26 marzo 09 LETTERE IMPOSSIBILI a cura di Marco De Marinis Lettere impossibili presentazione del libro di Paolo Puppa interviene l’autore coordina Marco De Marinis 26 marzo • ore 16 • Palazzo Marescotti Lettere impossibili di e con Paolo Puppa 26 marzo • ore 21 • Laboratori DMS Paolo Puppa è
ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di
Lingue e Letterature dell’Università di Venezia, nonché direttore del
Dipartimento delle Arti e dello Spettacolo. Ha insegnato e diretto
laboratori teatrali in università straniere, come a Londra, Los
Angeles, New York, Princeton, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi,
Lilles.
Dirige la collana di drammaturgia Il Metauro. Ha pubblicato numerosi volumi di storia dello spettacolo e monografie e saggi vari, tra cui studi su Pirandello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni, Brook, Baseggio, Ferrero (di recente è stato coeditor di History of the Italian Theatre per la Cambridge University Press, e di Encyclopedy of the Italian Literature per la Routledge). Si segnalano, tra gli ultimi editi, Il teatro dei testi (Utet) e Lingua e lingue nel teatro italiano (Bulzoni). Come drammaturgo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (Premio Pirandello ‘96) e Zio mio (Premio Bignami-Riccione ‘99). Si ricordano, in particolare, Famiglie di notte (Sellerio 2000) e Venire, a Venezia (Bompiani 2004). Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il Premio teatrale Campiglia Marittima con Tim e Tom. |
26 marzo 09 LETTERE IMPOSSIBILI a cura di Marco De Marinis Lettere impossibili
costituiscono una serie di invenzioni verosimili. Scritte da
personaggi celebri ad altri, più o meno della medesima rinomanza,
vengono per lo più siglate da raggelanti risposte, sempre sfasate
e per lo più indirizzate a terzi, facendo dell’amore un gioco
solitario, cieco e mai contraccambiato. Lettere inventate, e nondimeno
tutte costruite su basi rigorosamente filologiche (là dove possibile
anche mimando le tecniche espressive delle personalità ospitate) e su
materiali biografici rispettosi della carriera dei protagonisti. In
scena, agiscono in effetti colossi della letteratura e della ribalta
tardo ottocentesca e novecentesca. Sfilano così Ibsen e
Strindberg, Cesare Lombroso e il nipote Leo Ferrero, Corrado Govoni e
Eleonora Duse, Italo Svevo e Luigi Pirandello, Dino Campana e Sibilla
Aleramo, Carlo Emilio Gadda e Ugo Betti, Anna Lucia Joyce e Samuel
Beckett, D’Annunzio e le sue badesse-badanti al Vittoriale, Pier Paolo
Pasolini e Don Milani. Spesso è la casa di cura, vedi la figlia di
Joyce e Campana, il contesto da cui si sprigiona il messaggio
febbrile, l’attesa smaniosa e impotente di un segnale dell’altro, ormai
una sorta di Dio crudele e spietato, che non può o non vuole arrivare.
Portati in palcoscenico dallo stesso autore in letture-performances,
coinvolgendo a volte celebri interpreti, questi monologhi si rivolgono
al semplice lettore, in quanto possono essere consumati come storia
sentimentale, confessione di disagio e di inadeguatezza ad esistere. Ma
possono crescere se chi le attraversa conosce le vicende private dei
personaggi presenti, le loro fantasie di trionfo e di abiezione.
Alle ore 16 dello stesso giorno, a Palazzo Marescotti, è prevista la presentazione del libro Lettere impossibili di Paolo Puppa (Edizioni Gremese di Roma, 2009). |