Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2009

CINEMA
a cura di Michele Fadda




23 gennaio • ore 17 • Laboratori DMS
SENZA FRONTIERE: UNA FINESTRA SUL WITHOUT BORDERS FILM FESTIVAL

intervengono Fiamma Arditi (giornalista, direttore Without Border Festival), Giacomo Manzoli e Guglielmo Pescatore (Università di Bologna)

Il posto (e il ruolo) del cinema nell’era della globalizzazione. O ancora, se non soprattutto: il cinema come luogo di scambio tra culture, visioni del mondo differenti, tanto più necessario nel particolare orizzonte storico, economico e sociale che ci contraddistingue, all’alba del nuovo millennio... Sono questi alcuni dei temi attorno ai quali ruota il festival Senza Frontiere- Without Borders, patrocinato dall’UNESCO, il tribunale dei rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), diretto da Fiamma Arditi, Janina Quint e Mariam C. Said, la cui prima edizione ha avuto luogo a Roma, alla Casa del cinema, nel luglio del 2008. La serata sarà un’ottima occasione non solo per conoscere uno dei festival cinematografici italiani più originali, ma anche per discutere del cinema in una prospettiva di apertura culturale, e ragionare quindi su quel fondamentale incontro con l’altro da noi che la settima arte sa ancora offrirci, all’interno del contesto mediale contemporaneo.

a seguire: proiezione del film
Knowledge is the Beginning di Paul Smaczny, 2005, Germania, 114’ (v.o. inglese, sott. it.)

Un film sulla West-Eastern Divan Orchestra, fondata da Daniel Barenboim ed Edward Said, composta di studenti provenienti da Siria, Egitto, Libano, Palestinas, Israele, Palestina. Non solo un documentario, ma il racconto, la testimonianza di come potrebbe essere la vita nel Medio Oriente. I due intellettuali, uno israeliano e l’altro palestinese, pochi anni fa hanno fondato una orchestra di giovani arabi ed israeliani, che vivono, lavorano, viaggiano insieme e sono capaci di esprimersi come individui ed ascoltarsi a vicenda. I loro paesi sono in guerra, ma loro suonano insieme Mozart, Schumann, Beethoven, da Berlino, a Siviglia, Ramallah. Come osserva Daniel Baremboim: «O ci uccidiamo o condividiamo quello che c’è da condividere».



12-23 marzo • Cinema Lumière
in collaborazione con Cineteca di Bologna
ALIDA VALLI: IL SENSO DELL’ATTRICE

rassegna cinematografica
con la collaborazione di Luisa Ceretto (Cineteca di Bologna)

Alida Valli è stata un’attrice che ha attraversato una buona parte del cinema italiano, e non solo, dagli anni Trenta fino ai primi anni del nostro secolo. Arrivata al successo ancora giovanissima ha lavorato con più generazioni di registi e attori. Soprattutto si è confrontata con personaggi e con generi assai differenti. Dal cinema dei «telefoni bianchi» ai ruoli drammatici, dal melodramma al noir, dalla commedia all’horror, ha avuto il coraggio di affrontare sempre nuove prove ed esperienze, non limitandosi peraltro al cinema ma lavorando anche in ambito teatrale. Si tratta dunque di un’attrice multiforme, diva e nello stesso tempo antidiva, capace di dare spazio al personaggio, facendone scaturire una personalità senza imporre caratterizzazioni o clichées interpretativi.
La retrospettiva e la giornata di studi intendono allora ripercorrere alcune fasi della carriera di una attrice che, nonostante il successo e la popolarità, rischia di non essere adeguatamente ricordata. Proprio l’estrema eterogeneità in cui ci imbattiamo, ripercorrendo la sua carriera, scorrendo la sua filmografia, è uno stimolo importante per un percorso critico. Il repentino passaggio dalla leggerezza dei personaggi delle commedie degli anni Trenta al dramma, avvenuto grazie a Piccolo mondo antico per la regia di Mario Soldati, fu solo il primo di una serie infinita di scarti che l’hanno portata a lavorare sia in Italia sia all’estero (compresa l’esperienza statunitense e la improvvisa e clamorosa rottura) con registi quali il già ricordato Soldati, Mattoli, Camerini, Reed, Hitchcock, Allegret, Visconti, Giuseppe e Bernardo Bertolucci, Antonioni, Clément, Pontecorvo, Argento, Chabrol, Pasolini, Zurlini e tanti altri.
Un panorama talmente ricco da disorientare. Affrontare quanto ci ha lasciato la Valli è dunque una sfida che già in partenza rifugge da qualsiasi tentazione volta all’omogeneizzazione, o al tentativo di trovare chiavi di lettura buone una volta per tutte.



