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UOVO TUTTI

[Giulia D'Amico] Uovo Tutti, il nuovo spettacolo di Circo Paniko, debutta alla seconda edizione del Buskers Festival di Bologna, presso il parco “Caserme Rosse”, dove ha allestito il proprio tendone giallo. Un evento atteso dagli amanti e seguaci di questa compagnia, collettivo internazionale di artisti circensi e musicisti che da oltre quattro anni si esibisce in giro per l’Europa, il Sudamerica e l’Asia. Una compagnia che ha fatto del proprio nomadismo un modello di vita, basato sulla cultura della festa, dell’inclusione e della cooperazione. Filosofia che si rispecchia nei rapporti interni al gruppo, per cui nessuno sovrasta gli altri e la creazione avviene sempre collettivamente, e nei rapporti verso l’esterno, ossia rimanendo aperti all’incontro e alla collaborazione con artisti esterni.
Alla regia di questo spettacolo, troviamo per la seconda volta Giovanni Dispenza (che già aveva diretto nel 2010 “? Punto di domanda”) il quale ci tiene a sottolineare: “Uovo Tutti è frutto della creazione di ognuno, inoltre la maggior parte degli artisti che vediamo in scena sono nuovi, c’è solo un acrobata che appartiene alla prima generazione del collettivo”.
Seguendo le linee stilistiche di quel genere circense detto Nouveau cirque, “Uovo Tutti” unisce la disciplina dell’acrobatica aerea ai linguaggi del teatro di strada, della musica e della danza, dando vita a una performance variegata, in grado di attirare l’attenzione di un pubblico di tutte le età. In scena, troviamo una scenografia semplice, ma ricca di sorprese. Il classico fondale nero è qui realizzato con un muro di vestiti cuciti fra loro che sputa sulla scena personaggi immaginari, creati dalla mente di un’eccentrica scrittrice, ed alcuni manichini sfuggiti al controllo di una sarta. Contrariamente alle classiche aspettative, l’incontro fra queste strambe creature non genera un tessuto narrativo, bensì piccoli episodi non-sense, che aprono lo spazio all’assurdo, alle ossessioni del sogno e della fantasia. Cifra stilistica dello spettacolo, questo non-sense sembra voler attaccare i linguaggi stessi del teatro, come alla ricerca di una nuova anarchia spettacolare, che vuol mostrarsi nella sua libertà creativa incensurata. Spettatore inerte di questa finzione caotica è un uovo (vero), appoggiato nel suo portauovo. E quando, per un attimo, il silenzioso ovetto tenterà di farne parte, si rivelerà al pubblico in tutta la sua fragilità.
Uno spettacolo dal ritmo sfrenato e inconsueto, a tratti difficile in termini di fruibilità, ma sicuramente in grado di stupire il proprio pubblico. Se da una parte l'atto Paniko si propone proprio questo, ossia di stupire e colpire in modo inaspettato, dall’altra l’elemento magico (e poetico) proprio del Circo, avrebbe bisogno di momenti più sospesi per poter emergere fra un numero e l’altro.

 

 
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