Arrabal Patafisico |
LA SOFFITTA Centro di Promozione Teatrale In occasione dell’anteprima, Fernando Arrabal e Viviana Piccolo il giorno 10 marzo alle ore 15.00 incontreranno il pubblico in una conferenza presso i Laboratori DMS Personaggio unico de Il Castello dei Clandestini la Duchessa Lerry, portavoce e regina dell’umanità migrante del mondo, testimone dell’esilio, trasformando il proprio castello in un inusuale centro di accoglienza. Lerry parla al pubblico che si trova con lei nel suo stesso castello, proteggendo tutti gli sradicati del mondo; se dovessimo definire un luogo allora diremmo con Arrabal che ci troviamo nel “paese dell’esilio”. Fuori dalle mura di questo paese ci sono “le autorità”, che in principio tentano maldestramente di rapportarsi a lei e nel finire giungono ad un vero e proprio scontro sgominatore. Il castello si presenta come una bolgia, sul palco immondizia, rifiuti, stracci, lenzuola, oggetti sparsi a terra, mobili sotto sopra, scope, corde, le tende da campeggio dove vivono i clandestini e un teatrino di cartapesta. Lerry contrasta nettamente con lo scenario sciatto, accoglie il pubblico e si muove nel suo castello come un fiore tra i fiori, la sua presenza angelica e innocente rivela la bellezza del contesto in cui vive. Bambina, a volte, danza e gioca con il suo teatrino di carta pesta come il piccolo Fando di “Viva la muerte”, e, altro segno autobiografico dell’autore, Lerry mostra al pubblico le radiografie dei suoi polmoni affetti da pleurite, a volte invece nel ruolo di Duchessa, donna forte, nelle trattative con le autorità. Tutto presagisce però in lei l’incarnazione del “fool scespiriano”. È una Duchessa decaduta ai margini della società come i clandestini che protegge e si esprime per contraddizioni, per nonsense, le sue affermazioni sono scomode, provocatorie come un giullare di corte, marionetta tra le sue marionette, da questo la decisione di farla parlare attraverso le maschere che si porta addosso disseminate lungo le sue gonne e i suoi vestiti. IIl progetto è sostenuto dal Settore Cultura e rapporti con l'Università del Comune di Bologna e inserito nel cartellone teatrale de La Soffitta, teatro del DAMS - Dipartimento Musica e spettacolo dell’Università di Bologna. Laboratori DMS via Azzo Gardino 65/a, Bologna info t. +39 051 20 92 411 www.muspe.unibo.it/soffitta BIGLIETTERIA Laboratori DMS info t. +39 346 74 88 548 nei giorni feriali dalle 15.00 ad inizio spettacolo. prevendita biglietti on-line su www.vivaticket.it e in tutti i punti vendita indicati sul sito. vendita biglietti presso Laboratori DMS, via Azzo Gardino, 65/a il giorno stesso dello spettacolo dalle 15.00 alle 19.00 e un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. prezzi euro 10 intero; euro 5 ridotto (studenti dell’Università di Bologna) ASSOCIAZIONE CULTURALE O.T.P. Opificio delle Teatralità Potenziali Nato a Bologna nel 2005 su iniziativa della regista e attrice Viviana Piccolo, l’OTP si struttura come gruppo teatrale indipendente rivolto allo studio sul lavoro dell’attore. Esordisce nello stesso anno con uno studio da un testo di Israel Horowitz Line, con uno studio sulle drammaturgie di Harold Pinter e con la successiva messa in scena di No man’s land di Tahnovic, punto di partenza per lo sviluppo di un teatro in cui il corpo dell’attore partecipa in primo piano alla narrazione. Il gruppo nel 2006 si costituisce come associazione culturale con la volontà di promuovere e sviluppare l’arte del teatro con seminari, dibattiti e laboratori di formazione. Sempre in quell’anno nasce uno spettacolo su I giganti della montagna di Pirandello ed uno su La rosa tatuata di Tennessee Williams, che debuttano al teatro di Castello d’Argile (BO). Successiva evoluzione dell’OTP avviene nel 2007 attraverso l’incontro di Viviana Piccolo