Archivio Storico:- ex Dipartimento di Musica e Spettacolo - Universita' di Bologna La Soffitta 2003 - Da Via D’Azeglio a Azzo Gardino
alma mater studiorum · università di bologna
dipartimento di musica e spettacolo
la soffitta · centro di promozione teatrale
LA SOFFITTA 2003
ministero per i beni e le attività culturali ·
direzione generale per lo spettacolo dal vivo
regione emilia romagna · assessorato alla cultura
provincia di bologna · assessorato alla cultura
facoltà di lettere e filosofia

Da Via D’Azeglio a Azzo Gardino

Quello fino ad ora percorso dal Centro La Soffitta non è un itinerario di poco conto; nel 1988 all’indomani del nono centenario dell’Alma Mater, a seguito di un accordo Università-Provincia di Bologna, il Dipartimento di Musica e Spettacolo prese casa, dopo non poche peregrinazioni, al numero 41 di Via D’Azeglio, un vecchio palazzo con un porticato con archi a tutto sesto sede fin dal tredicesimo secolo dell’Ospitale di S. Proclo. Dentro questo palazzo, saliti gradini su gradini, si arrivava ad una sala di spettacolo, al teatro della Soffitta, e ad altri spazi che divennero luoghi dedicati alla didattica.

A seguito di quella intesa, le attività del Centro assunsero carattere continuativo. Possiamo affermare, senza tema di smentita, che la genesi del Centro, il suo svolgersi, costituì uno dei maggiori risultati della politica culturale dell’Università di Bologna, nell’ambito delle discipline e delle scienze umanistiche; dopo tante peregrinazioni, fu trovata una casa che tutti ritenevano stabile, fino a quando il vecchio edificio, insieme al suo teatro, fu dichiarato non più agibile.

Va da sé che in questi quindici anni di attività, le diverse componenti del Centro (Teatro, Musica, Cinema, Danza) non si sono mai mosse nel contesto di una logica di mercato e di consumo, ma alla ricerca di un teatro d’arte, sulla base di precisi piani progettuali, che potesse essere, al tempo stesso, servizio pubblico e bene culturale. Le diverse ondate del teatro di ricerca e di sperimentazione, già nel finire degli anni Ottanta, sono state accolte e spesso valorizzate dal nostro Centro; qui hanno trovato spazio alcuni dei giovani autori e al tempo stesso attori emergenti; qui sono stati presentati alcuni dei segnali più significativi del linguaggio teatrale (dal canto loro il cinema e la musica, importanti segmenti di storia e contemporaneità che è difficile leggere e/o ascoltare altrove).

Costante e ampia presenza hanno avuto quei gruppi che lavorano alle differenti forme della marginalità sociale, convinti come siamo che il teatro in Italia è diventato uno strumento di lotta: condizione della diversità (i carcerati, i malati mentali) un’arma importante per esprimere se stessi. Ancora: attenzione particolare verso le più affermate espressioni del teatro civile, in un momento in cui sempre più lo spettacolo si rifà alla realtà e "riguarda in questo modo le necessità perdute".

Disamina di eventi, di orientamenti politici e culturali, di tendenze e scelte artistiche, hanno caratterizzato e determinato il modo di operare del Centro la Soffitta in questi quindici anni di attività. Questo quindicesimo anno è un anno di svolta: gli spazi dell’ex Macello al numero 65 di via Azzo Gardino saranno la sede prevalente e per molti aspetti straordinaria delle attività spettacolistiche, laboratoriali e seminariali per il Teatro, la Musica, la Danza e il Cinema. Studenti e docenti, dopo diversi anni di peregrinazioni, potranno avvalersi di un luogo pressoché unico, con una sede di Teatro, un Auditorium, uno spazio-cinema e audiovisivi, in una collaborazione che si auspica sempre più proficua con la Cineteca di Bologna.

Questi complessi, questi spazi costituiranno, grazie al cospicuo investimento dell’Università e al contributo per attrezzature date dalla regione Emilia-Romagna, in virtù della legge regionale n.13, un complesso impareggiabile, unico nel mondo universitario italiano e non solo italiano. Patrimonio non solo della popolazione studentesca, ma dell’intera città.

Un risultato importante l’acquisizione di quest’area, in linea peraltro col tema europeo del recupero delle aree dismesse, che Comune di Bologna e Università hanno fatto proprio.

Conservare il nome di Soffitta, anzi di Nuova Soffitta come auspica peraltro il collega De Marinis, direttore del Dipartimento di Musica e Spettacolo, per quanto riguarda gli spazi laboratoriali del DMS, apparirebbe oltremodo significativo ed emblematico. Ci sembra che la Nuova Soffitta voglia ricollegarsi idealmente all’antica Soffitta degli anni Cinquanta, con una consapevolezza sempre maggiore del ruolo (e dunque delle risorse) che può svolgere con l’aiuto determinante di istituzioni (Ateneo, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione, Provincia) che ad essa hanno voluto affidare una funzione progettuale di studio, di ricerca, di spettacolo.

LAMBERTO TREZZINI
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