Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna
Esercizio 2b
Facoltà di Lettere
e Filosofia
Corso di laurea in Discipline dell'Arte, della Musica e dello
Spettacolo / Indirizzo Musica
a. a. 1999/2000
STORIA DELLE TEORIE
MUSICALI Dott. MAURO MASTROPASQUA
|
Esercizio
2b (a. a. 2000/2001)
Analisi lineare
(processi
implicativi e attuativi delle strutture melodiche tonali)
Indicazioni di
massima per realizzare grafici lineari ispirati alla prassi
analitica di L. B. Meyer
La lettura di
queste note esplicative deve essere preceduta da quella di Emozione
e significato nella musica di L. B. Meyer (ES) e dalle pagine
98-114 della Guida allanalisi musicale di N. Cook
indicata nel programma 2000/2001. Dalle indagini di Meyer
contenuta in ES, si può desumere una procedura standard per
lanalisi di un testo musicale volta al rilievo di implicazioni/attuazioni
melodiche. Il riferimento è soprattutto alle pp. 123-144 e
175-193 dello studio di Meyer, in cui lautore non ha ancora
introdotto la consuetudine - che più avanti seguirà - di
indicare ciò che definisce "aspettativa" o
"antecedente" con il termine "implicazione",
e le "realizzazioni" o "conseguenti" come
"attuazioni". Solo in Explaining Music (The
University of Chicago Press: Chicago and London 1974) è dato
rintracciare una formulazione più esplicita di questa procedura
analitica. Il secondo esercizio della prova scritta per la.
a. 2000/2001 presuppone lapplicazione dei principi tratti
da questo secondo volume, così come sono riassunti nello
schema di massima che segue.
Le analisi di
Meyer si fondano sui principi di ispirazione gestaltica enunciati
in ES, e che riguardano gli "abiti normativi" di
ascoltatori acculturati tonalmente. Questi principi sono, in
sostanza, due:
- Tutto ciò
che allinterno di un determinato processo
ritmico-melodico-armonico viene inteso come un "modulo"
- ovvero, secondo la terminologia di ES come "termine
sonoro" o figura (o anche "gesto"
p. 77) - che lascoltatore si rappresenta
come elemento normativo basilare, tende a perpetuarsi
e a orientare la comprensione di ciò che lo
continua, estende, modifica, ecc. (a meno che non
subentri una modificazione - un "rovesciamento"
come dice Meyer - del processo in corso.
- Se un modulo
viene avvertito dallascoltatore (meglio, da chi
attua qualsiasi forma di comprensione ossia di esecuzione
in senso lato del testo musicale) come incompleto
(privo di pregnanza o "buona forma" in termini
gestaltici), esso fa sorgere unimplicazione:
diviene antecedente di un conseguente che dovrebbe
perfezionarlo (renderlo compiuto), conducendolo ad un
punto di relativa stabilità.
La seconda prova
scritta dellesame è lanalisi di una melodia tonale
secondo la procedura di Meyer. In termini analitici, il
procedimento da seguire consiste nelle seguenti operazioni:
- in via
preliminare, nellanalisi ritmica secondo i principi
definiti in: G. W. Cooper & L. B. Meyer, The
Rhythmic Structur of Music (se ne veda la scheda riassuntiva);
- in secondo
luogo, nella delineazione dellossatura melodica
(schema lineare) della melodia assegnata, seguendo i
criteri enunciati oltre;
- infine, una
volta compiute queste operazioni, nel rilievo degli
elementi implicativi e di quelli attuativi. Per la
rappresentazione di tutto ciò che viene inteso come
modulo implicativo si impiega il simbolo "-->
"; ogni attuazione si indica con il simbolo "<--
".
Lesempio che
segue è, in una versione un po differente, tratto da Explaining
Music (p. 115: dal Finale del Quinto Quartetto di Bartók).
Questo esempio molto semplice (consta poco più che di un
materiale scalare) ci mostra come questa sorta di sillogismo in
musica che è il meccanismo "implicazione à
attuazione" sia conformato non solo sugli stili della
tonalità, ma anche su questultima in quanto
"sistema". Un sistema sonoro tonale (una scala) reca in
sé, intrinseche aspettative e realizzazioni. Le probabilità di
uno stile sono anche, in larghissima misura, le probabilità del
sistema cui appartiene. Il sistema tonale è sovraordinato ai
sistemi stilistici tonali e ne determina alcuni processi. È
stato questo largomento privilegiato nel corso delle
lezioni della. a. 2000/2001.
