Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
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PROGRAMMA
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Un ideale filo rosso lega i brani proposti nel programma odierno: lesotismo. Negli ultimi decenni del secolo XIX la cultura francese subisce linflusso dellorientalismo: i due concerti di musica russa durante lEsposizione Universale di Parigi nel 1889, non meno dellesibizione dellorchestra indonesiana (gamelan) programmata negli stessi giorni, aprono nuovi orizzonti sonori, cui si aggiungono le suggestioni derivanti da un rinnovato interesse per lantica Grecia (dagli scavi di Troia alla riesumazione delle Olimpiadi). In Francia circolano musiche, biografie e studi critici su autori russi, nellambito di una più generale curiosità per quella cultura; lavvicinamento tra i due paesi è anche politico, grazie allalleanza franco-russa siglata a Parigi nel 1897 dallo zar Nicola II in persona. Per i compositori francesi e per il pubblico di fine Ottocento e dei primi del Novecento, la musica russa si associa allidea di un Oriente fiabesco e sensuale evocato nei poemi sinfonici di Rimskij-Korsakov e di Balakirev. In questo contesto operano Maurice Ravel, Maurice Emmanuel e, qualche anno dopo, Jacques Ibert. Ravel, suggestionato dalle atmosfere fiabesche orientali e dal personaggio di Shahrazad, compone dapprima unouverture per unopera che poi non scriverà, indi mette in musica tre poesie in versi liberi dellamico Tristan Klingsor (pseudonimo di Léon Leclère), pubblicate nel 1903 nella raccolta Shéhérazade, che comprende cento poesie. Ravel è enormemente affascinato dalle scoperte delle recenti discipline etnomusicologiche. Grazie allamico Michel-Dimitri Calvocoressi, ricercatore e critico, nasce lidea di armonizzare alcune melodie popolari greche registrate con fonografi rudimentali nellisola di Chio. Linteresse per la musica popolare è condiviso anche da Emmanuel, per il quale limpiego di elementi della cultura folklorica, come la modalità un esempio è la Quarta Sonatina sui modi indù , propizia un ideale ricongiungimento con quegli "umili anonimi ai quali dobbiamo tante meraviglie". Nella sua attività di compositore Emmanuel beneficia anche di approfonditi studi sulla Grecia antica: è rivelatore già il titolo delle Trois odelettes anacréontiques, che intonano testi di due poeti francesi del Rinascimento, Pierre de Ronsard e Rémy Belleau, umanisti imbevuti della cultura dellantichità classica. Jacques Ibert si ispira ad una poetica che rispetta "le esigenze della sensibilità" e afferma che la bontà della musica non dipende dal sistema adottato. Le Deux stèles orientées intonano testi del poeta Victor Ségalen, profondo amante e conoscitore dellEstremo Oriente: esse trasportano lascoltatore in un mondo remoto dallhic et nunc, o dalla realtà quotidiana, in una arcana dimensione onirica. In Aria la voce non declama un testo, ma è impiegata quasi come un secondo flauto. Joaquín Rodrigo, allievo a Parigi di Emmanuel per la storia della musica, approfondisce una propria personale ricerca tematico-ambientale nei riguardi del microcosmo popolare spagnolo. Paul Ben-Haim, compositore tedesco di nascita e formazione, vive per molti anni in Israele; nella sua musica fonde diverse tradizioni: loccidentale e lorientale, con evidenti influssi della cultura ebraica. Non è forse esagerato affermare che Gilberto Bosco e Nicola Ferrari tendono ancora ai giorni nostri quello stesso filo rosso sul quale, come perle, sono ordinati i testi lirici che suggeriscono paesaggi suggestivi, reali o immaginari, lontani quanto incantati.
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