LA SOFFITTA 2005
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TEATRO
19 gennaio - 23 maggio |
31 gennaio - 3 febbraio
in collaborazione con Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna
FANNY & ALEXANDER. PROGETTO NABOKOV
a cura di Fabio Acca e Annalisa Sacchi
seminario condotto da Stefano Bartezzaghi e Chiara Lagani |
Votato fin dalle sue origini alla creazione di particolari dispositivi di immersione dello spettatore in un sistema enigmatico della visione, il lavoro di Fanny & Alexander ha indagato con estetica rigorosa le figure di un’infanzia infera, a partire da Lewis Carrol per approdare a Vladimir Nabokov. Il progetto dedicato allo scrittore russo, declina in maniera complessa i diversi piani produttivi in cui si articola la percezione di un nucleo narrativo liberamente ispirato al romanzo Ada o ardore, di cui emergono figure, tracce, visioni. Un sentiero che mette al centro non tanto la ricostruzione teatrale di un’opera letteraria, quanto un tappeto di esperienze sensoriali: un ventaglio di obiettivi drammatici che sposa con originalità i diversi rapporti percettivi creati dalla collisione tra musica, letteratura e teatro. Ne emerge così la qualità di una pratica teatrale del tutto contemporanea, che fa del proprio statuto specifico la fonte progettuale per la ridiscussione radicale dell’idea stessa di spettacolo, che si evolve dunque in una deriva controllata di suggestivi eventi multidisciplinari. GLI ARDORI E GLI ALBERI DI ARDISArdis, l’arte e l’ardore, questo è il Leitmotiv ossessivo di “Ada”. “Penso agli uri, e agli angeli, al segreto dei pigmenti duraturi, ai sonetti profetici, al rifugio dell’arte.” (Lolita) Quando Fanny & Alexander battezzò la sua sede teatrale, a Ravenna, circa tre anni fa, tra tutti i nomi possibili, fu un nome preso a prestito dalla letteratura ad essere scelto. “Ardis Hall”, la mitica magione romanzesca di “Ada”, fulcro dell’amore di Ada e Van, Eden e Ade, matrice prima della stessa idea di opera d’arte. Nome che sa d’ardore. Nome suono, nome pianeta. Nome che, in greco antico, significa “freccia”. La storia di “Ada” è apparentemente semplice. Ada è il primo amore di Van. Van è il primo amore di Ada. Essi sono amanti, ma sono anche fratello e sorella. Li si crede nati da fratelli germani, e nel romanzo tutto è calcolatamente costruito per occultare e svelare, vicendevolmente e impercettibilmente, la vera natura del loro amore. Ada e Van sono al tempo stesso stranamente simili e risolutamente differenti: il loro amore può andare dal più assoluto maniacale narcisismo, alle più violente e atroci rotture. Vivono su Antiterra, nostro pianeta gemello, dove l’idea di Terra è un mito e ogni forma d’arte un gioco. Ottant’anni dopo, Ada e Van sono sempre insieme, ed è insieme che scompaiono, come per evanescenza, dal libro di memorie in cui Van fa il suo racconto del loro amore. Martiri del tempo, infinitamente e beatamente decrepiti, distesi sulla schiena nel loro letto metafisico, non possono morire, nemmeno alla fine, all’inevitabile fine dell’opera che essi stessi stanno componendo con le loro vite. La lettura di “Ada” è un agone, un gesto di puro erotismo, di ardente antagonismo tra lettore e autore. Il racconto è dato per indizi sensoriali, per cenni stratificati e precisissimi, per intuizioni fulminee. Esso spinge ad improvvisi abbandoni sensuali e a soprassalti continui dell’intelletto, a giochi assassini (“pun assasine”), a giochi di mondi (“playing a game of worlds”). Ci siamo immaginati queste intense variazioni, giochi di mondiparole, in senso cosmologico, attribuendo loro una specifica geografia fantastica. “Ardis I” è la prima “dimora”, delle sette in cui Fanny & Alexander sosterà, per “Ada, cronaca familiare”. Questa dimora è quella edenica del primo incontro d’amore tra Ada e Van, quella impossibile e già perduta dell’ossessivo ripresentarsi di un mito ormai incandescente, per Nabokov, ma anche per Fanny & Alexander. Questa dimora ha per noi una specifica strana natura, quella di ingresso, un’allusiva stanza, luogo enigmatico ribattezzato “cinema da camera”. Fanny & Alexander |