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Meyer propone due
letture complementari di questo passaggio (nei due pentagrammi
superiori). Il modulo implicativo principale (cioè
lantecedente che implica un conseguente ad un livello
sintattico superiore, sulla dimensione più estesa del frammento)
è linterruzione della linea continua da la a fa#
(b. 1-4). Questa interruzione, messa in evidenza al simbolo " --> " che racchiude la linea, fa sorgere
unaspettativa - presuppone, implica qualcosa:
precisamente, la sua continuazione fino ad un punto di relativa
stabilità. Questa implicazione diviene attuazione, come si nota
nel grafico superiore, solo alla fine, con il completamento della
scala di La maggiore. Allinterno di questo processo se ne
percepisce un altro analogo, ad un livello strutturale inferiore
(dal mi di b. 5 al la di b. 9). Qui Meyer non
prende in considerazione unaltra possibilità: quella per
cui questa stessa linea (b. 5-9) costituisce già una parziale
equilibratura (attuazione) dellimplicazione messa in gioco
dalle prime quattro battute; ma si può senzaltro vedere
(sentire) le cose in questi termini (come ho messo in evidenza
nel pentagramma superiore). Con il pentagramma centrale
dellesempio, Meyer svela invece la struttura triadica del
passaggio, e il modo in cui essa tende ad essere completata
laddove abbia in sé qualcosa di irrisolto (la cosa è
particolarmente evidente tra le b. 5-9, dove lattesa del la
- complemento delle note mi e do - è resa tanto
più urgente dalla ripetizione di queste note).
Già da questo
semplice esempio si deduce che non ci sono "regole"
univoche per operare una riduzione melodica alla sua essenza
lineare, e che esistono più soluzioni analitiche possibili.
Questa prassi si fonda sullesperienza di ascolto e sulla
rappresentazione mentale che ognuno ha dei processi melodici, e
della loro concettualizzazione in base a quegli archetipi tonali
espressi in forma lineari che ogni ascoltatore ha interiorizzato.
Ma proprio perciò è possibile affermare che queste riduzioni
hanno, in una misura per nulla affatto trascurabile, una
dimensione intersoggettiva. E anche che quella che in apparenza
è la debolezza di un metodo non troppo "formalizzato"
è in realtà la sua forza, poiché esso si mantiene distante dal
dogmatismo astratto che caratterizza altri metodi di riduzione
lineare. Non si deve confondere la possibilità di soluzioni
alternative con larbitrio. Questa possibilità è
inevitabile nella misura in cui lanalisi è una forma di
interpretazione (e in massima parte essa non è altro che
questo).
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In questo esempio
da Das Wandern di Schubert, tratto da Explaining Music
(p. 159, e riportato in forma completa e commentato nel saggio di
Cook), non cè nessuna "legge" della percezione
formalizzata in "metodo" che impedisca di sentire un
altro modulo, oltre a quelli indicati dallo stesso Meyer (1, 2, 3
per questi vedi il saggio di Cook). Questo modulo,
indicato con il numero (4), è un prolungamento lineare di
dominante (antecedente, implicazione) che trova il proprio
conseguente (attuazione) sul sib che chiude la
proposizione.
Meyer ricorda come
tutto, in questi casi, sia ridotto ad archetipi scalari o
triadici, e ad ogni possibile combinazione di questi due
tipi. Può essere utile enunciare alcuni principi generali per la
riduzione di melodie a strutture lineari soggiacenti e per la
loro interpretazione in termini di implicazione/attuazione.
- La riduzione
di una melodia ad una struttura profonda consiste nella
selezione di ciò che è essenziale della struttura -
nella scelta di quelle note la cui mancanza
comprometterebbe lidentità che caratterizza il
profilo di una figura. In altri termini, ascoltando o
rappresentandosi mentalmente lo scheletro lineare che si
è realizzato, si dovrebbe ancora "sentire" la
presenza della figura melodica che lo ha originato, nella
forma di una "traccia" mnemonica (detto
tra parentesi, una comune "sostanza" motivica
su cui si basano i processi tematici variativi è una
traccia di questo tipo).
- Queste
strutture lineari sono sottese da una logica armonica che
si esprime orizzontalmente (in forma scalare o triadica).
Questo vincolo costituisce il criterio basilare per
determinare non solo le strutture lineari essenziali ma
anche le aspettative che queste fanno sorgere. La logica
implicativa deve essere intesa nel senso dellarmonia
contenuta nella melodia. Pertanto, è sempre decisivo
osservare i mutamenti del ritmo armonico, ossia il
modo in cui la melodia scorre articolandosi nei punti
salienti del processo armonico (cambi di armonia).
