Un esperimento permanente

Cinquant'anni di storia

Il Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo dell'Università di Bologna, il primo in Italia, è stato avviato prima in forma sperimentale nell'anno accademico 1970/1971 e poi ufficialmente nel 1971/1972. In un Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia dei primi mesi del 1970, Benedetto Marzullo, professore ordinario di Letteratura greca e membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, aveva illustrato il piano di studi del nuovo corso di laurea. L'ambizioso progetto voleva rispondere all'impetuoso sviluppo dell'industria culturale che in Italia e altrove aveva caratterizzato il decennio precedente. Questo scenario in espansione richiedeva professionalità nuove, diverse da quelle garantite dagli altri corsi di laurea umanistici: con un percorso profondamente ripensato, i laureati del DAMS avrebbero sviluppato invece le competenze necessarie.

Un successo immediato

Pur fra molte polemiche e inevitabili resistenze, è stata decisiva e vincente l’idea di affidare i nuovi insegnamenti a un corpo docente che, accanto alle figure provenienti dall’ambito accademico, coinvolgeva importanti protagonisti del mondo delle arti, capaci di riportare nella didattica la propria esperienza di lavoro e di ricerca. Figure come Luigi Squarzina, Renato Barilli, Umberto Eco, Tomás Maldonado, Gianni Polidori, Furio Colombo, Giampaolo Bernagozzi, Alfredo Giuliani, Lamberto Pignotti, Adelio Ferrero, Giuliano Scabia, Renzo Tian, Roberto Leydi, Gianni Celati, e molti altri, hanno imposto fin dai primi anni al corso di laurea in DAMS un carattere di vivace sperimentazione. A questo coraggio si è poi aggiunta l'inedita osmosi tra il mondo universitario e i movimenti di avanguardia che stavano segnando, a Bologna e non solo, quegli anni tumultuosi. Il successo del DAMS è stato immediato e crescente: dai 115 iscritti del 1970/1971, già a fine decennio gli studenti superano le 3500 unità.

Sono decine di migliaia le allieve e gli allievi che in 50 anni si sono avvicendati sui banchi del DAMS.

Tra i più noti e illustri allievi del corso di laurea, si devono citare almeno lo scrittore e saggista Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), il fumettista Andrea Pazienza (1956-1988), il cantautore Roberto "Freak" Antoni (1954-2014), il regista Carlo Mazzacurati (1956-2014). Ma ci sono damsiani in tantissimi settori dell'industria culturale, dall'arte alla musica, dal teatro al cinema, dai media al giornalismo.

Tanti professionisti e operatori che hanno contribuito al consolidamento di un tessuto istituzionale e imprenditoriale di alto livello nei diversi settori della vita culturale, a livello locale e nazionale, "hanno fatto il DAMS".

A chi è passato dalle aule vanno poi aggiunti i laureati ad honorem, proclamati nel corso degli anni. Tra questi, personalità straordinarie come Pina Bausch, Riccardo Muti, Luca Ronconi, Martin Scorsese, Lucio Dalla, Eugenio Barba, Toni Servillo, Romeo Castellucci. Nel corso delle celebrazioni DAMS50 a questa lista si aggiungerà inoltre Mimmo Paladino.

Per anni il DAMS bolognese è stato un’esperienza unica nel panorama universitario nazionale.

Ha stabilito un forte legame con la città di Bologna. Nonostante qualche complessità e diffidenza poi superata, questo rapporto ha saputo alimentare una crescita di valore reciproca, attirando studenti da tutta Italia. Dal DAMS sono poi nati i successivi progetti di Scienze della comunicazione e di Culture e pratiche della moda, nonché un'ampia serie di Lauree magistrali (da Arti visive a Cinema, televisione e produzione multimediale, da Discipline della Musica e del Teatro a Informazione, culture e organizzazione dei media). E si sono via via aggiunti dottorati di ricerca, scuole di specializzazione, master e summer school.

Dagli anni Ottanta, inoltre, il modello del DAMS è stato ripreso da molte altre sedi universitarie italiane, portando alla definitiva inclusione delle arti e dei media tra le discipline accademiche.

Guardare al futuro

Il modello didattico del DAMS ha segnato una svolta nel campo della ricerca umanistica, a partire da un’idea di studio trasversale delle arti, alimentato, oltre che dalle necessarie competenze storiche e teoriche, da una costante attenzione alle pratiche creative e gestionali più avanzate. Anche a seguito delle molte riforme universitarie, il DAMS si è necessariamente e opportunamente trasformato per venire incontro alle esigenze di uno scenario culturale e mediale in mutamento. Ma ha mantenuto intatte quelle caratteristiche di sperimentazione interdisciplinare, di vivacità e di attenzione alle novità culturali che l'avevano caratterizzato alla sua nascita, cinquant'anni fa, e ancora oggi ne fanno un progetto unico tra gli studi universitari.