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L’oro, l’informe e la figura umana.

Tratti di poetica di Plumes dans la tête.

[a cura di Adele Cacciagrano] Si è conclusa il 4 settembre la XVIII edizione di Crisalide, il festival curato e organizzato da Masque Teatro a Forlì che della propria sede ha fatto il punto diramante di produzioni spettacolari e visioni teorico-diagonali sul dispiegarsi del concetto di normalizzazione e alienazione nelle pratiche artistiche del contemporaneo. Silvia Costa/Plumes dans la tête, compagnia che ha potuto beneficiare di un periodo di residenza durate il Festival, spiega come questi due concetti vengano declinati costantemente all’interno dei suo lavori e, in particolare, in Stato di grazia, secondovolet del progetto Formazione Pagana e ultmio lavoro della compagnia nato proprio nellasede dei Masque a Forlì.

Nei tuoi lavori c’è sempre una tensione tra una spinta matriciale della figura a rimanere nell’apertura informe e la necessità di agguantare, a volte letteralmente fasciandola, la figura umana. Come si esprime questa doppia tensione aperto/chiuso nel trittico di Formazione Pagana?
Avverto un continuo bisogno di sfuggire. Forse è per questa ragione che nei lavori fatti finora c’è sempre un senso di divisione e di cesura, un senso del doppio che si traduce in un affermare e negare tanto la contraddizione  quanto i significati e i dati acquisiti e certi come la consistenza della figura umana.
In Formazione Pagana c’è la volontà di accostare qualcosa di grezzo, materico, a qualcosa di sublime. Accostare. Comporre. Ci sono in Insorta Distesa, prima tappa di Formazione Pagana, dei cocci informi di gesso che fanno insorgere un corpo, una nascita gloriosa, aurea. C’è in Stato di Grazia l’idea di una deviazione, spaziale e mentale di una vita illuminata da un fondo d’oro. Non si tratta di una manifestazione metafisica. Piuttosto di uno stupore come quello che si prova davanti alla visione di un’icona dove la figura emerge, misteriosamente e potentemente, dal fondo oro che la illumina. Mi colpisce la semplicità dei tratti delle icone: pochi, ma chiari e netti. Precisi. Della stessa precisione e nettezza che cerco di raggiungere nei miei lavori.

In che modo hai trattato i gesti e le vite tratteggiate da Richard von Krafft-Ebing nel suo Psychopathia  sexualis per renderli elementi corruttori dell’oro e portatori di una storia infame?
A volte usare un elemento come simbolo è la chiave per aggirarlo e portare quel senso misterioso che non si dà completamente e, pur tuttavia, si coglie. Per la composizione di Stato di Grazia ho letto tutti i casi registrati da Krafft-Ebing e ne ho composto uno in cui emergesse un’idea della deviazione assiomatica, slegata, cioè, da un particolare carattere sessuale. Poi, ho cercato di rendere scenicamente concreta la deviazione di questa vita cosicché il mio corpo è effettivamente inclinato di 45° contro il muro, sono appoggiata ad esso rigidamente: come un oggetto; come un pezzo di legno.

In questo dissidio oro-tenebra, luce-buio, il suono che tipo di tessitura cromatica costituisce?
Anche il suono sottostà allo stesso bisogno di sfuggire, in continuazione. Nella composizione del suono, abbiamo cercato di evitare la struttura del crescendo per cercare, piuttosto, la strada della trasformazione del suono e giocare sulla sua finzione di darsi. Nella parte testuale, Lorenzo Tomio ed io abbiamo lavorato sull’idea di suoni concreti d’ambiente i quali hanno il potere di inserire immediatamente lo spettatore in un dubbio ( sono suoni volontari o accidentali?). Generare questo tipo di dubbio era ciò che ci interessava, così come ci interessava avere un contesto concreto che nessun suono registrato ci avrebbe mai concesso. Da parte mia, desideravo che il testo fosse anch’esso un oggetto come uno di quegli oggetti di scena che vengono continuamente mossi e maneggiati. Per questo il testo è dato tutto d’un fiato, in un monoblocco in cui non succede nient’altro fuorché questo darsi incessante del testo.
Per le parti visive, invece, il suono ha la stessa densità del colore: dà la temperatura emotiva di quello che accade. Il momento dell’oro, per esempio, si manifesta con una musica liberatoria in cui il fuoco di una pira, assolutamente fuori misura e falsa, è uno scoppiettare di legni che si trasforma in danza tribale: battito di tamburi che risveglia la terra colpendola al suo centro.

 


Plumes dans la tête
Stato di Grazia


con Silvia Costa
e la partecipazione di Vito Matera
disegno sonoro Lorenzo Tomio
disegno luci Giacomo Gorini
sculture di scena Plastikart Studio Zimmermann & Amoroso, Vito Matera e Silvia Costa.
Per l’assistenza e le soluzioni tecniche si ringrazia Francesco Catterin.

Testo tratto da Psychopathia sexualis di Richard von Krafft-Ebing, pubblicato per la prima volta nel 1886.
Sostenuto e promosso da DADAProd

WHY ITALY? Crisalide XVIII. Performing Arts Festival.
Forlì, 1 settembre 2011

 

http://www.crisalidefestival.eu/

http://www.crisalidefestival.eu/scienzediagonali/it/

 
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