La rappresentazione della realtà |
CIMES - Centro di musica e spettacolo Accademia degli Artefatti Con il lavoro su Martin Crimp, Accademia degli Artefatti ha inaugurato da alcuni anni un’indagine intorno agli intrecci tra nuove drammaturgie, invenzione scenica e ruolo dell’attore. Le declinazioni del “contemporaneo” assumono così valori che non escludono ideologicamente il fatto testuale, semmai lo mutano, riformulandone tendenze e funzioni: “Crediamo che in questo particolare periodo storico sia la realtà a provocare l’arte e stia all’arte doversi organizzare per rispondere a queste provocazioni. Il tentativo è di attuare un percorso prismatico e variegato come la realtà in cui viviamo. In fondo si tratta proprio di questo: capire quale immagine del mondo siamo in grado di restituire, come si risolvano i problemi legati alla rappresentazione della società e di comprendere o formulare il modo in cui le arti sono in grado di rappresentare le nostre urgenze e contraddizioni, rendendo propri i linguaggi, e dunque gli spazi, che meglio riescono a farsi veicolo del pensiero contemporaneo. Il filo rosso che ci ha guidato nella scelta del lavoro e dei testi in questi anni è stato quello di individuare le esperienze che, attraverso forme diverse, si ponessero esattamente il problema della rappresentazione del reale, provando cioè a restituire, e in certi casi a costruire, un rapporto sociale e politico tra la realtà e l’arte. Dobbiamo molto alle teorie di Brecht, Heiner Muller, Fassbinder e Pasolini; a Slavoj Zizeck per le teorie sul rapporto tra l’individuo e la comunità, a Jean Luc Nancy per averci aiutato a comprendere l'annoso problema di legittimità e di relazione tra attore, persona, personaggio”. Ingresso libero fino a esaurimento posti
Accademia degli Artefatti si forma negli anni Novanta con lo specifico progetto di promuovere, organizzare e diffondere la cultura teatrale. L’approccio indiscriminato al fare teatrale che contraddistingue il loro lavoro – contaminando arti figurative, performance e installazioni – non comporta una sigla estetica gelidamente definita, o una qualche riconoscibilità stilistica, ma sottende una coerenza concettuale che si consuma nella capacità di continuare a ricercare uno spazio di coesistenza per tutte le declinazioni possibili del reale. In quest’ottica si innesta l’urgente e decisivo incontro con la scrittura contemporanea. I progetti prodotti dall’Accademia degli Artefatti hanno trovato ospitalità nelle più importanti manifestazioni e rassegne teatrali. Con Tre pezzi Facili, di Martin Crimp, nel 2005 il gruppo ha vinto il premio Ubu come “migliore proposta testo straniero”. |