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IL COMPOSITORE COME AUTORE E LA MUSICA TRA TESTO
 E PERFORMANCE NELL’EUROPA DELLA PRIMA ETÀ MODERNA

Giornata internazionale di studi a cura di Paolo Cecchi

in collaborazione con l’Associazione culturale «Il Saggiatore musicale», Bologna

Partecipano: Philippe Canguilhem (Tolosa), Paolo Cecchi (Bologna), Etienne Darbellay (Ginevra), Iain Fenlon (Cambridge), Anthony Newcomb (Berkeley), Kate van Orden (Berkeley), Amedeo Quondam (Roma), Richard Wistreich (Manchester)

quando: gio 14.5.2013, h. 9.30-19
dove: Salone Marescotti

 

Nel periodo compreso all’incirca tra il 1500 e il 1640 si configura nella musica europea – in modo certo discontinuo, ma storicamente significativo – una serie di fenomeni che nel corso del Quattrocento erano emersi solo a tratti e unicamente nel contesto di alcune corti italiane e oltremontane: (1) il compositore venne sempre più considerato non solo come un artigiano che concepisce e organizza una trama musicale in vista di un’esecuzione, ma anche come autore nel senso moderno del termine, in grado di creare opere scritte e connotate da un proprio stile personale; (2) si affermò l’idea che la singola composizione musicale potesse essere considerata un’opera d’arte, degna d’essere conosciuta, studiata e trasmessa al pari delle opere letterarie; (3) il concetto di scrittura musicale, sebbene abbia continuato a intrecciarsi con i procedimenti di composizione prettamente mnemonici, acquistò uno statuto preminente nell’elaborazione compositiva.

Nel medesimo periodo taluni generi della musica d’arte europea (si pensi ad esempio a un certo tipo di chansons parigine, al repertorio frottolistico, a molti brani per canto e liuto) continuarono a fondarsi su una concezione mnemonica, improvvisativa e basata su processi di elaborazione auditiva di formule e strutture; le composizioni di quei generi giunte fino a noi in molti casi conobbero una sistemazione scritta solo ex post facto, come fissazione grafica successiva di un costrutto musicale concepito in primis «alla mente».

La giornata di studi punta ad indagare alcune specifiche declinazioni di tali fenomeni, che si affermarono e si diffusero anche grazie allo sviluppo dell’editoria musicale, la quale ebbe un ruolo determinante nell’istituire e diffondere l’idea che in particolare la musica docta, polifonica, si realizzava principalmente come testo scritto, permanente e trasmissibile, contribuendo a definire i moderni concetti di ‘opera d’arte musicale’ e di ‘compositore’ quale autore dotato di una precisa individualità artistica


Programma

Ore 9.30 – 13.00

presiede Paolo Cecchi (Bologna)

Kate van Orden (Berkeley) - relazione di base
Becoming an Author in the First Century of Print

Iain Fenlon (Cambridge)
Authorial Authority: the Composer Represented

Étienne Darbellay (Ginevra)
Frescobaldi, l’édition et la copie

Amedeo Quondam
(Roma)
Il libro e le metamorfosi dell’autore


Ore 15.00 – 19.00

presiede Cesare Ruini (Bologna)

Philippe Canguilhem (Tolosa)
«My Name Is Nobody»: On Musical Creation in the Renaissance

Paolo Cecchi (Bologna)
Autorialità, scrittura e politica della committenza all’inizio del ’600:
Luzzasco Luzzaschi e il «libro della musica» di Alfonso II


Anthony Newcomb (Berkeley)
Notions of Notation around 1600

Richard Wistreich (Manchester)
Using the Music: Musical Materials and Expert Singers’ Practices