venerdì 2 marzo, h 16 | Laboratori DMS - Saletta Incontri
LA NASCITA DEL NUOVO TEATRO IN ITALIA 1959-1967
con la presentazione del libro di Daniela Visone (Titivillus, 2010) | intervengono Marco De Marinis, Lorenzo Mango e l’autrice | coordina Fabio Acca | INGRESSO LIBERO
L’invenzione di un teatro “diverso”, il Nuovo Teatro, ha segnato in maniera fortissima la vicenda teatrale italiana a partire dalla seconda metà del Novecento. Questo incontro e il libro ad esso associato ne raccontano la nascita, che si presenta come un lungo periodo di gestazione, caratterizzato da momenti diversi: un primo in cui i processi di trasformazione si diffondono in un ambito ristretto, un secondo in cui, invece, cominciano ad emergere ottenendo un riconoscimento ufficiale.
venerdì 2 marzo, h 21 | Laboratori DMS - Auditorium
LA QUIETE
regia Giuseppe Sansonna e Domenico De Orsi (2001) | durata: 13’ | INGRESSO GRATUITO
Un castello, quello di Trani, pietrificato. Un grande attore, Rino Sudano, ingabbiato dalla crudeltà. Alcune sculture di Raffaele Spizzico, che osservano, talvolta sogghignano. La musica di Edgar Varèse accompagna il protagonista al ritorno nel suo castello, nella sua “torre”. Rino Sudano, per la prima volta, decide di prestare il proprio corpo e la propria voce al cinema, in un’opera che pare anche essere un omaggio all’attore e all’uomo, così lontano dalle scene economico-teatrali di oggi.
a seguire:
L’ALIENO
regia e montaggio di Giuseppe Sansonna (2012) | durata: 20’ | PRIMA ASSOLUTA | INGRESSO GRATUITO
Un’opera filmica ancora in divenire che ritrae alcuni momenti della vicenda biografica e teatrale di Rino Sudano. Attraverso documenti inediti e immagini d’archivio, il regista ricompone i tratti di una delle storie più anarchiche, rigorose e rimosse della scena teatrale comporanea italiana.
a seguire | Laboratori DMS - Teatro
ASSENZA, OVVERO LE BANANE DELLA NORVEGIA
voce, concept e regia Rino Sudano | feat. AR+JL | INGRESSO GRATUITO
Un lavoro scritto da Sudano nel 2003 per essere replicato all’infinito dopo la propria morte, grazie al corpo di un performer che retoricamente ne rende possibile la presenza. Sorta di dolente evocazione, la voce dell’attore scomparso parla,racconta, provoca, inveisce contro il pubblico presente, nella lucida consapevolezza di un’assenza irreversibile. Un dire che attraversa tutte le tonalità del comico e del tragico, della farsa e del melodramma, del senso e del surreale, per richiamare lo spettatore a un atto di testimonianza estrema verso l’eterna contraddizione dell’esserci.