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LAVORAVO ALL’OMSA

TEATRO DUE MONDI

con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e Comune di Faenza | con gli attori del Teatro Due Mondi: Monica Camporesi, Tanja Horstmann, Angela Pezzi, Maria Regosa, Andrea Valdinocci, Renato Valmori e con l’attrice ex-operaia dell’Omsa Angela Cavalli | regia Alberto Grilli | musiche originali e direzione musicale Antonella Talamonti | drammaturgia Gigi Bertoni | INGRESSO GRATUITO

dove: Laboratori delle Arti/teatro
quando: venerdì 3 maggio, h 21

 

In un allestimento scenico minimale, attori e attrici del Teatro Due Mondi sono in scena insieme a una delle operaie che hanno vissuto la chiusura della fabbrica e hanno preso parte all’esperienza delle Brigate Teatrali Omsa.

Lo spettacolo intreccia riferimenti tratti da Santa Giovanna dei Macelli a elaborazioni originali del gruppo: il testo brechtiano si attualizza attraverso le storie delle operaie dell’Omsa. Le due vicende si alternano in un continuo rimando di situazioni che utilizzano canzoni di origine popolare appartenenti alla tradizione dei canti di lavoro e di lotta.

Pur nella diversità dei contesti storici, lo spettacolo pone l’accento sulle logiche economiche e imprenditoriali che schiacciano il diritto al lavoro rimarcando le similitudini tra la crisi economica del 1929 ritratta da Brecht e quella vissuta oggi, in un’epoca di globalizzazione, dalle operaie Omsa.

 

Il Teatro Due Mondi nasce nel 1979. In più di trent’anni di attività ha portato sulle scene e nelle strade di oltre trenta Paesi l’invenzione di un teatro che unisce artigianato scenico e visione politica attraverso Marquez e Brecht, Orwell e Jarry, le favole per l’infanzia e i canzonieri popolari. Alla ventina gli spettacoli prodotti (teatro di strada, teatro per ragazzi e per adulti) il gruppo ha affiancato negli ultimi due anni i progetti di intervento e partecipazione civile dedicati alle operaie licenziate dell’Omsa e ai rifugiati politici, che gli sono valsi il premio Torototela 2010 indetto dalla Regione Piemonte e il premio Generazioni 2012 indetto da “Liberetà”, rivista di Spi-Cgil.