FABBRICA EUROPA 2010 - XVII edizione Firenze // 6 > 25 maggio 2010 La nuova edizione di Fabbrica Europa indaga nessi, suggestioni, ma anche differenze, tra Occidente e Oriente, privilegiando in particolare il lavoro di coreografi, registi, musicisti, artisti e studiosi sensibili al rapporto arte e scienza, artefici di nuovi paradigmi estetici, oltre il concetto classico di discipline artistiche. Le modulabili frontiere della ricerca tra arte e scienza permettono ai suggestivi spazi della Stazione Leopolda di accogliere La spirale appare, un’opera totale di Mario Merz, figura di spicco del movimento Arte povera, creata con ferro, fascine di legno, vetro, neon e giornali e incentrata sulla relazione tra arte, matematica e cosmologia (6-25/5); Areal, una performance/installazione multisensoriale dei multimediali Granular Synthesis che invita a una riflessione sul fenomeno naturale della luce e del suono attraverso elettronica e nuove tecnologie (6/5); la spazializzazione del suono è alla base anche di The Table of Earth, il nuovo progetto in prima assoluta di e con David Moss, esponente tra i più innovativi della scena musicale contemporanea: un tavolo sonoro e interattivo, una sorta di tappeto volante musicale, realizzato attraverso la ricerca della struttura Tempo Reale (13,14/5). Lo sguardo che attraversa Oriente e Occidente trova corpo nel percorso artistico e umano di tre maestri: il cinese Shen Wei, coreografo, danzatore, regista, pittore e designer, presenta il trittico Re–(I, II, III) interpretando le suggestioni di tre impenetrabili, misteriose e affascinanti società, Tibet, Cambogia e Cina (15/5) e della Shen Wei Dance Arts è inoltre la cura di un progetto formativo, il primo realizzato in Europa sotto la supervisione del maestro cinese, articolato in una serie di masterclass con danzatori italiani e stranieri e finalizzato a una nuova creazione presentata a Firenze (6,7/5) e poi a Roma e Milano; il coreografo belga Frédéric Flamand, con il Ballet National de Marseille e la collaborazione del cinese Ai Weiwei (artista, architetto, critico, considerato l’icona di una Cina ribelle), propone in prima nazionale e in collaborazione con il 73° Maggio Musicale Fiorentino, La verité 25 x seconde, una riflessione sulla mutazione della percezione, sull’ambiguità del rapporto verità/menzogna e sullo stato del corpo in rapporto alle evoluzioni tecnologiche (20-22/5); Another Sleepy Dusty Delta Day del belga Jan Fabre è uno studio sulla morte e sull’amore. Una grande installazione con trenini sul pavimento e uccelli in gabbia appesi al soffitto fa da sfondo alla protagonista che sembra asservirsi a una logica meccanica che sfigura il corpo in oggetto di trasporto, per poi esplodere in una follia d’amore e in un terrore del vuoto che porta alla distruzione (12,13/5). Fra tradizione e ricerca si inserisce Alberi senza ombra, la nuova creazione di César Brie. Lo spettacolo, in prima assoluta, si rifà al drammatico episodio della strage di campesinos perpetrata nel 2008 a Pando in Bolivia dagli squadroni della morte (11-15/5).
In prima nazionale anche Il ponte di pietra della Compagnia Krypton, regia di Giancarlo Cauteruccio, testo del canadese Daniel Danis, un lavoro dove gli archetipi espressivi dell’infanzia e dell’innocenza si contrappongono alla durezza della verità e della storia, con in scena quattro giovanissimi attori/performer ad evocare la storia di due bambini profughi in una zona di guerra. Il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards prosegue la propria ricerca su musica e parola con due diversi lavori: il primo, The living room, individua il soggiorno come terreno di lavoro e incontro per un evento performativo strutturato e rigoroso, un flusso vivente di azioni, canti di tradizione che esplora cosa comporta il risvegliarci di fronte a noi stessi, all’altro, al mondo; il secondo, I Am America, è una ricerca sul senso della parola poetica e sulla sua azione, un lavoro diretto da Mario Biagini e nata dall’approccio alle opere di Allen Ginsberg. C’è poi spazio per le nuove generazioni e i nuovi linguaggi come