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aprile 2003, ore 21 · ex
Macello - Teatro, via Azzo
Gardino 65/a
- LA FINE DEL MONDO
- scritto
diretto e interpretato da Ascanio
Celestini
- musiche
scritte e interpretate da
Gianluca Zammarelli (mandolino,
ciaramella, chitarra battente e
voce)
- Matteo
DAgostino (chitarra,
chitarrino battente e voce)
La fine del
Mondo
È la terza parte di una
trilogia sulloralità. La prima
parte Baccalà, il racconto
dellacqua riguarda la fiaba e
la leggenda di fondazione. La seconda, Vita
Morte e Miracoli, è legata al
racconto del rito e dei sogni nella
tradizione contadina. Questa terza parte,
La fine del Mondo, è legata alla storia
di vita. Quando la memoria collettiva
non è più sostenuta né dalla
conoscenza di un patrimonio letterario
popolare comune (come si racconta in Baccalà)
né da un comune ritrovarsi nella
ritualità popolare collettiva (Vita
Morte e Miracoli), la persona ha
perso ogni riferimento. E se il racconto,
la parola detta, ha comunque un suo
valore salvifico, non rimane ormai che
raccontare in prima persona, raccontare
la propria vita, il proprio vissuto: la
storia di vita.
La storia
Maddalena è zoppa e in quella gamba,
un po più corta dellaltra,
vede lunica bruttura del creato.
Cerca un marito Sana e Robusta
Costituzione, come dice lei, per fare i
figli belli che
- Io
un figlio zoppo non
lavrebbe voluto mai,
- magari
imbecille si Andicappato de
cervello,
- uno
scemo spastico, n
ncefalitico
- Che
pure a uno scemo spastico lo
pijano in giro,
- ma
tanto quello nun lo capisce che
lo stanno a canzonà,
- è
ncefalitico!
E mentre il marito se ne va
in America, lei si cresce il figlio suo.
Ma Salvatore, come la madre, anche se non
lo sa vive ancora di
quellimmaginario che sosteneva le
visioni straordinarie del mondo popolare.
Così un giorno Salvatore entra nel
gallinaro per accudire le galline e si
trova davanti un Cristo crocefisso sulla
rete dei polli
- (Salvatore)
"Cavete fame?
Cavete sete?". Ma
quello, niente.
- Che
penso: forse tra la fame che
cha e la sete che je venuta
non sa quale scegliere.
- Allora
je dico "magnateve
stovo! Che lovo
ve leva sia fame che sete!"
-
- (Cristo)
"Grazie" - me fa
lui.
- (Salvatore)
"Ahò, ma che parlate
pure, Gesucrì?"
- (Cristo)
"e perché non dovrei
parlà?
A Salvatò parli tu che sei mezzo
ncefalitico, e non dovrei
parlà io che so Gesù
Cristo?
Al termine di una strana Passione
durante la quale Salvatore col mal di
testa se ne va da una scuola
allaltra, il figlio di Maddalena
chiude il suo Calvario in mezzo alle
galline. Dopo la morte Salvatore torna a
incontrare Maddalena. Lui non parla e lei
per lultima volta gli racconta una
storia, la storia della vecchia e di
quello che voleva campare in eterno
(Maddalena) Hai capito,
Salvatò, quello che voleva campare in
eterno?
Nessuno campa in eterno.
La vedi sta zoppa de tu
madre, Salvatò,
pure a me prima o poi me tocca morire.
Non te la devi mica pija a male se sei
morto.
Mica se campa in eterno.
Ridi, Salvatò, che questa è una storia
da ride.
La storia della vecchia, Salvato.
È vero che è bella la storia della
vecchia?
È bella sta storia
È proprio la fine del mondo, Salvatò,
la fine del mondo
Unorchestrina attacca
a suonare una musica da allegro funerale.
Il piccolo corteo gira attorno alla
piccola scenografia di lampadine appese.
È proprio la fine del
mondo, Salvatò, la fine del mondo
È proprio la fine del mondo, Salvatò,
la fine del mon
Lo spettacolo, coprodotto
dal Teatro di Roma, è tra i 7 vincitori
del premio Sette Spettacoli per un
nuovo Teatro Italiano per il 2000. La
giuria, composta da Mario Martone, Elio
De Capitani, Luca Doninelli, Maricla
Boggio e Franca Angelini ha fornito la
seguente motivazione:
"In un romanesco
reinventato per raccontare con massima
libertà creativa, Ascanio Celestini -
autore ed interprete - si moltiplica
secondo le tecniche della tradizione
cuntistica nei personaggi di una favola
attuale. Nel cunto il mondo contadino
toccato dall'emigrazione è protagonista
di una trasformazione che rende più
poveri quelli che più poveri erano,
depauperandoli delle loro tradizioni e
del linguaggio orale. In un tentativo di
recuperare queste forme espressive, si
carica allora di una ingenua e
trascinante forza evocativa la vicenda
della povera Maddalena, di suo figlio
Salvatore, della ragazzina incinta e del
Cristo Crocefisso che dialoga nel
gallinaio con il ragazzo encefalitico che
vuole dargli da mangiare, tutti quanti
animati dal cunto dell'autore, in un
intreccio di leggende tratte da vangeli
apocrifi e di realtà di tipo
pasoliniano, dove la disperazione del
vivere si fa coraggiosa allegria di
sopravvivenza, nella consapevolezza di
una morte livellatrice ma incapace di far
tacere gli uomini e la loro aspirazione
alla poesia."
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