FRANCO QUADRI
UOMO DI TEATRO PATAFISICO
a cura di Massimo Marino
Se la Patafisica è la scienza delle soluzioni dettate dall’immaginazione, nessuno come Franco Quadri è stato gran maestro patafisico. Ha applicato la sua inventiva trasversale alla scena, entrandovi da giornalista per rivelarsi uomo di teatro completo.
In questo incontro proviamo a raccontare una delle figure intellettuali più stimolanti che abbiano attraversato il teatro italiano e internazionale negli ultimi sessant’anni. Ricorderemo - grazie alla testimonianza di amici, collaboratori, osservatori, artisti - il critico che ha narrato in modo smagliante un’epoca della nostra scena, imprimendole un’impronta indelebile, dall’esperienza di redattore di “Sipario” negli anni Sessanta all’invenzione del “Patalogo” e della casa editrice Ubulibri, dalle cronache sul settimanale “Panorama” a quelle sul quotidiano “La Repubblica”. Ricorderemo l’animatore di iniziative editoriali, l’autore di importanti studi sull’avanguardia teatrale e sul grande teatro di regia, l’esploratore della scena mondiale, il raccoglitore enciclopedico di materiali, il traduttore di testi teatrali, il patron dei premi Ubu, il direttore artistico di rassegne di ricerca, di premi, l’esploratore di drammaturgie, il «fomentatore di teatro» (come ha scritto Ferdinando Taviani), la sponda insostituibile di varie generazioni di artisti e di organizzatori, il maestro di diverse generazioni di critici e studiosi.
Proviamo a ricostruire la poliedrica figura di uno degli ultimi grandi critici, che ha attraversato le epoche, dai teatri stabili al Nuovo Teatro, dalla riscoperta della drammaturgia ai Teatri ’90, fino a un presente in divenire, in cui forse bisognerà registrare l’inarrestabile mutazione del critico e dello stesso pensiero critico.
Interverranno alcuni degli artisti che instaurarono con lui un privilegiato, venendone stimolati nella loro attività di creatori. Con testimonianze video e audio, fino a una delle ultime interviste con Altre Velocità (vale a dire la più recente generazione di critici) sull’attore, uno dei campi nei quali si era sempre speso, inventando scuole antiaccademiche, basate sulla trasmissione diretta d’esperienza, come l’École des Maîtres.