impegnata anche in qualità di regista, nell’insegnamento, nell’organizzazione e come scrittrice.
All’età di 3 anni si è trasferita a Milano dove ha seguito i suoi studi, che comprendono gli anni alla Facoltà di Filosofia all’Università di Milano.
Prima di unirsi all’Odin Teatret ha lavorato a Milano con Il Teatro del Drago,  il Centro Sociale Santa Marta e il Circolo La Comune, mantenendosi con il lavoro da assistente alla produzione per alcuni film. Con l’Odin Teatret, Julia Varley insegna nelle scuole e nelle Università ed ha sintetizzato la sua esperienza in quattro dimostrazioni di  lavoro: The Echo of Silence, The Dead Brother, Text, Action, Relations e The Flying Carpet. Dal 1990 è impegnata nella ideazione e organizzazione dell’ISTA (International School of Theatre Anthropology) e della University of Eurasian Theatre, entrambe dirette da Eugenio Barba. Julia ha collaborato con The Magdalena Project sin dal 1986 anno di partenza del progetto, che ha creato una rete di donne che lavorano nel teatro contemporaneo. In riferimento a questo specifico percorso, Julia prende parte a “Women with Big Eyes” un progetto collaborativo che è stato presentato in Danimarca e a Cuba.
Julia è direttore artistico del Transit International Festival ad Hostelbro ed editrice di The Open Page, un giornale dedicato al lavoro delle donne nel teatro.
In relazione alle produzioni interculturali dell’Odin Teatret e Hostelbro Festuge, Julia ha iniziato una collaborazione pedagogica continuativa con gruppi di giovani attori (“Ageless”, “Jasonites”, “Ur-Hamlet Foreigners”) sia in Danimarca sede dell’Odin che in altre Nazioni, continuando a dirigere i suoi studenti di lungo corso.
Ha firmato la regia per due produzioni in Germania con il Pumpenhaus Theatre (Auf den Spuren des Yeti e Blau), due produzioni con Ana Woolf dall’Argentina (Seeds of Memory e White is the Night), uno spettacolo per ragazzi con Hisako Miura dal Giappone (Fox Wedding)  e due spettacoli con Lorenzo Gleijeses e Manolo Muoio (Il figlio di Gertrude e L’esausto o il profondo azzurro) e un altro con Gabriella Sacco (The taste of Oranges). Ha Lavorato come assistente alla regia per i film Anabasis e On the Two Banks of the River, e alla produzione del film Come! And the Day Will Be Ours. Julia varley ha scritto due libri: Wind in the west -  a novel by a theatre charatcter (Odin Teatret Forlag, Danimarca) e Pietre d'acqua - Taccuino di un'attrice dell'Odin Teatret (Ubulibri, Milano; Escenologia, Mexico; Alarcos, Cuba; San Marcos-Yuyachkani, Perù; Entretemps, Francia; Routledge, Gran Bretagna). I suoi articoli e i suoi saggi sono stati pubblicati da diverse testate come: The Mime Journal, New Theatre Quarterly,  Teatro e Storia, Lapis, The Open Page, Performance Research, Teatro XXI e Máscara.


Per informazioni e prenotazioni
L’arboreto - Teatro Dimora di Mondaino (Rn)

via Arboreto 6, 47836 Mondaino (Rn)
tel. e fax 0541.850123 (solo nei giorni di spettacolo)

 

 
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