Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2008

28 gennaio/5 maggio
a cura di Marco De Marinis

NON-SCUOLA/TEATRO DELLE ALBE
in collaborazione con Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna

28 gennaio-1 febbraio, ore 15-18
Laboratori DMS - Teatro

Fondamenti della non-scuola
seminario teorico condotto da
Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Lorenzo Donati
(a numero chiuso; riservato a studenti DAMS; iscrizioni dal 21 al 25 gennaio,
ore 10-13 presso i Laboratori DMS)

1 febbraio, ore 18
Laboratori DMS - Teatro

Incontro con la non-scuola
intervengono Marco Martinelli, Ermanna Montanari, Lorenzo Donati
ingresso libero


ISTRUTTORIA SUL BALLO COLLETTIVO DELLA STOA
scuola sul movimento ritmico di Cesena
produzione: Socìetas Raffaello Sanzio
in collaborazione con Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna

20 febbraio, ore 15-19
Laboratori DMS - Auditorium

Angolo retto e Salto.
Geometria e cronometria del ballo.
seminario di Claudia Castellucci
(a numero chiuso; riservato a studenti DAMS;
iscrizioni dal 1 al 15 febbraio, ore 10-13 presso i Laboratori DMS)

21 febbraio, ore 18
Laboratori DMS - Auditorium

Jets d’eau, L’analisi dell’acqua. Bernini, Bacon, Hitchcock
conferenza e proiezioni di Marco Villari
autore del saggio omonimo edito dalla Stoa
ingresso libero

21 febbraio, ore 21
Laboratori DMS - Teatro

Ballo capace di agonia
ballo della Stoa

22 febbraio, ore 16
Laboratori DMS - Teatro

Letture sinottiche attorno alla presa sul tempo
di Claudia Castellucci
ingresso libero

22 febbraio, ore 21
Laboratori DMS - Teatro

Pro Loco Isto
ballo della Stoa
a seguire
Summa Stoa
concerto di Black Fanfare, autore delle musiche dei balli della Stoa

23 febbraio, ore 11
Laboratori DMS - Teatro

Intervista alla Stoa
(riservato ai soli studenti iscritti al seminario)

5 maggio, ore 10
Laboratori DMS - Teatro

Conclusione Assembleare
(riservato ai soli studenti iscritti al seminario)


OFFICINA VALDOCA


4 marzo, ore 21
Laboratori DMS - Teatro

Opera
cura della visione e regia di Vincenzo Schino
con Marta Bichisao, Riccardo Capozza, Gaetano Liberti, Vincenzo Schino
prodotto da Teatro Valdoca - progetto officina valdoca

5 maggio, ore 16
Laboratori DMS - Auditorium

non-scuola / stoa / officina valdoca
tavola rotonda
intervengono Claudia Castellucci, Marco Martinelli, Ermanna Montanari,
Mariangela Gualtieri, Cesare Ronconi e i componenti di officina valdoca
coordina Marco De Marinis
ingresso libero

in collaborazione con
Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna

ISTRUTTORIA SUL BALLO COLLETTIVO DELLA STOA
scuola sul movimento ritmico di Cesena
produzione: Socìetas Raffaello Sanzio



Il secondo esempio “eretico” prevede alcuni appuntamenti aperti al pubblico: i due Balli della Stoa, il Ballo capace di agonia e Pro Loco isto seguito da un Concerto di Black Fanfare, autore delle musiche dei balli della Stoa; una conferenza con proiezioni di Marco Villari, autore del saggio omonimo edito dalla Stoa e una serie di Letture eseguite da Claudia Castellucci. E prevede una parte seminariale rivolta a un insieme di studenti iscritti: un seminario condotto da Claudia Castellucci, una intervista alla Stoa, e cioè una raccolta di domande poste dagli studenti, una produzione di tesi da parte degli studenti e una conclusione con le sintesi di Claudia Castellucci.

Premessa
La STOA è un’assemblea localizzata.
Il luogo è lo scopo di un’attività che fonda una base.
Il basamento locale raccoglie persone che, data l’età, si trovano a iniziare la vita nella coscienza individuale della propria fisicità. Esse stesse suscitano la base e non soltanto la occupano.
Ciò che rende suscitata una base è il motivo e la ricorrenza per cui lì si converge.
Il motivo, che risponde alla fisiologia che batte, insiste e periodizza, è il ballo collettivo nella frequenza distesa e regolare degli incontri. La sotto-dicitura della Stoa “scuola sul movimento ritmico di Cesena” questo significa: il tipo di relazione, di oggetto, di tempo e la base locale.
Il ballo collettivo non è una pratica di massa, ma deriva dall’insieme di esercitazioni personali che possono, a un certo punto, sfociare in opere individuali esaminate dalla Stoa e date nelle giornate di manifestazione della Stoa allo scopo di esemplificare l’azione fondante che si compie in un luogo.
Per partecipare alla Stoa non è richiesta alcuna idoneità antecedente, né si praticano selezioni perché non vi è un modello di riferimento teleologico rispetto a quanto si viene facendo e a dispetto di chi lo compie.
Il modello risponde semmai a una necessità utilitaria specificata in due modi e momenti: il modulo che è un tema dato in un tempo antecedente la creazione; e il modello presente durante il tempo della creazione come figura da realizzare.
Il modello deve essere esterno e interno, la fedeltà si gioca nella dialettica di questo rapporto strumentalmente incarnato dall’Insegnante. Sia il modulo sia il modello sono parametri utili a paragonare, cioè a determinare la misura dei cambiamenti personali.
Nel momento in cui si assumono sono ritenuti vincolanti perché è il vincolo che dispone la tensione al cambiamento: non solo delle persone, ma, in definitiva, del vincolo stesso. La persona, in questo modo, non ricerca se stessa ma il vincolo, che la fa paragonare a qualcosa o a qualcuno di inaspettato, benché atteso con cura.
La forma di relazione della Stoa è quella della scuola, e la scuola è una fabbrica del vincolo; lì si va perché si desidera un metro, quel tipo di metro. Il vincolo non è identificabile in un nome da seguire, bensì declassato al rango di utensile. Portatrice - e non figura - del vincolo è l’Insegnante. La scuola è una familia contra naturam dove i figli scelgono la propria madre e, in un certo senso, la generano. L’Insegnante è preposta alla formulazione dei moduli che precedono il lavoro e allo studio discusso dei modelli. Gli Scolari sono sì generati, ma non legati a una matrice sotto forma di replica, per il semplice fatto che sono essi a generare colei da cui vogliono imparare a generare. Si disperde così il carattere personalistico dell’insegnamento, mentre cresce il carattere ipostatico e utilitario del vincolo. Al di là della metafora maternale, l’Insegnante è colei che introduce metri di paragone per determinare la misura dei cambiamenti personali e per trarre un’indole. Sotto questo punto di vista, l’Insegnante non darà mai consigli su come esprimersi liberamente, ma assegna esercizi e metri di paragone in base ai quali avviene l’esame e il giudizio di quanto si fa.




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