8/28 maggio 09 IL TEATRO DEI LIBRI a cura di Marco De Marinis Teatro e neuroscienze presentazione del n. 16 di Culture Teatrali interviene Vittorio Gallese 8 maggio • ore 16 • Laboratori DMS Il romanzo della regia. Duecento anni di trionfi e sconfitte presentazione del libro di Luigi Squarzina interviene Claudio Meldolesi 13 maggio • ore 16 • Laboratori DMS Laminarie: modi teatrali per incoraggiare la fiducia nel fantastico presentazione del libro Tragedia e fiaba. Il teatro delle Laminarie 1994-2008 a cura di Bruna Gambarelli e Claudio Meldolesi intervengono Cristina Valenti, Fabio Acca, Giancarlo Gaeta e i curatori 18 maggio • ore 16 • Laboratori DMS Il mare dietro un muro. Nostro padre Re Lear presentazione del libro di Massimo Marino e Roberto Mutti fotografie di Federico e Maurizio Buscarino intervengono Paolo Billi, Maurizio Buscarino e Massimo Marino 20 maggio • ore 17 • Laboratori DMS Storia del Living Theatre Conversazioni con Judith Malina presentazione del libro di Cristina Valenti intervengono Claudio Meldolesi e l’autrice 21 maggio • ore 16 • Laboratori DMS |
13 maggio • ore 16 • Laboratori DMS IL ROMANZO DELLA REGIA DUECENTO ANNI DI TRIONFI E SCONFITTE presentazione del libro di Luigi Squarzina (Pacini 2005) interviene Claudio Meldolesi Le nostre presentazioni di libri stanno per aprirsi al Romanzo della regia
di Luigi Squarzina (Ospedaletto-Pisa, Pacini, 2005) con un ritardo
determinatosi per sviluppi fortuiti, di cui comunque ci scusiamo. Ma si
direbbe che tale «romanzo» si sia risarcito da solo, data l’importanza
assunta dalla sua prima sezione alla luce del doppio convegno, tenutosi
in questi mesi a Parigi e a Roma, La mise en scène avant la mise en scène.
Dove non si è detto con altrettanta acutezza del teatro in Hegel o
delle novità di Granville Barker. E se il libro nella sezione
successiva si offre meno limpidamente alla lettura, ne salta agli occhi
una viva peculiarità d’insieme: ché Squarzina non ha cessato di
elaborare i connessi valori analitici a partire dal secondo dopoguerra
mondiale, essendo egli in primis un regista, un cercatore non solo di
oggettività.
Si tratta comunque di approcci d’arte-intelligenza, spesso in rapporto con intensi periodi di lavoro scenico e direttoriale (specie riguardo a quello realizzato allo Stabile di Genova). E lo stesso va detto della sua conseguente capacità di commisurarsi con testi e soggetti che lo avevano nutrito come intellettuale mai appagato o che avevano acceso la sua drammaturgia. Qui, perciò, il passaggio successivo al divenire italiano risulta analogamente coinvolto, data l’acutezza dei richiami trasversali – come quello dedicato a Fersen e Trionfo, che sembra aprirsi sul futuro insieme a quelli dedicati poi a Ronconi e Cecchi. Al punto che esperienza e studio della regia giungono qui a dichiarare una consonanza culturale. Claudio Meldolesi |