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Peccati teatrali. La Biennale Teatro come officina espansa


[Silvia Mei] La Biennale Teatro apre sotto gli auspici (infausti?) della fresca e discussa nomina di Giulio Malgara a nuovo presidente della Biennale di Venezia nelle sue sei sezioni (Arte, Danza, Cinema, Musica, Teatro). Paolo Baratta, presidente uscente, aveva aperto la conferenza stampa sulla sezione teatrale parlando di Venezia come urbe modello per un laboratorio espanso, un progetto pedagogico e professionalizzante transdisciplinare, dall’Atelier della danza al Laboratorio internazionale delle arti sceniche che Àlex Rigola, direttore artistico della sezione teatro, regista catalano e dal 2003 direttore del teatro Lliure, ha fortemente voluto in preparazione e anche in contemporanea alla settimana di spettacoli che si è aperta il 10 ottobre 2011.
Sette registi affermati, provenienti da culture teatrali e ideologie differenti, con immaginari plastici e sensibilità artistiche polari – il nostalgico Ricardo Bartís, l’irriverente Calixto Bieito, l’iconoclasta Romeo Castellucci, l’incendiario Jan Fabre, il blasfemo Rodrigo García, l’eclettico Jan Lawers, l’algido Thomas Ostermeier – quasi emblemi di sette peccati capitali, hanno lavorato con gruppi di attori, ricercatori, tecnici, operatori entrando nelle fibre dei processi scenici: ideazione, progettazione, messinopera, modalità di pensare la scena, percorrerne i margini, esplorarne i limiti, varcarne i confini. Si aggiungono così in coda i nuovi laboratori (www.labiennale.org/it/teatro/laboratori2011/), paralleli alla settimana di spettacoli, con Stefan Kaegi/Rimini Protokoll, battitore di tracce urbane; i due danzattori Virgilio Sieni e Josef Nadj, diversamente figurativi, dove il corpo è il fantasma di un’azione sospesa in atmosfere rarefatte. E ancora il workshop di live video di Àlex Serrano, di illuminotecnica con Carlos Marquerie, di recitazione del verso scespiriano condotto da Will Keen e María Fernández Ache.
La celebrazione d’apertura ha consegnato il Leone d’oro a Thomas Ostermeier, dal 2004 direttore della Schaubühne, un regista capace di lavorare tra passato e presente rendendo futuribile i classici. Per la Biennale propone appunto l’allestimento scespiriano, Hamlet, debuttato al festival d’Avignon nel 2008, in sola rappresentazione lunedì 10 ottobre. L’algido tedesco, di cui ricordiamo il livido John Gabriel Borkman, passato in Italia recentemente, ricorda nel suo discorso di ringraziamento la resistenza di teatri italiani come il Valle a Roma e il teatro Marinoni a Venezia dedicando ai suoi attori, al suo ensemble, il premio veneziano. Leone d’argento invece ai Rimini Protokoll, collettivo svizzero di registi, sound designer, drammaturghi, video maker guidata da Stefan Kaegi, tra le più innovative realtà di drammaturgia contemporanea capace di performare la vita nel filtro dei differenti dispositivi che la comunicano.
La settimana di spettacoli prosegue dall’11 al 16 ottobre con due sezioni: la Young Italian Brunch, ideata dai curatori Carlo Mangolini ed Enrico Bettiniello, in orario prandiale che vede come protagonisti rappresentativi gruppi della nouvelle vague italiana, Santasangre, Teatropersona, Anagoor, Muta Imago, ricci/forte; e la sezione dei maestri che, dopo l’apertura di Ostermeier, vede un vero e proprio duello tra due temperature teatrali, quella latina di Bartís, Bieito, García e quella nordica di Fabre/Troubleyn, Lauwers/Needcompany, Kaegi, cui si accoda nell’estetica glaciale e cristallina Romeo Castellucci (www.labiennale.org/it/teatro/programma2011/).
Significativa la presenza di due danzattori e coreografi fuori classe, Virgilio Sieni e Josef Nadj, che propongono un teatrodanza non etichettabile, difficilmente contraffabile, indice dell’opportunità di travalicare i generi e rompere i confini.
Tutti i giorni mattina e tardo pomeriggio incontri-intervista non solo con gli autori-registi ma anche con gli artefici dello spazio scenico, quali l’architetto Jan Pappelbaum, la scenografa Margherita Palli e Nick Ormerod, i designer Anne Viebrock e Jim Clayburgh, co-fondatori in alcuni casi degli ensemble e coautori delle regie in programma.
Festa conclusiva sabato 16 ottobre con un attraversamento dalle 11 alle 22 negli esiti spettacolari dei sette laboratori.

 

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