Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna Dipartimento di Musica e Spettacolo - La Soffitta 2008
in collaborazione con Arena del Sole - Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna


14/15 febbraio
a cura di Giovanni Azzaroni

14 febbraio, ore 21
Arena del Sole - Sala Grande

Altri giorni felici
di Claudio Remondi
scena e regia di Riccardo Caporossi
con Claudio Remondi e Davide Savignano

15 febbraio, ore 16
Laboratori DMS

Incontro con Rem & Cap
coordina Giovanni Azzaroni
ingresso libero

14 febbraio, ore 21 Arena del Sole - Sala Grande
ALTRI GIORNI FELICI

di Claudio Remondi
con Claudio Remondi Davide Savignano
scena e regia di Riccardo Caporossi

Giorni Felici fu il primo lavoro teatrale con il quale Claudio Remondi e Riccardo Caporossi iniziarono la loro collaborazione nel 1970. Mai rappresentato in presenza di pubblico per un divieto, da parte di chi detiene i diritti del testo di Beckett in Italia, a concedere il permesso di rappresentazione con l’argomento che un uomo (Claudio Remondi, unico interprete) non poteva comprendere i problemi di una cinquantenne. Come se Beckett avesse scritto Giorni Felici per dare sfogo alle monomanie di una donna ormai matura.
Da quel rifiuto ha avuto origine il singolare e originale percorso teatrale dei due artisti. Rem & Cap lo hanno riproposto dopo trentacinque anni di attivitą con lo stupore di un gesto quotidiano, indicativo di una stupefatta visione della condizione umana. “Siamo convinti che le creazioni di Samuel Beckett - scrivono i due artisti - non abbiano bisogno di essere protette da chiunque in quanto vivono in assoluto, nel tempo e nello spazio, nel pensiero e nell’animo umano, sfuggendo a qualsiasi controllo di esclusiva pratica legale”.
A distanza di alcuni mesi, dal nuovo rifiuto, a quei Giorni Felici si aggiungono Altri Giorni Felici: memorie, lampi, suggestioni, guizzi di una realtą empirica, infranta tra il passato che si ripropone nel ricorso e la ripetizione di un gesto, di una frase, di una parola lasciata a un prossimo essere umano che ancora deve vivere. Altri giorni felici che ripropongono e interpretano per la loro natura enigmatica l’essenza “tragica” della condizione umana. Una confessione tra il Novecento e il nuovo Millennio.







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