L’indispensabilità del superfluo di Marco De Marinis Inutile negarlo: la nuova stagione della Soffitta, Centro teatrale dell’Università di Bologna, non nasce sotto i migliori auspici. E non poteva essere diversamente, del resto, in un momento in cui sia l’università sia il mondo del teatro, della danza, della musica e del cinema debbono subire duri tagli imposti dall’attuale crisi economica e finanziaria. Una riduzione significativa del budget a disposizione per i progetti, resasi imperativamente necessaria in autunno inoltrato, ha rischiato di ridimensionare drasticamente un programma già definito e di far saltare accordi conclusi da mesi con artisti e teatri. Per fortuna il peggio è stato evitato, grazie al senso di responsabilità di tutti, a cominciare dalla professoressa Giuseppina La Face, direttore del Dipartimento di Musica e Spettacolo, al quale il Centro La Soffitta afferisce. Desidero ringraziare uno ad uno i componenti del Gruppo di lavoro, e fra questi in particolare la collega Eugenia Casini Ropa, curatrice del settore Danza, per la sensibilità e lo spirito di sacrificio dimostrati in questo difficile frangente. Insomma, anche questa volta ce l’abbiamo fatta e siamo in condizione di presentare un programma non troppo ridotto rispetto a quello già preparato e, comunque, all’altezza della tradizione del Centro, che giunge nel 2009 alla sua ventunesima stagione.
Ma il sollievo, anzi la legittima soddisfazione per lo scampato pericolo, non può cancellare del tutto le preoccupazioni per l’avvenire, che resta molto incerto. Al punto di farci legittimamente dubitare di poter dar vita a una stagione 2010. Ci sono momenti in cui tirare la cinghia e fare economie non solo è giusto ma è anche doveroso. Tuttavia, il senso di responsabilità e la consapevolezza dell’importanza delle attività del Centro, che interessano non soltanto i nostri studenti ma quelli dell’intero ateneo felsineo e si rivolgono in realtà a tutta la città, ci impongono di non chiudere gli occhi e di non rassegnarci a tirare a campare. La Soffitta (al pari dell’altro Centro del nostro dipartimento, il CIMES) rappresenta un patrimonio dell’università e della città di Bologna, ma anche della provincia e della regione. È necessario quindi che gli enti e le istituzioni che ci sostengono, a cominciare dall’ateneo appunto, si rendano conto del rischio concreto che la Soffitta corre in un prossimo futuro e si assumano la responsabilità di dire in modo chiaro se essa debba continuare ad esistere o no, prendendo decisioni conseguenti. Il mio auspicio è che un confronto pubblico, all’interno e all’esterno dell’ateneo, possa portare a trovare le soluzioni, magari meno complicate e finanziariamente esose di quanto non si pensi, perché la risorsa rappresentata da vent’anni di attività culturalmente rigorosa nel campo del teatro, della musica, del cinema e della danza non vada dispersa. Ripeto: non sarebbe soltanto il nostro ateneo a rimetterci ma l’intera comunità. La brochure che segue presenta il programma della stagione (concepito come al solito per progetti) con dovizia di informazioni e di materiali critici. Basterà qui sottolineare che essa si propone nel segno di due anniversari: il primo riguarda Jerzy Grotowski, il regista polacco scomparso nel 1999, una delle personalità più importanti e influenti dell’intero Novecento teatrale; il secondo celebra invece il centenario di un’esperienza irripetibile delle avanguardie storiche, fra danza, musica e arti visive, come i Ballets Russes. Per il resto, la consueta (ma non scontata) attenzione alla scena nuova e giovane del nostro paese, senza trascurare una presenza internazionale prestigiosa come quella del sudamericano Teatro de los Andes, diretto da César Brie.
Marco De Marinis Responsabile scientifico del Centro La Soffitta Il programma generale è consultabile al sito: www.muspe.unibo.it/soffitta/2009 |