- Associate a
questa logica, e parimenti determinanti per realizzare
una riduzione lineare e comprenderne il potenziale
implicativo, sono tutte quelle forme di
"pregnanza" del profilo che dipendono da iterazioni
di schemi regolari (come nel caso delle
progressioni).
- Spesso le
note strutturali sono ripartite in momenti tra
loro corrispondenti del flusso temporale e
appartenenti allo stesso livello nella gerarchia
strutturale della sintassi ritmico-metrica (ad esempio,
note essenziali su ogni successivo tempi forti di
battuta). Per questa ragione conviene sempre anteporre al
momento in cui si stila un grafico lineare di una
melodia, lanalisi dei suoi raggruppamenti
ritmici. Essa è determinante per la comprensione
delle strutture lineari.
- Quanto
enunciato in d) non può però valere come regola da
applicare sempre e comunque. Lo stesso Meyer fa notare in
più occasioni che a volte la nostra rappresentazione
mentale del flusso temporale della musica sovrappone
piani temporali appartenenti a livelli differenti di un
processo ritmico-armonico-melodico. Questo equivale a
dire che le note essenziali di una struttura lineare
possono essere distanziate tra loro da intervalli di
tempo non periodici (non del tutto regolari) e non
necessariamente poste sulla parte accentata dei
raggruppamenti ritmico-metrici.
- Le
aspettative originate dal ritmo sono forse ancor meno
definibili di quelle dei moduli melodici. Anche qui vale
il principio generale secondo il quale - dati certi abiti
sedimentati nella coscienza degli ascoltatori, conformati
sui sistemi di probabilità degli stili tonali - un
modulo può essere avvertito come incompleto. È del
tutto legato al contesto il fatto che, ad esempio, di un
certo modulo ritmico ci si attenda il mantenimento oppure
la sostituzione, e in questo secondo caso, con quale
modulo questa possa avvenire. Certi equilibri sono dovuti
a quello che Schönberg definiva "senso della
forma" - qualcosa che, con ogni evidenza si può
comprendere e apprendere solo con esempi ad hoc e
con lauto-valutazione delle proprie esperienze di
ascolto. Un esempio è contenuto nella precedente figura
che contiene linizio di Das Wandern. Qui, le
implicazioni che Meyer indica con i numeri da 1 a 3 (che
troveranno attuazione solo a conclusione del periodo, qui
non riportato nella sua interezza) dipendono proprio dal
ritmo. La tesi di Meyer è che, da questo punto di vista,
la terza battuta non sia un complemento del tutto
soddisfacente alle prime due (queste tre battute non sono
una "buona forma" ritmica). Ci si attende una
continuazione del modulo ritmico - magari quella che Cook
trascrive, nello stesso esempio, con notazione ritmica
tra parentesi, e che vale come uno tra possibili
conseguenti ipotetici. E si può senzaltro
affermare che quanto ci si attende in questo caso è
presieduto da una legge della "quadratura"
sintattica, per cui, secondo abiti acquisiti, a due
battute desordio corrisponde il contrappeso di
altre due. Un altro esempio contenuto in ES è a p. 194,
in cui Meyer mostra come in un raggruppamento
superiore (ed è in questi che andranno cercati,
negli esercizi desame, eventuali
implicazioni/attuazioni del ritmo) "una
successione di tempi atoni parrà incompleta e farà
sorgere attese di compiutezza". Il caso riportato da
Meyer (es. 49 e 50) è quello del quinto movimento
dellOp. 131 di Beethoven, in cui da un modulo in
precedenza completo (non accentato/accentato) Beethoven
ricava una progressione basata sulla sola parte atona.
Ciò crea lattesa della parte tonica del modulo,
che in precedenza si è sentita congiunta alla parte
atona. Al livello 3 dellesempio 50, Meyer segna,
infatti, tre gruppi atoni di seguito. Casi del genere si
possono quindi indicare con una simbologia di questo tipo:
- Un esercizio
senza dubbio utile per cogliere i processi di
implicazione/attuazione della musica è di fermarsi in
certi punti del loro corso e cercare di immaginarne il
seguito (cioè, dati certi antecedenti, di immaginare i
conseguenti ipotetici).
La seguente tavola
riassuntiva dei tipi di implicazione/attuazione è incentrata su
quelli propri agli andamenti melodici.
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