28 gennaio/3 febbraio 09 in collaborazione con il Grotowski Institute of Wroclaw L’ANNO GROTOWSKIANO Grotowski e il teatro del nuovo millennio a cura di Marco De Marinis ciclo delle proiezioni video a cura di Nicola Pianzola Conferenza di Marco De Marinis Ouverture: Grotowski, il teatro come veicolo 28 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS ore 17: proiezione del video Il Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski Conferenza di Georges Banu Grotowski, artista della notte 29 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS ore 17: proiezione dei video My Dinner with Andre di Louis Malle e del video Akropolis Conferenza di Luisa Tinti «Il Principe costante» di Jerzy Grotowski: uno spettacolo emblema della ricerca teatrale contemporanea 30 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS ore 17: proiezione dei video Principe Costante. Ricostruzione e Training al teatro-laboratorio di Wroclaw/Training at the Teatr Laboratorium in Wroclaw Conferenza di Zbigniew Osinski L’opera di Jerzy Grotowski come «oggetto di ricerca» traduzione di Marina Fabbri 3 febbraio • ore 15 • Laboratori DMS ore 17: proiezione del video Acting Therapy |
L’ANNO GROTOWSKIANO Grotowski e il teatro del nuovo millennio a cura di Marco De Marinis ciclo delle proiezioni video a cura di Nicola Pianzola Tuttavia, pur costituendo una figura chiave, la comprensione di Grotowski è talmente gravata da equivoci, luoghi comuni e insufficienti conoscenze, da aver prodotto quasi sempre immagini deformate, sfocate o eccessive. È così accaduto che, alla borsa valori della scena contemporanea, pochi protagonisti abbiano visto oscillare le proprie quotazioni com’è accaduto a Grotowski: per alcuni, un maestro indiscusso, e non soltanto di teatro, per altri poco più di un ciarlatano o, nel migliore dei casi, un regista provocatorio di pochissimi spettacoli. Il problema è che, nel suo caso, risulta ancor più vistosamente inadeguato che per altri esempi-limite novecenteschi uno sguardo che resti tutto interno al teatro. In effetti, egli è stato fra coloro che si sono maggiormente adoperati per sfrangiarne i confini e per dissociarlo dal solo spettacolo, nel tentativo di riscoprirne una dimensione essenziale-originaria, addirittura anteriore a ogni divisione fra arte e vita, fra uomo e attore. Per cercare di rendere conto della complessità della ricerca grotowskiana, senza rischiare di snaturarla o banalizzarla, bisogna considerare che essa ci costringe – come ha chiarito bene Ferdinando Taviani – a una doppia visuale, cioè ad attivare di continuo sia un punto di vista interno al teatro sia un punto di vista esterno: non l’uno o l’altro ma l’uno e l’altro insieme. Leggere l’itinerario artistico, intellettuale e umano di Grotowski solo in termini teatrali è sicuramente riduttivo e fuorviante; ma altrettanto anche se diversamente fuorviante sarebbe leggerlo solo in chiave extra-teatrale, rischiando di fare del teorico del Teatro Povero solamente uno dei tanti, e non di rado controversi, maestri spirituali che popolano la contemporaneità. Ciò premesso, bisogna aggiungere che la doppia visuale va attivata anche quando si tratta di considerare varietà-discontinuità e unitarietà-continuità della ricerca grotowskiana. Anche in questo caso, non varietà-discontinuità o unitarietà-continuità ma l’una e l’altra insieme. Da un lato, infatti, l’itinerario teatrale e post-teatrale di Grotowski si presenta scandito in fasi abbastanza nettamente e comunque esplicitamente distinte: Teatro degli spettacoli, ovvero l’Arte come presentazione, dal ’59 al ’69; il Parateatro, dal ’70 al ’78; il Teatro delle fonti, dal ’78 all’’82; l’Arte come veicolo, dall’’85 al ’99; con il progetto americano dell’Objective Drama, ‘83-85, a far da ponte fra le ultime due fasi. Dall’altro lato, tuttavia, è fondamentale saper sempre mettere in luce gli elementi di coerenza e di continuità profonde che unificano l’intero itinerario (possiamo chiamarli: ricerca di un rituale umano basato non sulla fede ma sull’atto, oppure elaborazione di uno yoga dell’attore in senso vasto, o ancora lavoro dell’individuo su di sé), riguardanti tanto le motivazioni originarie quanto gli obiettivi essenziali della sua quête ininterrotta. Rispetto sia agli uni che alle altre sono soltanto gli strumenti, i mezzi impiegati, a cambiare nel corso del tempo. |