D A N Z A
a cura di Elena Cervellati
PRIMA PERSONA. SIMONA BERTOZZI
Il progetto della Soffitta 2012 dedicato alla danza segue una traccia già indicata nella passata edizione concentrandosi, ancora, intorno a un unico autore. La scelta, quest’anno, è caduta con naturalezza su Simona Bertozzi, preziosa danzatrice da alcuni anni impegnata pure nell’affermarsi come coreografa dal segno personale e definito, radicata nel territorio bolognese ma capace di frequentare dimensioni decisamente più ampie.
I tre momenti in cui si articola “Prima persona. Simona Bertozzi” vogliono favorire un avvicinamento alle pratiche e alla poetica dell’artista attraverso diverse vie. Punto di partenza è un approccio alle sue modalità di lavoro sul corpo, grazie a un laboratorio pratico di tre giorni rivolto agli studenti universitari. Momento privilegiato è poi un incontro, aperto al pubblico, in cui seguirne le riflessioni e le testimonianze, in dialogo con alcuni studiosi. Luogo centrale del progetto sono infine le tre serate di spettacolo, che una dopo l’altra attraversano diverse modalità di confronto con la scena, dall’assolo Terrestre (2008), presentato con l’opera di videodanza Terrestre, movement in still life, al duetto Alea (iacta est) (2010), fino a Mimicry, creazione per gruppo di cui è prevista l’anteprima proprio nel nostro programma.
L’intento di fondo è quello di offrire a un artista uno spazio accogliente in cui mostrarsi e di dargli il tempo necessario per farlo con una certa ampiezza. Il desiderio è di andare controcorrente rispetto a una tendenza in corso nel mondo della danza contemporanea italiana, quella che porta alla costruzione di rassegne fatte di short format, di estratti brevi: piattaforme pregevoli nell’offrire collage panoramici di esperienze in corso, ma che spesso, proprio a causa delle costrizioni dettate da necessari tagli alla partitura dello spettacolo, serrati ritmi di montaggio e schede tecniche uniformate, non riescono a permettere all’attività creativa di fiorire pienamente.
Simona Bertozzi è artista capace di occupare sapientemente lo spazio e il tempo con l’emergere di un gesto danzante che si fa immagine evocativa: costruire le condizioni favorevoli a tale emergere è compito del teatro che la ospita, lasciarsi commuovere sarà compito del pubblico.
Simona Bertozzi, danzatrice, coreografa e performer, vive a Bologna, dove si è laureata in DAMS. Si forma tra Parigi, Barcellona, Bruxelles, Londra e lavora, tra gli altri, con la Societat Doctor Alonso diretta da Tomàs Aragay e con la Compagnia Virgilio Sieni Danza. Dal 2003 porta avanti un percorso autoriale, creando Red Jacket (2003), L’Endroit (2005), L’Endroit 2e (2007) e Terrestre (2008). Dal 2009 si dedica al progetto coreografico Homo Ludens, articolato in quattro episodi. L’assolo Ilinx (playing vertigo) debutta nel 2009 a Londra nell’ambito del progetto internazionale Choreoroam. Agon_portraits of playful competition (2010) è frutto di una lunga residenza creativa con la compagnia britannica Lila Dance, presso cui è ora in repertorio. Il duo Alea (iacta est), con Manfredi Perego, esordisce al Romaeuropa Festival 2010. Mimicry, in-credible (2012) ha avuto un prologo di appunti coreografici in forma di assolo dal titolo Bird’s Eye View, ma si è poi sviluppato con un gruppo di danzatori.