con il compositore Carlo Cenini, che entra da subito a far parte del gruppo teatrale. Il connubio artistico fra i due porta alla definizione della poetica che identifica il gruppo: il libero attraversamento delle suggestioni dell’assurdo e del surreale: Sport e divertimenti di Eric Satie è il primo spettacolo nato da questa collaborazione. FERNANDO ARRABAL Fernando Arrabal è nato a Melilla [Marocco] nel 1933 da genitori spagnoli, ma di formazione e lingua francesi. È autore di drammi, in cui convergono motivi del teatro dell'assurdo e accensioni barocche. I suoi personaggi compiono le azioni più atroci con il più assoluto candore, il suo teatro mescola tragedia e farsa, facendosi spettacolo struggente e stralunato. Tra le sue pièces: Fando e Lis (Fando y Lis, 1955), Pic-nic in campagna (Pique-nique en campagne, 1958), Il cimitero delle automobili (Le cimitière des voitures, 1958), Il labirinto (Le labyrinthe, 1961), L'architetto e l'imperatore d'Assiria (L'architecte et l'empéreur d'Assyrie, 1967), Due opere (Deux opéras, 1972). Ha pubblicato volumi di teatro, romanzi, innumerevoli libri di poesia (illustrati da Dalì, Magritte, Saura e altri). Ha diretto sei lungometraggi. È tra i maggiori commediografi europei. Le sue opere sono tradotte e rappresentate in vari paesi. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, quali il Gran premio di teatro dell'Accademia francese, il Nabokov di narrativa, l'Espasa di saggistica, il Word's theater, il Trascendente satrapo del collegio di patafisica (come già M. Duchamp, Ionesco, M. Ray, B. Vian, J. Baudrillard), la Legion d'onore. Nel 1955 vince una borsa di studio che gli permette di andare a Parigi, città nella quale vivrà e nella cui lingua scriverà le sue opere. Entra in contatto con i movimenti avanguardisti e surrealisti dell'epoca. Alla scadenza della borsa di studio, una grave forma di tubercolosi lo costringe a trascorrere un anno e mezzo nel sanatorio di Bouffémont, dove completa la sua prima raccolta di pièce pubblicata, nel 1958, dall'editore Julliard. Dal 1959 per le regie di Jean-Marie Serrau, Peter Brook, Victor Garcia, Jorge Lavelli, Tom O'Horhan, Akira Wakabayshi vengono rappresentate in tutto il mondo. Nel 1962, con il disegnatore Topor, lo scrittore Stemberg, il regista Jodorowsky, Arrabal fonda il "Movimento Panico". Nel 1967 torna in Spagna per la rappresentazione di un'unica sua opera tradotta in spagnolo. Da un uomo, presentatosi come ammiratore ma in effetti informatore della polizia franchista, gli viene chiesta una dedica "panica". Arrabal viene arrestato il 21 luglio, in piena notte, senza mandato e con destinazione ignota. Viene portato nel carcere di Las Salesas e, in seguito, nel carcere di Carabanchel. Viene liberato il 14 agosto. Durante il processo, celebrato nel mese di settembre, la stampa internazionale, artisti di varie parti del mondo (Ionesco, Muriac, Beckett, Peter Weiss) manifestano la loro solidarietà. Arrabal torna in Francia, dove attualmente vive. Nel 1971, esce il film Viva la muerte, con il quale debutta come regista. E l'Italia della grande tradizione teatrale, che ha accolto Beckett, Ionesco, Adamov e che non ha rifiutato la lezione surrealista e avanguardista in arrivo dall'Europa, potrà constatare, con Arrabal, un'altra grande prova di teatro, di poesia, di narrazione. Dal teatro dell'assurdo di Ionesco e Beckett al teatro dove il sogno e la dimenticanza costituiscono l'intreccio della narrazione. Rituale ossessivo di ripetizione, forse, personaggi che indossano personaggi, figure che esistono a intermittenza sulla scena: una scena essenziale, arredata dal racconto, dall'occorrenza della narrazione; una messa in questione della logica di un discorso, fino all'esasperazione della normalizzazione, fino al debordamento della parola, fino al suggerimento