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ESCLUSIVA ITALIANA

EINSTEIN ON THE BEACH
un'opera in 4 atti di Robert Wilson, Philip Glass, Lucinda Childs

Teatro Valli - Reggio Emilia
Sabato 24 marzo ore 19, domenica 25 marzo ore 16.30

 

[s.m.] E' una produzione che coinvolge, tra commissione e ospitalità, quasi una decina di partner su scala mondiale: BAM; the Barbican, London; Cal Performances University of California, Berkeley; Luminato, Toronto Festival of Arts and Creativity; De Nederlandse Opera/The Amsterdam Music Theatre; Opéra et Orchestre National de Montpellier Languedoc-Rousillon; University Musical Society of the University of Michigan.

In esclusiva per l’Italia la creazione del 1976 - da considerarsi una pietra miliare del teatro e dello spettacolo del secondo Novecento - arriverà al Teatro Valli di Reggio Emilia (sabato 24 marzo, ore 19; domenica 25 marzo ore 16.30) nell’ambito della stagione d'opera de I Teatri (www.iteatri.re.it), che rinnovano la presenza di Robert Wilson nella loro programmazione (ricordiamo L’opera da tre soldi nel 2010 sempre nel cartellone dedicato all'opera). Sarà la terza tappa della produzione dopo la prewiev all’Univerity Musical Society of Michigan e la première all’Opéra de Montpellier Languedoc-Roussillon (la tournée prosegue in maggio al The Barbican Theatre di Londra, in giugno a Luminato, Toronto Festival of Arts and Creativity, per procedere in autunno a Brooklyn, Berkley, Mexico City e Amsterdam).

Come molti capolavori novecenteschi, l’opera si è impressa nella memoria di artisti, uomini di teatro, spettatori e studiosi malgrado, e forse è il caso di dire in virtù di una circolazione ristretta (il debutto avvenne in Francia, al Festival d’Avignone, coagulo di esplosive personalità artistiche) se rapportata poi ai riverberi nell’immaginario sul nuovo teatro e nella sua storia. L’opera è rimasta in vita per 20 anni dal debutto, ma ancora oggi intere generazioni ne hanno elaborato una memoria storica attraverso supporti e documenti di seconda mano al di là della visione diretta. Questa occasione permette di venire a contatto non con una ricostruzione filologica dell’opera, piuttosto con un riallestimento per le nuove e più giovani generazioni.

 

Einstein on the beach rompe con tutte le regole dell’opera convenzionale: invece di un tradizionale arrangiamento per orchestra, il compositore seriale Philip Glass scelse di comporre la partitura per sintetizzatori, legni e voci del Philip Glass Ensemble; in una forma non narrativa, viene utilizzata una serie di potenti immagini ricorrenti che svolge la funzione di principale canovaccio, in giustapposizione con alcune sequenze di una danza astratta ideata dalla coreografa americana Lucinda Childs (nome uscito dalla factory del Judson Dance Theatre) e danzate tra gli altri da un danzatore icona degli anni Settanta come Andy Degroat.

E' un’opera fiume (dura cinque ore, una tempistica cui lo spettatore del passato non era digiuno) che lanciò nel circuito internazionale Bob Wilson come regista - era anche performer, ma rivendicava una provenienza extra-teatrale: da una parte la formazione in architettura, pratica che esercitò muovendosi parallelamente, ed ecco il secondo imprinting, nell’animazione a sfondo sociale con i diversamente abili. Queste due fondanti esperienze e la sua completa estraneità al teatro tradizionale gli permisero di inventare un teatro nuovo, inedito, non solo nelle forme ma anche nelle modalità di fruizione per l’impatto visivo.

Il produttore e critico d’arte del New York Times John Rockwell, dopo aver visto per la prima volta lo spettacolo, si espresse in questi termini: "Einstein non è paragonabile a nulla che io abbia mai incontrato. Credo che l’inafferrabilità che emana in abbondanza sia simile a quella che emanano certe stelle brune i cui effetti si possono solo percepire con i sensi. La sinergia tra parole e musica sembra perfetta". E ancora: "Einstein on the beach, forse proprio come Einstein stesso, trascende il tempo. Non è (solo) un prodotto artistico della sua epoca, è un’opera senza tempo… Einstein deve essere visto e rivisto, incontrato e assaporato… un’esperienza che porti con te per tutta la vita".

 
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