Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2002 MUSICA - Concerti
 
 
musica
30 gennaio - 19 maggio
a cura di Giuseppina La Face Bianconi
alma mater studiorum
università di bologna
dipartimento di musica e spettacolo
la soffitta
centro di promozione teatrale
Mercoledì 6 marzo 2002, ore 21
AULA ABSIDALE DI S. LUCIA
via de’ Chiari 23a
 
Il flauto incantato
 
Annamaria Morini flauto
.
Daniela Uccello soprano
.
Maria Carla Notarstefano pianoforte

 

presentazione
di
Margherita Gianola
 
ingresso gratuito
 

PROGRAMMA

Maurice Emmanuel (1862 - 1938)
Trois odelettes anacréontiques
per voce, flauto e pianoforte
Au printemps
À la cigale
À la rose
 
Sonatine n. 4 "sur des modes hindous"
op. 20
 
Jacques Ibert (1890 - 1962)
Deux stèles orientées per voce e flauto
Mon amante a les vertus de l'eau
On me dit
 
Aria per voce, flauto e pianoforte
 
Nicola Ferrari (1973)
ll marinaio per voce e flauto
ad Annamaria Morini
prima esecuzione assoluta
 
 
Gilberto Bosco (1946)
Due liriche per voce, flauto e pianoforte
 
Joaquín Rodrigo (1901 - 1999)
Dos Poemas per voce e flauto
Verde verderol
Pájaro del agua
 
Paul Ben-Haim (1897 - 1984)
Tre canti senza parole per flauto e pianoforte
Arioso
Ballata
Melodia sefardita
 
Maurice Ravel (1875 – 1937)
Cinq mélodies populaires grecques
per voce e pianoforte
Chanson de la mariée
Là-bas, vers l'église
Quel galant m'est comparable
Chanson des cueilleuses de lentisques
Tout gai!
 
La flûte enchantée per voce, flauto e pianoforte
(da Shéhérazade)

Il flauto incantato

Un ideale filo rosso lega i brani proposti nel programma odierno: l’esotismo. Negli ultimi decenni del secolo XIX la cultura francese subisce l’influsso dell’orientalismo: i due concerti di musica russa durante l’Esposizione Universale di Parigi nel 1889, non meno dell’esibizione dell’orchestra indonesiana (gamelan) programmata negli stessi giorni, aprono nuovi orizzonti sonori, cui si aggiungono le suggestioni derivanti da un rinnovato interesse per l’antica Grecia (dagli scavi di Troia alla riesumazione delle Olimpiadi). In Francia circolano musiche, biografie e studi critici su autori russi, nell’ambito di una più generale curiosità per quella cultura; l’avvicinamento tra i due paesi è anche politico, grazie all’alleanza franco-russa siglata a Parigi nel 1897 dallo zar Nicola II in persona.

Per i compositori francesi e per il pubblico di fine Ottocento e dei primi del Novecento, la musica russa si associa all’idea di un Oriente fiabesco e sensuale evocato nei poemi sinfonici di Rimskij-Korsakov e di Balakirev. In questo contesto operano Maurice Ravel, Maurice Emmanuel e, qualche anno dopo, Jacques Ibert. Ravel, suggestionato dalle atmosfere fiabesche orientali e dal personaggio di Shahrazad, compone dapprima un’ouverture per un’opera che poi non scriverà, indi mette in musica tre poesie in versi liberi dell’amico Tristan Klingsor (pseudonimo di Léon Leclère), pubblicate nel 1903 nella raccolta Shéhérazade, che comprende cento poesie. Ravel è enormemente affascinato dalle scoperte delle recenti discipline etnomusicologiche. Grazie all’amico Michel-Dimitri Calvocoressi, ricercatore e critico, nasce l’idea di armonizzare alcune melodie popolari greche registrate con fonografi rudimentali nell’isola di Chio.

L’interesse per la musica popolare è condiviso anche da Emmanuel, per il quale l’impiego di elementi della cultura folklorica, come la modalità – un esempio è la Quarta Sonatina sui modi indù –, propizia un ideale ricongiungimento con quegli "umili anonimi ai quali dobbiamo tante meraviglie". Nella sua attività di compositore Emmanuel beneficia anche di approfonditi studi sulla Grecia antica: è rivelatore già il titolo delle Trois odelettes anacréontiques, che intonano testi di due poeti francesi del Rinascimento, Pierre de Ronsard e Rémy Belleau, umanisti imbevuti della cultura dell’antichità classica.

Jacques Ibert si ispira ad una poetica che rispetta "le esigenze della sensibilità" e afferma che la bontà della musica non dipende dal sistema adottato. Le Deux stèles orientées intonano testi del poeta Victor Ségalen, profondo amante e conoscitore dell’Estremo Oriente: esse trasportano l’ascoltatore in un mondo remoto dall’hic et nunc, o dalla realtà quotidiana, in una arcana dimensione onirica. In Aria la voce non declama un testo, ma è impiegata quasi come un secondo flauto.

Joaquín Rodrigo, allievo a Parigi di Emmanuel per la storia della musica, approfondisce una propria personale ricerca tematico-ambientale nei riguardi del microcosmo popolare spagnolo.

Paul Ben-Haim, compositore tedesco di nascita e formazione, vive per molti anni in Israele; nella sua musica fonde diverse tradizioni: l’occidentale e l’orientale, con evidenti influssi della cultura ebraica. Non è forse esagerato affermare che Gilberto Bosco e Nicola Ferrari tendono ancora ai giorni nostri quello stesso filo rosso sul quale, come perle, sono ordinati i testi lirici che suggeriscono paesaggi suggestivi, reali o immaginari, lontani quanto ‘incantati’.

Margherita Gianola
studentessa DAMS
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