REVOLUTION-MAD Maestri Avanguardie Derive |
MI È APPARSO LEO… (A “QUIRINO REVOLUTION”) di Marco De Marinis Qualche sera fa mi è apparso Leo: no, non in sogno o in visione ma proprio in carne ed ossa sulla scena. Ero al Teatro Quirino, dove si sta svolgendo con successo (dal 17 al 27 settembre) la bella rassegna Quirino Revolution curata da Lorenzo Glejieses, che per il secondo anno inaugura la stagione di quel teatro (ne renderà conto più ampiamente Silvia Mei su queste pagine). Ed è qui che, il 20 settembre, mi è sembrato appunto di rivedere il mitico Leo de Berardinis: avanzava dal fondo della scena alto, magrissimo, dinoccolato, con un cappottino corto sulla candida camicia, la bombetta alla Totò in testa e una scopa tenuta alzata con una mano, parlando con una leggera ma riconoscibile inflessione apulo-partenopea. Si trattava di Gianfranco Berardi, autore attore e regista, sicuramente uno degli astri nascenti del nostro teatro, appena trentunenne e già ricoperto di riconoscimenti, in particolare il Premio Scenario 2005 per Il deficiente, e ora consacrato anche come drammaturgo dal volumetto che la Ubulibri gli ha appena dedicato, pubblicando un trittico col titolo Viaggio per amore. Dal Deficiente a Land Lover (introduzione di Franco Quadri). A dire il vero, Il Deficiente l’avevo visto tre-quattro anni fa (anzi l’avevo ospitato io nel programma della Soffitta a Bologna), mentre mi ero perso Briganti, assolo esilarante (a quel che dicono) passato anch’esso da Bologna nel programma dell’Arena del Sole. Ma solo stavolta sono rimasto veramente impressionato dalla presenza scenica e dal savoir faire istrionico di Berardi. Era da molto tempo che non vedevo un attor giovane stare in scena con tanta sicurezza e tenere in pugno lo spettatore con tanta beffarda spavalderia ma anche con irresistibile complicità, sul filo tra verità e finzione, persona e personaggio, invenzione e biografia. Si raccontava una storia tutto sommato banale e ricorrente: un giovane che lascia il Sud per cercare al Nord la realizzazione delle sue aspirazioni artistiche (diventare attore), e che alla fine tornerà a casa sconfitto e disilluso. Ma naturalmente la storia conta poco (come non è essenziale il riferimento a Domenico Modugno, conterraneo del Nostro: lo spettacolo si intitola Io provo a volare-Omaggio a Domenico Modugno), quel che conta veramente è la superba performance attoriale che Berardi costruisce per raccontarla, avendo alle spalle un’orchestrina famigliare con la quale intesse duetti spassosissimi. Se ora rivelo che questo Leo redivivo, che sa abitare la scena come fosse casa sua, è un non vedente dall’età di quasi vent’anni (a questa deficienza allude il suo primo testo, il cui protagonista, Omar, è appunto cieco) avrete il quadro completo per capire che davvero Gianfranco Berardi – lo ha notato Quadri - rappresenta qualcosa di unico, come persona ancor prima che come artista. Speriamo che non scelga la strada della facilità e della gigioneria, tentazioni irresistibili per gli attori dotati, perché ha tutti i numeri per diventare stabilmente, assieme ad Ascanio Celestini, Emma Dante, Pippo Delbono, Moni Ovadia, Enzo Moscato, Davide Enia, e pochissimi altri attori-autori, un riferimento vitale per il nostro teatro dei prossimi anni.
Quirino Revolution MAD-II EDIZIONE
Teatro Quirino Vittorio Gassman via delle Vergini 7, 00187 Roma piazza dell’Oratorio 73, 00187 Roma info@teatroquirino.it www.teatroquirino.it/index.php?SECTION=SPETTACOLO&TYP=4&PAGEID=14
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