nel caso dei quattro lavori selezionati all’interno di Focus on Art and Science in the Performing Arts (un progetto biennale di appoggio e promozione di processi artistici nuovi, basati su interazione di arte e scienza, organizzato da una rete euromediterranea di centri culturali, tra cui Fabbrica Europa e Fondazione Pontedera Teatro): l’installazione performativa dei Santasangre, la performance/installazione di Luisa Cortesi con Massimo Barzagli, la nuova creazione del coreografo francese Fabrice Lambert, e lo studio sulla geografia emozionale di Alessandro Carboni. E ancora, il progress del progetto Motel di Gruppo Nanou, sempre sostenuto da Fabbrica Europa e Fondazione Pontedera Teatro, una composizione per schermi video, corpi, suono e luci di Letizia Renzini/Marina Giovannini, la danza tripartita di Cristina Rizzo, e quella minimalista ed espressiva della franco-algerina Nacera Belaza, premiata in Francia come “rivelazione coreografica 2008”. Varie anche le proposte musicali che, indagando le sonorità tra Cina, Mongolia, India e Giappone oltre che quelle dell’Asia Centrale e del Caucaso, guardano alla tradizione e sviluppano new media. Non mancano infine incontri, dibattiti e tavole rotonde sui principali temi e linee guida del festival. PROGRAMMA: TEATRO 8 e 9 maggio, Teatro Cantiere Florida Già finalista al Premio Scenario, Gruppo Nanou presenta Prima e Seconda stanza di Motel [Faccende personali], un lavoro pensato in forma di trilogia, non ancora compiuto in forma definitiva, di cui ripropone la prima parte (Faccende Personali - Prima Stanza) che ha debuttato lo scorso anno, e presenta la seconda (Seconda Stanza). La drammaturgia, scandita in episodi tra loro indipendenti è l’interazione di un ristretto numero di personaggi immersi in un ambiente familiare e ordinario, in cui elementi straordinari spostano l’andamento quotidiano dell’azione. I personaggi e le relazioni fra di essi sono statici e gli eventi di ogni episodio si risolvono nell’episodio stesso, ripristinando lo status quo. Il racconto è sempre “fuori dalla finestra”. Il dramma non è presente nella scena. La Trilogia di Motel è sostenuta da Fondazione Pontedera Teatro e Fondazione Fabbrica Europa. 11 - 15 maggio, Istituto Francese Albero senza ombra è la creazione, in prima assoluta, di César Brie prodotta dalla Fondazione Pontedera Teatro. Nella regione di Pando, nella giungla boliviana, l’11 settembre 2008 c’è stato un massacro di contadini che andavano a una riunione sindacale: 11 morti ufficiali, decine di scomparsi di cui non si conoscono né nomi né provenienza. L’attore e regista argentino ha indagato sui fatti, viaggiando nella giungla, intervistando vittime e carnefici, analizzando informazioni poliziesche, giudiziarie e mediche. Questo lavoro cerca di dare nome e storia alle vittime e scoprire le ragioni che stanno dietro l’eccidio. 11 – 13 maggio, Teatro Studio di Scandicci Dopo averlo presentato in forma di studio nelle due stagioni precedenti, la Compagnia Krypton propone in prima nazionale l’allestimento conclusivo de Il ponte di pietra, regia di Giancarlo Cauteruccio, testo del canadese Daniel Danis. Accomunati dalla passione per il teatro di poesia e per il lavoro con la luce, Cauteruccio e Danis hanno sviluppato un nuovo approccio alla messa in scena del testo che evidenzia gli archetipi espressivi dell’infanzia e dell’innocenza contrapponendoli alla durezza della verità e della storia. Questo nuovo progetto, tutto improntato sull’immaginario, sulla scoperta, sull’invenzione, chiama in scena quattro giovanissimi attori/performer ad evocare la storia di due bambini profughi in una zona di guerra. Nell’opera si conferma la potenza della parola, viatico di una visionarietà straordinaria come azione salvifica dal dolore e dalla violenza che solo i bambini riescono a intercettare. 