14-28 aprile
a cura di Eugenia Casini Ropa 17 e 24 aprile, ore 15-19 Palazzo Marescotti - Aula Cruciani Per conoscere Abbondanza-Bertoni presentazione in video dei più significativi spettacoli della Compagnia a cura di Eugenia Casini Ropa, Elena Cervellati, Rossella Mazzaglia ingresso libero 14, 15, 16 aprile Laboratori DMS - Teatro L’essere scenico Laboratorio condotto da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni (a numero chiuso; riservato a studenti DAMS; iscrizioni dal 31 marzo al 7 aprile, ore 10-13, Laboratori DMS) 16 aprile, ore 20.30 Laboratori DMS - Teatro L’essere scenico presentazione dello studio a conclusione del laboratorio ingresso libero 28 aprile, ore 16 Laboratori DMS - Auditorium Danza, coreografia e Zen Incontro con Abbondanza/Bertoni coordina Eugenia Casini Ropa nel corso dell’incontro verrà presentato il volume L’essere scenico. Lo Zen nella pratica e nella pedagogia della Compagnia Abbondanza-Bertoni di Valeria Morselli (ed. Ephemeria) ingresso libero 28 aprile, ore 21 Laboratori DMS - Teatro Try di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con Antonella Bertoni |
28 aprile, ore 21, Laboratori DMS - Teatro TRY di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni con Antonella Bertoni luci Lucio Diana direzione tecnica Enrico Peco “Immaginiamo un corpo solo
abbandonato in scena, seme di una nuova genía, testimone di una fine ma
anche capostipite e superstite di un’alba diversa. Nelle sue esitazioni
e immobilità porterà la sua utopia e questa darà senso al suo essere in
vita, perché esigerà contro ogni evidenza che la vita abbia un senso.
Inizio di un percorso in solitudine, di una nuova partenza, di un
attraversamento. In quel corpo tutti i corpi e la storia dell’umanità tutta: un corpo femminile, quindi, e siccome prima delle immagini finiscono le parole, la figura umana comparirà innanzitutto come forma; in questo suo essere aura e contorno, abbiamo cercato di capire come l’anima si poteva tenere e intrattenere in quell’involucro profondissimo e come con i suoi strappi e silenzi, sapesse creare il mistero in quella materia che la imprigiona. Materia della stessa sostanza dell’universo (o “dei sogni”, W. Shakespeare), così abilmente combinata, ma nella quale abbiamo voluto e vorremmo riuscire ancora a percepire, ascoltando attentamente: il vento, il fiume, la montagna da cui ha avuto origine; i parti che l’hanno generata e che genererà; le pietre nelle ossa, il sale e il ferro sciolto nelle sue vene. Una forma che, se agitata da profonda passione, potrà trasformarsi, trasformare la sostanza che contiene in ciò che vi è di più diverso e più lontano da lei.” Michele Abbondanza |