di un'altra logica che non sia quella del discorso comune. Nelle opere di Arrabal c'è una storia che si scrive, inimmaginabile, non scontata, depurata da ogni formalismo, libera da ogni manierismo, scostata dalla "buona società" di cui Arrabal riprende i rituali, le ossessioni, le fobie, gli incubi e li rappresenta come tali. L'erotismo, l'incesto, l'omosessualità, la necrofilia, l'intolleranza, la schiavitù, la religione, la famiglia, la patria: sono queste le occasioni di scrittura e di arte che Arrabal ci restituisce su sfondo ora tragico ora comico. La scrittura è temporale. Personaggi bambini, adolescenti, vecchi, uomini e donne, animali con profilo di uomo, esseri umani con sembianze mostruose. Forme di "Teatro panico" che Arrabal esplora nelle sue pièce dove la traversata è un omaggio alla confusione, ma ciò che resta, con evidente chiarezza, è l'impossibilità di liberarsi dei ricordi. VIVIANA PICCOLO Viviana Piccolo nasce a Pordenone nel 1976 e completa i propri studi laureandosi in Filosofia. Insegnante di teatro e teatro-danza, di uso della voce e dizione, studia pianoforte e canto. Comincia il proprio percorso teatrale frequentando a Roma l’Actor Center, partecipando in particolare ai corsi di Training e Script Analysis di Michael Margotta. Successivamente frequenta il Meeting Internazionale sulla Commedia dell’Arte L’arlecchino Errante diretto da Ferruccio Merisi e Claudia Contin a San Vito al Tagliamento (PN) e perfeziona la formazione in teatro danza studiando con Veronica Melis formatasi con M. Abbondanza, D. Mercy e M. Airaudo. Partecipa quindi al corso di formazione del Teatrocontinuo di Nin Scolari, allievo di Grotowski. Frequenta la scuola di teatro Oikos al Tam Teatromusica diretta da Michele Sambin. Prende parte ai seguenti laboratori: - Improvvisazione sul metodo di Stanislavskij condotto dall’attore argentino Norberto Presta. - Sperimentazioni sul teatro antropologico condotto dall’antropologo e regista dell’università di Città del Messico Nicolas Nunez. - Lavori sul ritmo/danza e percussioni con il musicista Yogo Paush. - Laboratorio di canto indiano con Amelia Cuni. Partecipa a Venezia presso il CTR allo studio con messa in scena del Woitsek di Buchner diretto da Claudio Di Scanno del Drammateatro. Dal 1999 al 2001 viene scritturata dalla compagnia del Teatrocontinuo come allieva/attrice per la realizzazione degli spettacoli Troiane e Tragodia con la regia di Nin Scolari. Sotto la propria regia realizza i seguenti spettacoli: monologo da Poesie di Saffo, presentato al Festival Mito Donna a Padova (1999); monologo da Discorso Amoroso di Roland Barthes, presentato al Festival Gesto e Parola di Imola (2002) e Macbeth (2003). Nel 2004 partecipa al Festival del Teatro Indipendente a Pordenone con Romeo and Juliet Plays, regia di Gianna Danielis. Dal 2004 lavora con Claudio Di Scanno del Drammateatro per la scrittura di una serie di spettacoli da lui diretti: I giganti della montagna di Luigi Pirandello (2004), Cannibali (2005), Prometeo incatenato (2006). Dal 2005 al 2006 collabora con il Teatro Stabile d’Abruzzo, partecipando ad alcuni spettacoli e letture, tra i quali La fiaccola sotto il moggio di Gabriele D’annunzio, diretto da Franco Ricordi. Nello stesso anno prende parte al Festival Casta Diva di Pordenone con lo spettacolo Ceneri - studio su Harold Pinter, sotto sua direzione, in collaborazione con Raffaello Lombardi. Dal 2006 lavora all’interno della propria associazione culturale O.T.P. – L’Opificio Teatrale, con sede a Bologna, realizzando alcune regie, tra le quali No man’s land di Tanovic, Line di Horowitz e alcuni spettacoli: Spettacolo - concerto su Erik Satie, Fando y Lis di Fernando Arrabal (2007), Jacques e il suo padrone di Milan Kundera (2008).
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