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Il gabbianino - l’attore nel tempo delle neuroscienze

|Vanda Monaco e Wenting Yang|

* Abstract di un articolo delle autrici in corso di pubblicazione.


Vanda Monaco e Wenting Yang, partendo dalla loro pratica scenica, si soffermano sulle nuove prospettive per il lavoro dell’attore aperte da alcune scoperte delle neuroscienze.
La loro, che è una ricerca concentrata sul rapporto fra voce/corpo e testo, muove dalle pratiche attoriche proposte da Kristin Linklater (La voce naturale 2008, Freeing Shakespeare’s Voice 2009) e dalle opere di neuroscienziati ai quali si è ispirata la stessa Linklater oggi la massima autorità per il lavoro sulla voce dell’ attore: Ramachandran (Ramachandran e Hirstein- The Science of Art, 1999; Ramanchandran: The Tell-Tale Brain, 2011), Damasio (Emozione e Coscienza, 2000), Rizzolatti (Rizzolatti e Corrado Sinigaglia: So quel che fai : il cervello che agisce e i neuroni specchio,2006)

I temi centrali dell’articolo sono:

  1. L’approccio al testo fondato sul suono delle parole e delle battute nel corpo/mente dell’ attore.
  2. Il bisogno di piacere/ricompensa dell’attore che cresce come la reazione del celebre gabbianino di Ramachandran difronte  al bastoncino con i puntini rossi che simula il becco della madre.  (Ramachandran e Hirstein-1999) .

Le autrici descrivono, quindi, il loro lavoro su testi di Shakespeare, Rimbaud e Craig Lucas: un lavoro che, fatto con nuovi strumenti, trasforma le parole in carne per la scena e sulla scena (Linklater- 2006, 2009).
La seconda fase di questa ricerca studierà la relazione con il pubblico nella prospettiva dei neuroni specchio (Rizzolatti, Corrado 2006).

 
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