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Domenico Brancale al Sì

venerdì 6 marzo 2009
Sì: via San Vitale 67 – Bologna

vernissage, h 18.30
performance, h 21.00
Il nuovo spazio di Via San Vitale ospita venerdì' 6 marzo QUESTA DEPOSIZIONE RISCHIARA LA TUA ASSENZA, installazione dell'opera per voce di Domenico Brancale, in collaborazione con Gasparelli Arte Contemporanea, Teatrino Clandestino e Comune di Bologna Settore Cultura.

Poeta lucano che da anni vive a Bologna, Domenico Brancale è famoso per i suoi numerosi readings affiancato da altri poeti. Nella perfomance progettata per il paesaggio funebre della lucania si apre davanti agli occhi degli spettatori, mentre la voce profonda del poeta li accompagna in un viaggio mistico, suggestivo, improntato sui baratri naturali e interiori che caratterizzano la poesia di Brancale e il suo peregrinare nelle vertigini buie della mente umana, celebrando il rito del distacco e un legame alla terra natia così forte da diventare ossessivo.

Ingresso gratuito

(Elena Cirioni)


Domenico Brancale è nato in Lucania. Ha pubblicato Cani e porci (Ripostes, 2001); Canti affilati (Franco Masoero Edizioni d'arte, 2003) e Frantoi di luce (Mavida, 2006) con inchiostri di Hervé Bordas; L'ossario del sole (Passigli editori, 2007). Nel 2005 è apparsa una cartella di foto Brace (Prova d'Artista) con Giacinto Cerone, e un libro d'artista Viaggiare (CTL) con Clemens-Tobias Lange. È uno dei fondatori del libro-rivista di poesia e arte 'a camàsce (CTL).
Tra le performances si ricordano: John Giorno e Domenico Brancale (Galleria Bonomo, Bari, 2006); Krakorna in Vie teatrali del mutamento. Artaud, Bene, Grotowski con Antonio Attisani, Marco Dotti, Carlo Sini, Paolo Ferrari.(Isolacasteatro, Milano, 2006); Frantoi di luce nera con il regista Michele Schiavino (Vetrina del fare, Salerno 2006); Nessun sole sorge senza l'uomo - suoni per una voce a corda con i Fratelli Mancuso (Sant'Arcangelo, 2007); Cataletto per Aristakisyan con il regista Artur Aryistakisyan (Potenza, 2008).


"7 croci di un camposanto lucano, i resti di ciò che fu piantato nel nome della nostra morte. 49 pietre del fiume Agri di questo e un altro fiume dove risuona l'acqua da millenni, scorre e ci vede scorrere, dove siamo rimasti, proprio qui nel solco di una voce, che nessun vento sparpaglia, e nessun vuoto riempie. Sempre una voce deposta sulla pietra. Sempre un silenzio piantato dentro questa croce.."


"La voce è ferma. L'esperienza della poesia di Domenico Brancale sembra sempre vacillare invece di evolversi, si muove per barcollamenti, cadute, strappi e ferite. Ma la voce è ferma. Sempre. Lancinante e ferma. La sua voce non è una voce, ma è una ferita aperta. L'eco di un lamento tanto dignitoso quanto sostanzialmente indecente.
E ora, così cavernosa nel timbro e quindi vuota nella sostanza, risuonante, si confronta ancora di più con la carne dell'essere, l'esperienza della morte. Ma la morte intesa anche come linguaggio e opera. Perché quest' "opera per voce" altro non è che l'ennesima prova di morte del poeta: come sempre, come è classico. E ora tutto il dettato si eclissa in un buco nero, una croce, simbolo oramai deposto dal suo ruolo di sole, dal suo contesto, l'ossario.
La voce evoca le immagini a sé: simbolo dell'assenza, decanta l'horror vacui, la sfiducia nell'uomo".

 

 


Disponibile anche un catalogo in due fascicoli, uno dedicato al reportage dell'installazione e l'altro sulla poesia di Brancale con scritti di Vito Bonito, Jonny Costantino e Sandro Sproccati, a cura dell'editore CTL-presse di Amburgo con la collaborazione della Galleria Gasparelli Arte Contemporanea di Fano.

per informazioni:

http://www.teatrinoclandestino.org/post.php?id=13

 
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