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JOHN CAGE E L’AVANGUARDIA MUSICALE A NEW YORK

Tavola rotonda del
XVI COLLOQUIO DI MUSICOLOGIA DEL «SAGGIATORE MUSICALE»

Coordina: Gianfranco Vinay (Parigi)

Partecipano: Gianmario Borio (Pavia-Cremona), Max Noubel (Digione), Julie Perrin (Parigi), Robert Piencikowski (Basilea), Veniero Rizzardi (Venezia)

Porterà il saluto del Comune di Bologna l’assessore alla cultura Alberto Ronchi

quando: ven 16.11.2012 h 15-18.30
dove: Laboratori delle Arti/auditorium

L’iniziativa è promossa nell’àmbito del progetto
centocage – Bologna rende omaggio a John Cage – 1912.1992.2012

Il programma completo del Colloquio sul sito www.saggiatoremusicale.it

 

Tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 il california
no John Cage entrò in contatto con alcuni compositori
attivi a New York, in particolare Morton Feldman, Earle
Brown e Christian Wolff, e stabilì con essi un’intesa ar
tistica assai significativa, in un mutuo scambio di idee
e concezioni compositive. Se nel gruppo Cage ebbe
indubbiamente un ruolo preponderante e costituì un
punto di riferimento ideale per i colleghi più giovani,
è indubbio ch’egli subì a sua volta l’influsso di alcune
loro istanze estetiche. Grazie soprattutto all’incontro con 
Feldman, John Cage poté maturare alcune intuizioni
concettuali e operative fondamentali – l’uso delle procedure casuali, la poetica del silenzio, la compresenza di
zone determinate e indeterminate nell’esecuzione delle
proprie partiture – che sviluppò poi in modo estensivo negli anni ’50 e ’60. Rimangono però ancora da verificare in termini più puntuali le modalità e le circostanze dei rapporti di mutua influenza intercorsi tra Cage e i suoi compagni di strada. Gli studiosi italiani e stranieri che parteciperanno alla tavola rotonda cercheranno sia di delineare un quadro storicamente attendibile delle analogie e differenze concettuali ed estetiche che intercorsero tra Cage e gli altri compositori newyorchesi, sia di valutare come l’esperienza di Cage sia stata influenzata anche da quella concezione compositiva di stampo utopico che – da Charles Ives a Henry Cowell a Conlon Nancarrow sino ai menzionati “giovani turchi” capitanati da Feldman e Brown – ha rappresentato un aspetto importante dello sperimentalismo e dell’idealismo musicale statunitense.