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FOCUS ON:::The Cryonic Chants

Socìetas Raffaello Sanzio
objective songs and poems, taken from an impassive animal
creato da Scott Gibbons and Chiara Guidi



Alleu Met di Scott Gibbons e Chiara Guidi.

Performance con Chiara Guidi, Claudia Castellucci, Teodora Castellucci e Monica Demuru.

Video di Romeo Castellucci © 2006. all rights reserved


Approndimento:
Sul potere reificante del battito

di Letizia Renzini




Il CD sviluppa l'universo musicale del Ciclo della
Tragedia Endogonidia che ha per oggetto l'alfabeto e il linguaggio. 


Alleu met
- Partitura Vocale


Vi kle ser val tir valarg pro Leu.
Vi kle as fe lis pro ser tir.
Alleu met!

Vi kle ser val tir valarg pro Leu.
Sip che gaam.
Sfe er kel?

Ac de fe...e:
Leu ile.
A e ke... e:
cis ille.
Ae ke...e
E....

Ve ke kaddy dne a e ke ...e
Alleu met!

Te ghe ski indlang, sip ke gam.
Glu ser a...arg:
cis ille?

Ac de fe...e:
Leu ile.
A e ke... e:
cis ille.
Ae ke...e

Alle le umet

Track: CD # The Cryonic Chants
di Scott Gibbons / Chiara Guidi

1

 

m. sr. qssv (6:39)

2

 

ser val tir (3:47)

3

 

frozen spasm (1:00)

4

 

ski in dlang (4:50)

5

 

gatvitn (3:11)

6

 

lastmy flii (4:09)

7

 

tir angasm (4:32)

8

 

alleu met (2:46)

9

 

ala cis (4:02)

10

 

m. t. p. t. m. m. (2:06)

11

 

casus belli (5:11)



Scott Gibbons
compone musica elettronica da quasi 20 anni, nella doppia esplorazione del suono acustico naturale e di quello tecnologico. Il musicista riesce ad avere una campionatura di suoni impossibili da disporre, attraverso il trattamento delle registrazioni di suoni naturali presi da fonti organiche, che creano un’atmosfera spesso terrorizzante.
L’incontro tra la Socìetas Raffaello Sanzio e Scott Gibbons risale al 1998, in occasione della preparazione della Genesi. From the museum of sleep. Il successivo progetto comune fu Il Combattimento di Claudio Monterverdi, dove alla musica dell’autore barocco, diretta dal maestro Roberto Gini, veniva affiancata una corrente parallela di suoni elettroacustici concepiti dal compositore. La collaborazione da quel momento è continuata, e si è sviluppata per tutto il ciclo drammatico della Tragedia Endogonidia.

www.red-noise.com/cryonic_chants.htm

Quattro donne in nero per una partitura di voci, una video installazione che rimanda sequenze proteiche di un capro nero, sonorità elettroniche live potenti e dissonanti.

The Cryonic Chant sviluppa una parte dell’universo musicale del Ciclo della Tragedia Endogonidia; una specie di imbuto sonoro avente per oggetto l’alfabeto e il linguaggio verbale, un testo - qui considerato come “cosa” tra le cose - assoggettato al destino di una forma. Il Concerto sviluppa l’universo musicale della Tragedia Endogonidia sulla base del significato etimologico del lemma greco tragodìa, ‘canto del capro’. Un capro in carne e ossa diventa corpo di scrittura: le sue sequenze proteiche dettano combinazioni sonore. Letteralmente, la poesia discende dal capro, non è più affidata a un Autore. Quattro donne in nero eseguono la partitura vocale risultante da questo complesso procedimento di traslitterazione, combinandosi alle potenti sonorità elettroniche di Scott Gibbons, elaborate anch’esse da una sorgente organica. Con quest’opera la Socìetas si avvicina ancor più all’origine del mistero tragico, scardinandone la dimensione narrativa e restituendone tutta la drammaticità e commozione.

L’idea di fondo, per una performance assolutamente unica, è quella di ottenere una serie di parole “oggettive”, “letterali”, ricavate dal organismo di un capro vivente che, trasformandosi in corpo di scrittura, si fa tout court veicolo di lemmi e definizioni. Uno schermo che scandisce innumerevoli sequenze di rette parallele, un obiettivo che si sposta costantemente sugli zoccoli e sulle corna dell’animale, lasciato volutamente libero di pascolare su un tappeto di lettere, per generare “Poesia”.

Una modalità di creazione, questa, che - conferendo dignità all’animale piuttosto che all’ingegno del poeta - sposta la riflessione sull’arte in una dimensione non-narrativa, disconoscendo e sospendendo in qualche modo la tradizione della tragedia stessa, progenitrice e madre di ogni forma espressiva.

Il capro qui si fa elemento a-temporale, classico (nella sua accezione più pura), oggetto ed
essere “in-capace” di esprimere qualcosa, sospeso in una forma di impassibilità che fa delle stesse parole - cantate, declamate, processate da filtri elettronici, scritte e ingigantite sullo schermo - dei suoni buttati lì, quasi a non alludere a niente altro che a se stessi, alle sequenze millenarie di un sistema che si tutela selezionando e scartando senza pietà né rimorso, di un universo incapace di portare all’uomo alcun senso, nemmeno quello di una elaborazione estetica del caos.


 
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