Peter Brook al Barbican di Londra |
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} Ambientato nella piccola cittadina di Bandiagara (Mali), 11 and 12, analizza la complessa relazione fra le autorità coloniali francesi e la popolazione africana, ripercorrendo la vita di Amadou Hampaté Bâ, nei suoi episodi più significativi. L'infanzia di Amadou é rappresentata come un periodo sereno, fra momenti di gioco con gli amici (che scoprono con grande sorpresa che anche bianchi fanno la cacca nera come loro) e momenti di formazione, sotto la guida di Tierno Bokar, uomo religioso e insegnante del villaggio. Attraverso i suoi insegnamenti Amadou impara la tolleranza, che non esiste differenza alcuna fra le varie religioni e che al mondo esiste un'unica sola verità. Ma il corso della storia gli mostrerà, con crudele inevitabilità, che il più delle volte è l'intolleranza ad avere il sopravvento. Quando Amadou, ormai un giovane uomo, intraprende la propria carriera nell'amministrazione coloniale francese, si ritrova ad assistere ad'una controversia dottrinale musulmana che vede come oggetto il dielmma sul numero di volte che una preghiera possa essere La controversia vede come protagonisti le autorità francesi (che imponevano la declamazione della preghiera per dodici volte) e una fetta della popolazione locale che, per ribellione ai coloni, si fa promotrice dell'usanza delle unidici volte, considerata più vicina alla tradizione africana. Il dilemma dottrinale si rivela, per entrambe le parti, un ottimo pretesto per arrivare allo scontro armato e rivendicare la propria posizione poltica e sociale. Ed è attraverso lo sguardo di Amadou, i suoi commenti all'azione e le sue riflessioni rispetto al futuro del proprio Paese, che il drammatico esito della controversia, il massacro della popolazione africana, viene rappresentato al pubblico con estrema umanità. A sipario aperto, la scena si offre agli spettatori nella sua più pura essenzialità. Un tappeto rosso quadrangolare, qualche albero stilizzato, dei piccoli tronchi, qualche oggetto e stoffa che, di volta in volta, suggeriscono e ricreano differenti luoghi e atmosfere nelle più consueta cifra stilistica brookiana. In un continuo scambio di ruoli, gli attori secondari interpretano la miriade di figure che hanno popolato l'esitenza di Amadou, dalla madre, agli amici d'infanzia, alle autorità francesi. Non priva d'azione, ma principalmente basata sullo storytelling tradizionale africano, la narrazione dell'intero spettacolo 11 and 12 è uno spettacolo in qualche modo teologico, in cui i diversi livelli narrativi fanno della testimonianza di Amadou una feroce analisi storica che si porta dietro il rischio di essere bollato come un genere di teatro socialmente utile, in grado di toccare e commuovere unicamente quella fascia di spettatori già avezza alle tematiche affrontate, aspetto che si rispecchia nella reazione generale della platea piuttosto fredda, ma del resto, come riporta lo stesso libretto di sala, Amadou Hampaté Bâ non è certo un nome con una vasta risonanza nel mondo anglosassone.
regia: Peter Brook barbicanbite10
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