12 e 13 maggio, Stazione Leopolda Another Sleepy Dusty Delta Day di Jan Fabre trae ispirazione da una canzone di Bobbie Gentry. È uno studio sulla morte, sull’amore assoluto, sul suicidio e sulle conseguenze psichiche in chi sopravvive alla perdita della persona amata. Una grande installazione con trenini sul pavimento e uccelli in gabbia appesi al soffitto fa da scenario. Inizia con la lettura di una lettera d’amore e prosegue con intensi momenti di teatro danza, in cui la protagonista sembra asservirsi a una logica meccanica che sfigura il corpo in oggetto di trasporto, per poi esplodere in una follia e in un terrore del vuoto che porta alla distruzione delle installazioni, al lancio di bottiglie, a gesti inconsulti, a simboliche azioni sessuali, fino a simulare il drammatico assassinio di un uccello. Sul palco la giovane e talentuosa performer greca Artemis Stavridi 18 e 19 maggio, Istituto Francese Il Workcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards prosegue la propria ricerca su musica e parola con due lavori: The living room e I am America The Living Room è evento creato da Focused Research Team in Art as Vehicle, guidato da Thomas Richards, un evento che ci porta a casa, nel luogo essenziale in cui accogliamo l’altro, nel nostro soggiorno, nella nostra living room e indaga questo luogo familiare come terreno di lavoro e d’incontro, investigando i modi in cui le potenzialità del mestiere performativo possono arricchire ed essere arricchite dalla realtà e dalle relazioni quotidiane. Durante l’incontro si svolge un evento performativo, strutturato e rigoroso, un flusso vivente di azioni basate sul lavoro con antichi canti di tradizione e su testi che esplorano cosa comporta il risvegliarci di fronte a noi stessi, all’altro, al mondo. I Am America è nato dalla ricerca dell’Open Program del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards sul senso della parola poetica e sulla sua azione. Diretto da Mario Biagini e nato dall’approccio alle opere di Allen Ginsberg (1927-1997), I Am America è uno spettacolo in cui la poesia fa luce sul ruolo e la funzione che ci competono all’interno di uno specifico panorama sociale, economico e culturale. PROGETTO FOCUS 6 maggio, Stazione Leopolda La performer Luisa Cortesi in collaborazione con l’artista visivo Massimo Barzagli presenta Action Figures. Monumental Sculptures, nell’ambito di Per vedere, progetto articolato in più processi performativi, visivi ed espositivi, bidimensionali e tridimensionali. Una performance sullo scorrere del tempo e sulla costruzione di un’opera scultorea che si svela e si compone direttamente davanti allo sguardo dello spettatore. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea. 6 - 9 maggio, Stazione Leopolda Framerate 0_primo esperimento, la nuova creazione del gruppo romano Santasangre (recente vincitore del Premio Ubu), è una performance/installazione intorno alla traduzione in linguaggio artistico di ciò che appartiene alla scienza. Lo spazio scenico diventa il laboratorio, il luogo dove poter trasferire i fenomeni che normalmente si verificano in natura per sottoporli a diminuzioni o accelerazioni temporali. I processi naturali sono gli elementi di questo esperimento, in cui il risultato è la conquista da parte della materia di un nuovo stato, ad esempio la solidificazione dell’acqua. Il ghiaccio è l’assenza di calore, paralisi del movimento, gelo della notte, azzeramento concettuale che porta un pensiero nuovo, è candore, nitidezza, quiete necessaria per fondare una nuova tensione. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea. 18 maggio, Cantiere Florida Fabrice Lambert in Solaire mette a punto un dispositivo di luce che è attivato da movimenti manuali d’immagini in funzione di azioni sul pavimento. Una partitura per 5 danzatori che esplora il rapporto tra luce e corpo. Una ricerca della dinamica teatrale che utilizza i suoi mezzi tradizionali, pensata in termini d’immagine moderna grazie alla nozione dei pixel. