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La SOFFITTA 2013 - XXV ANNO

LA TRADIZIONE DELLA SOFFITTA

Si può parlare indubbiamente di fortunata coincidenza a proposito del fatto che il Centro La Soffitta arrivi a festeggiare l’importante traguardo della venticinquesima stagione proprio nell’anno accademico che vede il debutto del nuovo Dipartimento delle Arti visive, performative e mediali (DARvipem), nato poche settimane fa dall’aggregazione del Dipartimento di Musica e Spettacolo, cui La Soffitta ha sempre fatto capo, e del Dipartimento delle Arti Visive. Chi, come il sottoscritto, regge da tempo la responsabilità scientifica del Centro non può non augurarsi che questa aggregazione renda possibile un suo ulteriore potenziamento e sviluppo, grazie agli apporti degli specialisti delle arti visive, ovviamente senza con ciò snaturare la sua identità e la sua vocazione statutaria, riguardanti i linguaggi della scena, performativi e mediali, per dirla con le aggettivazioni proposte nel nome della neonata struttura, secondo le loro articolazioni fondamentali: teatro, danza, musica e cinema.

Anche il programma del venticinquennale è stato costruito secondo queste quattro articolazioni dai colleghi del Gruppo di lavoro, che qui mi preme ringraziare per la preziosa collaborazione. Ma il mio ringraziamento deve doverosamente andare anche, e soprattutto, a chi una volta di più ha reso possibile la realizzazione di questo programma: dal Magnifico Rettore del nostro Ateneo, Ivano Dionigi, al neo-Direttore Giuseppina La Face, che già da molti anni si batte con passione e determinazione per difendere l’esistenza della Soffitta così come quella dell’altro Centro tradizionalmente incardinato nel nostro dipartimento e quindi, ora, nel DARvipem, il Cimes.

Pur senza indulgere in eccessi autocelebrativi sempre deprecabili, non è possibile non sottolineare il progressivo imporsi del Centro La Soffitta, lungo questi due decenni e mezzo, nel panorama culturale e artistico

della nostra città e della nostra regione, con un segno forte e una fisionomia inconfondibili e giustamente legati (ma non limitati) alla sua matrice universitaria. Di questa rilevanza è prova indiscutibile, anche se non unica, il lungo elenco delle collaborazioni che ci legano, in alcuni casi da molto tempo, a importanti istituzioni ed enti locali, teatrali, cinematografici, musicali e non solo.

È su queste basi, e nella consapevolezza dell’importanza della ricorrenza, che sono stati scelti i progetti che compongono il programma 2013, progetti che per altro non è compito di questo editoriale elencare dettagliatamente, dal momento che il lettore li troverà illustrati in maniera si spera esaustiva dai loro curatori nelle pagine che seguono.

Mi limito a ricordare che le linee guida del programma si richiamano fondamentalmente al lavoro fatto in tutti questi anni e che potrebbe essere identificato come la “mission” principale del nostro Centro, e non solo per quanto riguarda il teatro: fornire agli studenti della nostra Università, alla cittadinanza e a tutti gli appassionati l’occasione per conoscere le proposte più interessanti e qualificate della nuova scena italiana, con particolare attenzione alla nostra regione, da sempre ricca di offerte di altissimo livello, e ai giovani. Con un filo conduttore che quest’anno (altra coincidenza?) riguarda il rapporto fra tradizione e innovazione (per non dire avanguardia) nel lavoro artistico contemporaneo, indagato - com’è nostro costume - senza chiusure preconcette o contrapposizioni manichee. Non è più tempo, del resto, di guerre di religione o di scontri ideologici tra vecchio e nuovo, istituzionale e sperimentale, colto e popolare, ma piuttosto di intrecci, contaminazioni, dialoghi, riattivazioni, riscritture.

MARCO DE MARINIS Responsabile Scientifico

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