Stracci della memoria |
Compagnia teatrale Instabili Vaganti La compagnia teatrale Instabili Vaganti è in scena con lo spettacolo Stracci della memoria presso il Teatro Ridotto, Bologna, il 26 marzo. Il progetto sarà presentato dalla compagnia sempre al teatro Ridotto giovedì 25 marzo ore 17. Esito dell’omonimo progetto di ricerca teatrale, lo spettacolo sviluppa il tema della memoria e si propone il difficile compito di inserire la dimensione del tempo all’interno dell’opera d’arte, ma il tempo della memoria è discontinuo e così frammenti fotografici, performativi, artistici, muovendosi impazziti nella mente di chi li genera, assumono la forma di brandelli d’arte dispersa in ogni luogo. Il tentativo è quello della ricongiunzione. Tutto rimbalza nel contenitore della mente che custodisce e conserva per trasformare in visione ciò che la memoria ha trasfigurato. La scena si struttura in uno spazio che assume il valore simbolico di giardino sacro: uno spazio ed un tempo sospesi, scanditi dalla lenta gestualità del performer Nicola Pianzola e dal sonno-morte di una sposa, l’attrice-regista Anna Dora Dorno. Una voce intona un canto che innesca l’azione reale e video proiettata, in un gioco di trasparenze che rimandano ai veli dell’abito della sposa. L’uomo sembra celebrare un rito avente l’acqua come elemento vivificante. Il corpo dell’attore si fonde con il video attraverso la sua stessa ombra. Ha inizio così un’azione in cui il corpo si riappropria della sua energia materica e della pienezza dei suoi ricordi che si concretizzano in parole. I movimenti degli attori, separati dallo spazio-tempo della videoproiezione, appaiono intimamente connessi tra loro, avvengono in sincronia seguendo un percorso che porta al risveglio del corpo. Le proiezioni di un corpo rosso fermano l’istante della contorsione, trattengono il momento della sofferenza che esplode nel corpo. L’estetica del corpo nudo, svelato nella sua essenza vitale, rossa, di carne e sangue rivela un corpo sacrificato che rinasce a nuova vita, quella dell’arte.Canti del passato, una voce roca, un uomo incappucciato. Il lutto fa il suo ingresso, il rito fa il suo ingresso, come elemento fondante della vita e non come sterile memoria di qualcosa in disuso. Antiche lamentazioni affiorano nel presente: l’esigenza di una nuova ritualità comincia ad apparire nel sogno e resta in sospensione. |