Da Via DAzeglio a Azzo
Gardino
Quello fino
ad ora percorso dal Centro La Soffitta
non è un itinerario di poco conto; nel
1988 allindomani del nono
centenario dellAlma Mater, a
seguito di un accordo
Università-Provincia di Bologna, il
Dipartimento di Musica e Spettacolo prese
casa, dopo non poche peregrinazioni, al
numero 41 di Via DAzeglio, un
vecchio palazzo con un porticato con
archi a tutto sesto sede fin dal
tredicesimo secolo dellOspitale di
S. Proclo. Dentro questo palazzo, saliti
gradini su gradini, si arrivava ad una
sala di spettacolo, al teatro della
Soffitta, e ad altri spazi che divennero
luoghi dedicati alla didattica.
A seguito di
quella intesa, le attività del Centro
assunsero carattere continuativo.
Possiamo affermare, senza tema di
smentita, che la genesi del Centro, il
suo svolgersi, costituì uno dei maggiori
risultati della politica culturale
dellUniversità di Bologna,
nellambito delle discipline e delle
scienze umanistiche; dopo tante
peregrinazioni, fu trovata una casa che
tutti ritenevano stabile, fino a quando
il vecchio edificio, insieme al suo
teatro, fu dichiarato non più agibile.
Va da sé che
in questi quindici anni di attività, le
diverse componenti del Centro (Teatro,
Musica, Cinema, Danza) non si sono mai
mosse nel contesto di una logica di
mercato e di consumo, ma alla ricerca di
un teatro darte, sulla base di
precisi piani progettuali, che potesse
essere, al tempo stesso, servizio
pubblico e bene culturale. Le diverse
ondate del teatro di ricerca e di
sperimentazione, già nel finire degli
anni Ottanta, sono state accolte e spesso
valorizzate dal nostro Centro; qui hanno
trovato spazio alcuni dei giovani autori
e al tempo stesso attori emergenti; qui
sono stati presentati alcuni dei segnali
più significativi del linguaggio
teatrale (dal canto loro il cinema e la
musica, importanti segmenti di storia e
contemporaneità che è difficile leggere
e/o ascoltare altrove).
Costante e
ampia presenza hanno avuto quei gruppi
che lavorano alle differenti forme della
marginalità sociale, convinti come siamo
che il teatro in Italia è diventato uno
strumento di lotta: condizione della
diversità (i carcerati, i malati
mentali) unarma importante per
esprimere se stessi. Ancora: attenzione
particolare verso le più affermate
espressioni del teatro civile, in un
momento in cui sempre più lo spettacolo
si rifà alla realtà e "riguarda in
questo modo le necessità perdute".
Disamina di
eventi, di orientamenti politici e
culturali, di tendenze e scelte
artistiche, hanno caratterizzato e
determinato il modo di operare del Centro
la Soffitta in questi quindici anni di
attività. Questo quindicesimo anno è un
anno di svolta: gli spazi dellex
Macello al numero 65 di via Azzo Gardino
saranno la sede prevalente e per molti
aspetti straordinaria delle attività
spettacolistiche, laboratoriali e
seminariali per il Teatro, la Musica, la
Danza e il Cinema. Studenti e docenti,
dopo diversi anni di peregrinazioni,
potranno avvalersi di un luogo pressoché
unico, con una sede di Teatro, un
Auditorium, uno spazio-cinema e
audiovisivi, in una collaborazione che si
auspica sempre più proficua con la
Cineteca di Bologna.
Questi
complessi, questi spazi costituiranno,
grazie al cospicuo investimento
dellUniversità e al contributo per
attrezzature date dalla regione
Emilia-Romagna, in virtù della legge
regionale n.13, un complesso
impareggiabile, unico nel mondo
universitario italiano e non solo
italiano. Patrimonio non solo della
popolazione studentesca, ma
dellintera città.
Un risultato
importante lacquisizione di
questarea, in linea peraltro col
tema europeo del recupero delle aree
dismesse, che Comune di Bologna e
Università hanno fatto proprio.
Conservare il
nome di Soffitta, anzi di Nuova
Soffitta come auspica peraltro il
collega De Marinis, direttore del
Dipartimento di Musica e Spettacolo, per
quanto riguarda gli spazi laboratoriali
del DMS, apparirebbe oltremodo
significativo ed emblematico. Ci sembra
che la Nuova Soffitta voglia
ricollegarsi idealmente allantica
Soffitta degli anni Cinquanta, con una
consapevolezza sempre maggiore del ruolo
(e dunque delle risorse) che può
svolgere con laiuto determinante di
istituzioni (Ateneo, Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, Regione,
Provincia) che ad essa hanno voluto
affidare una funzione progettuale di
studio, di ricerca, di spettacolo.
LAMBERTO
TREZZINI
.
|