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The Sea of Trees a LONDRA
JUKAI di Theatre Témoin
di Giulia D’Amico
Unendo le tecniche del teatro orientale ed occidentale, una giovane compagnia
londinese dà vita ad un
o spettacolo intenso e vibrante.

È incredibile come in uno dei più piccoli spazi teatrali di Londra si nasconda il teatro più raffinato e degno di nota. Il Blue Elephant Theatre apre la propria stagione teatrale con uno delicato spettacolo di narrazione, ideato da Theatre Témoin (www.theatretemoin.com), giovane compagnia londinese dal cast internazionale. Guardando lo spettacolo, è possibile notare come le diverse culture degli attori abbiano influenzato e guidato l’intero processo creativo, dalla creazione del testo e dei personaggi, alle scelte registiche e tecniche attoriali adottate.
Un racconto tradizionale giapponese viene riferito agli spettatori attraverso il punto di vista dell’autore: una giovane donna francese. In cerca di ispirazione, la donna si trova a Tokyo, insieme al proprio fidanzato, nella speranza di avvicinarsi alla cultura giapponese. Dopo notti insonni passate a scrivere, la scrittrice decide di recarsi nella foresta chiamata The Sea of Trees, dove la protagonista del racconto dovrebbe scappare. Nel bosco la scrittrice incontra ed insegue i propri personaggi, osserva le loro vicende, prende appunti e a volte interviene a cambiare il corso degli eventi.

L’impianto della doppia trama – il racconto giapponese e la vicenda della scrittrice – è una struttura drammaturgica alquanto tradizionale, ma ascoltando questa storia si ha come l’impressione di una sorta di ineluttabilità narrativa. In scena non vediamo semplicemente due trame che si alternano, ma due culture a confronto. Questa duplicità si incarna nel corpo degli attori, che sono chiamati a servirsi di entrambe le tradizioni attoriali: quella occidentale e quella orientale. In pochi secondi, lo spettatore si ritrova avvolto in uno spettacolo intenso ed emozionante, scoprendo, insieme ai suoi protagonisti i misteri e i pericoli di una antica foresta.
Nonostante il set sia estremamente minimal, grazie a pochi oggetti e a un uso sapiente delle luci e della musica, la regia è in grado di dare vita, davanti agli occhi degli spettatori, a un grande numero di ambientazioni. La colonna sonora, eseguita dal vivo, non è semplicemente una cornice dello spettacolo, ne costituisce piuttosto l’asse portante drammaturgico. Alle vibrazioni della musica è affidato il compito di definire l’atmosfera di ogni scena, di preannunciare l’azione che seguirà e di creare tensione scenica. Stratificata è la relazione fra la musica e i movimenti degli attori. Ogni passo, gesto ed azione è accompagnato da uno strumento musicale che rende immediatamente chiari al pubblico la natura dei personaggi ed la condizione emotiva che li muove. Inoltre la scelta accurata dei costumi delinea in maniera chiara ed efficace le differenze fra le due classi dei personaggi: quelli appartenenti al mondo reale e quelli del mondo finzionale. Degne di nota per la loro bellezza le mezze maschere ad opera di Dorie Kinnear.
Ed è così che, unendo il linguaggio evocativo della musica, all’uso delle maschere, alla danza, al teatro contemporaneo, il Theatre Témoin dà vita a uno spettacolo intenso e vibrante.


Blue Elephant Theatre
28 settembre – 16 ottobre 2010
59A Bethwin Rd
Camberwell, London, SE5 0XT
www.blueelephanttheatre.co.uk

 



 
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