Un cittadino scompare e nessuno sa piú niente di lui
[Giulia D’Amico] La compagnia messicana Teatro línea de sombra si presenta a MIRADA Festival Ibero - Americano de artes cênicas de Santos (Brasile) con uno spettacolo in bilico fra teatro, performance e video-arte. Nato nel 2009 dalla collaborazione con il regista Jorge A. Vargas ed il drammaturgo Gabriel Contreras, Amarillo (Giallo) presenta uno dei più grandi drammi del popolo messicano: la scomparsa di centinaia di persone che ogni anno, nel tentativo di emigrare negli Stati Uniti, muoiono nel deserto del Chihuahua. La scena è dominata da un muro immenso, simbolo della frontiera fra i due Paesi confinanti. Un muro insormortabile, che separa e respinge. Protagonista di Amarillo è un ragazzo di bassa estrazione sociale che ha deciso di partire in cerca di fortuna e porta con sè un cappello per ripararsi dal sole, del pane e delle scatolette di tonno, un bidone d’acqua e la speranza di un futuro migliore. La sua storia si riflette in quella frontiera di vetro, unico testimone dei suoi ultimi giorni di vita e d’agonia sotto il sole cocente del Chihuahua. Nessuno riceve notizie della sua scomparsa. La fidanzata rimasta in Messico si trova ad andare avanti senza sapere cosa gli sia realmente accaduto. Solo l’immaginazione la può aiutare ad avvicinarsi a lui, cercando di figurarsi le ultime ore che avrà vissuto prima di morire per disidratazione. Attraverso la vicenda di queste due persone, Amarillo racconta una pluralità di storie similari: centinaia i protagonisti, i cui volti si sono persi nell’immenso giallo del deserto. Lo spettacolo, attraverso l’impiego simultaneo di linguaggi scenici come il canto, la danza e le riprese video, ha la capacità di moltiplicare i piani del racconto e dell’azione, restituendo allo spettatore un’esperienza ricca di sensazioni. L’aspetto visuale è decisamente predominante e di grande impatto, grazie a un sapiente uso della proiezione, combinato con la ripresa live della performance stessa. Telecamere appese al soffitto filmano dall’alto la scena che viene proiettata in tempo reale sul piano verticale del muro, restituendo una doppia visione dello spettacolo, suggestiva ed intensa (che a momenti si quadruplica attraverso la sovra-proiezione di immagini laterali).
Accattivante ed impeccabile la performance degli attori che sperimentano uno stile interpretativo proprio, utilizzando elementi d’acrobatica e di street dance per esprimere la profonda disperazione dei personaggi. L’elemento tecnologico non sovrasta dunque la teatralità della performance, bensí mette in risalto la forza delle azioni e gesti degli attori e potenzia l’effetto dell’immagine teatrale. Numerosi gli oggetti di scena utilizzati per creare composizioni e giochi di luce. Sacchetti bucati, ripieni di sabbia, volano verso l’alto ricreando il vento del deserto, mentre per terra i vestiti degli emigranti scompaiono lentamente, simbolizzando i cadaveri inghiottiti dal deserto. Tragico e ironico, dinamico e vivace, Amarillo rappresenta in maniera poetica e tagliente un esodo che rispecchia il dramma di milioni di persone in tutte le frontiere del mondo. Uno spettacolo imperdibile all’interno di MIRADA che da tre anni conquista e commuove le platee.
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