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea. 20 e 21 maggio, Teatro Studio di Scandicci Alessandro Carboni è un attento osservatore e interprete della geo-politica culturale che esplora le connessioni tra mentale e fisico, tra cervello e corpo, tra immaginario e reale. Nella performance Lâu Nay la coreografia diviene strumento per indagare, codificare e studiare i processi cognitivi, percettivi e di apprendimento. Il corpo del danzatore è il territorio in cui proiettare e traslare gli spazi da reali a metaforici e psichici. Lo spettacolo è realizzato nell’ambito del progetto Focus on Art and Science in the Performing Arts con il sostegno del Programma Cultura dell’Unione Europea. DANZA 6 – 8 maggio, Stazione Leopolda Della Shen Wei Dance Arts è la cura di un progetto formativo ideato e promosso da Marinella Guatterini per il 2° corso di teatrodanza dalla scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano e da Fabbrica Europa, in collaborazione con CanGo Cantieri Goldonetta. Il percorso didattico della durata di 7 settimane - il primo in Europa sotto la supervisione del maestro cinese e articolato in una serie di masterclass con 20 giovani danzatori italiani e stranieri - ha portato alla creazione di Mycelial Sketches, in scena a Firenze in apertura del Festival e poi a Milano. 6, 8 e 9 maggio, Teatro Studio di Scandicci Letizia Renzini e Marina Giovannini presentano La Bambola di Carne, una composizione per schermi video, corpi, suono e luci basata sul film di Ernst Lubitsch Die Puppe (1919). Parte della narrazione cinematografica viene rielaborata in video e inserita nell’installazione a tre schermi che diventa partitura, sfondo e contrappunto 8 maggio, Stazione Leopolda Young Ho Nam esplora il legame tra corpo e spirito nella danza tradizionale coreana. Il solo, in prima nazionale, Une Femme Coréenne è la reinterpretazione di una delle danze rituali dei monaci buddisti. Astratta e non narrativa, si caratterizza per la sobrietà dei movimenti. In questa creazione Young Ho Nam esplora i rapporti con la poesia grazie ai testi di Paul Godard, composti appositamente per la pièce, che fanno da controcanto all’azione coreografica. 15 maggio, Teatro Era di Pontedera Oriente e Occidente si fondono nel personalissimo linguaggio contemporaneo di Shen Wei, coreografo, danzatore, regista, pittore, calligrafo e designer, considerato dalla critica internazionale uno degli artisti più originali del momento. Shen Wei è nato e cresciuto artisticamente in Cina, ma è a New York che ha fondato la Shen Wei Dance Arts. Il festival ospita il trittico Re–(I, II, III) - Tibet (2006), Angkor Wat (2007), New Silk Road (2009) – manifesto, introspettivo e al contempo universale, di un’arte interdisciplinare e interculturale che mostra tre impenetrabili, misteriose e affascinanti società, Tibet, Cambogia e Cina, filtrandole attraverso danza, fotografia, voce, musica. 16 maggio, Stazione Leopolda Le Cri è la creazione della franco-algerina Nacera Belaza, premiata in Francia come “rivelazione coreografica 2008”. Nella sua danza minimalista ed espressiva – che prende le mosse dal corpo femminile inerte poi animato dai salmi di Larbi Betsam e dalle voci di Maria Callas e Amy Winehouse - convivono ascesi e piacere, spiritualismo e una forma discreta di sensualità. 20 - 22 maggio, Stazione Leopolda In prima nazionale, in collaborazione con il 73° Maggio Musicale Fiorentino, va in scena La verité 25 x par seconde, la nuova creazione del coreografo belga Frédéric Flamand con il Ballet National de Marseille: una riflessione sulla mutazione della percezione, sull’ambiguità del rapporto verità/ menzogna, sullo stato del corpo in rapporto alle evoluzioni tecnologiche. Nello spettacolo le scansioni elettroniche di 3 videocamere di sorveglianza creano un nuovo ambiente di controllo in tempo reale di 25 immagini al secondo. Flamand si è sempre confrontato con la scienza e l’architettura a livello internazionale: in questa occasione per disegnare le scene ha scelto il cinese Ai Weiwei, artista, architetto, critico, considerato l’icona di una Cina ribelle 22 e 23 maggio, Teatro Cantiere Florida Cristina Rizzo, partendo da un progetto di scrittura di una partitura poi affidata ad altri 3 coreografi per una rielaborazione personale (Eszter Salamon, Michele Di Stefano, Matteo Levaggi), propone la nuova creazione Dance N°3, tre soli da lei stessa interpretati. per maggiori informazioni : www.fabbricaeuropa.net www.ffeac.org |