12 marzo • ore 16 • Laboratori DMS
in collaborazione con Fuorivista - Associazione Caracult
ALIDA VALLI: IL SENSO DELL’ATTRICE

Tavola rotonda
a cura di Fabio Matteuzzi
intervengono:
Pierpaolo De Mejo (regista di Come diventai Alida Valli)
Francesco Pitassio (Università di Udine)
Cristina Bragaglia Giacomo Manzoli (Università di Bologna)
Piero Di Domenico (Corriere della Sera)
Sara Fiori, Fabio Matteuzzi (Fuorivista)



25 - 26 maggio 09 • Cinema Lumière
in collaborazione con Cineteca di Bologna
ARCHIVI, MONTAGGIO, TRASFERIMENTI:
ESEMPI DI FOUND FOOTAGE CINEMATOGRAFICO


rassegna cinematografica
a cura di Rinaldo Censi

Amnesie da archivio. Nastri di bobine comprate a peso da robivecchi. Vecchi film, documentari educativi, film amatoriali, di serie B, stock shot: found footage. La storia del cinema certifica un lungo elenco di distruzioni massive. C’è chi questi metri di pellicola li ripren-de tra le mani, li osserva, li rimonta: ne fa un collage. È un cinema fatto in una stanza, da artisti solitari che rielaborano i fotogrammi (alcuni nomi: Bruce Conner, Ken Jacobs, Maurice Lemaître, Matthias Müller, Morgan Fisher, Phil Solomon, Malcolm Le Grice). Vecchi film delle origini vengono sezionati, ri-filmati. Ne escono film lirici, strutturali e metrici, opere di détournement, riflessioni sulla materia pellicolare. C’è chi scava negli archivi, per fare emergere ciò che il ‘900 ha rimosso. Le immagini si rendono così autonome: ne emerge una dimensione intertestuale, e una nuova forma di montaggio.
A volte, le immagini si divertono tra di loro.




25, 26 maggio 09 • h 9-19 • Laboratori DMS
CORTO CIRCUITO: IL CINEMA CONTEMPORANEO NELLA RETE

convegno di studi
a cura di Michele Fadda

La prospettiva estetica ci propone una possibilità di mondo che è da sempre circolazione di senso: non un significato unico e stabilito una volta per tutte, ma il risultato di un confronto tra identificazioni, sentimenti, immagini e testi, attivato da una tensione dialogica, fatta di scambi e prestiti. Il cinema, da parte sua, è stato il frutto di una costante pratica di negoziazione tra le istanze diverse che circolano nello spazio sociale e culturale. In che modo però una tale ipotesi può ancora attuarsi nella nostra contemporaneità, ovverossia in un universo sempre più globalizzato e multimediale, caratterizzato dalla immediata accessibilità dei materiali e dall’attenuarsi dei confini che dividono un mondo da un altro, o dal venir meno della specificità di ogni singola arte? Pensare il cinema contemporaneo vuol dire infatti pensare anche la settima arte all’interno di quella «rete» che costituisce il tessuto connettivo delle tecnologie della comunicazione e dell’orizzonte geopolitico nel nostro tempo. Di qui i cortocircuiti e il carattere sempre più meticciato che lo contraddistingue, che ci invitano a ripensare i modi della produzione e del consumo dell’immaginario. Dalle pratiche del mash up alle forme del riciclo e del riuso, dalla contaminazione tra varie culture alle prospettive di rimediazione nei nuovi prodotti dell’audiovisivo, le due giornate di studio tenteranno quindi di considerare il destino identitario dell’oggetto filmico all’alba del nuovo millennio, in quella sua condizione ibrida che è il marchio fondamentale per comprendere l’evoluzione della nostra dimensione contemporanea.


  Dipartimento di Musica e Spettacolo  
Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna